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    "GAMA" OVER PER LA NAZIONALE FEMMINILE? - C'È IL RISCHIO "BISCOTTO" TRA FRANCIA E ISLANDA STASERA, CHE POTREBBE PORTARE ALL'ELIMINAZIONE DELLE AZZURRE DAGLI EUROPEI - IL CAPITANO SARA GAMA FINISCE NEL MIRINO - KATIA SERRA: "È L’OMBRA DI SE STESSA: DI SOLITO È BRAVISSIMA IN MARCATURA. I SUOI ERRORI SONO DOVUTI ALL'INFORTUNIO AL GINOCCHIO" - L'EX C.T. CABRINI: "STA FACENDO MOLTA FATICA. SE PRENDI CINQUE GOL IN UN TEMPO BISOGNA INIZIARE A PENSARE A UN RICAMBIO GENERAZIONALE…"


     
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    Andrea Sereni per www.corriere.it

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    Lo sguardo non mente, nascosto dai ricci ribelli eppure corrucciato. Quando Sara Gama è stata chiamata in panchina, Italia sotto contro l’Islanda, era stupita. Lei col numero tre dietro la schiena, capitana coraggiosa delle ragazze che cercano agli Europei consapevolezza e (ulteriore) credibilità internazionale, sostituita perché nettamente in difficoltà. Nella notte da incubo di Rotherham Sara è stata travolta dalla marea francese, incapace di opporre resistenza, pasticciona in almeno due dei cinque gol subiti dalle azzurre.

     

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    Non è andata meglio giovedì, quando Vilhjalmsdottir ha approfittato di una sua respinta corta per infilare Laura Giuliani. Gama da Trieste, 33 anni, papà congolese e mamma italiana, leader della Juventus (sei scudetti in carriera), è uno dei problemi della Nazionale che balbetta e rischia di uscire da Euro 2022.

     

    «Sta facendo molta fatica», ammette Antonio Cabrini, campione al Mundial dell’82 ed ex c.t. dell’Italia al femminile. «Sara fa parte del gruppo di giocatrici che ho portato io in azzurro, lei come la maggior parte delle ragazze che sono in Inghilterra. Dobbiamo ringraziare questo blocco per come ha fatto crescere il movimento, ma se prendi cinque gol in un tempo (contro la Francia) bisogna iniziare a pensare a un ricambio generazionale», aggiunge Cabrini, che ha posto le basi per la crescita della Nazionale portata avanti dal 2017 da Milena Bertolini.

     

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    Non è semplice, certo, tener fuori una calciatrice con la personalità e il carisma di Sara. La bambina che girava con il nonno a Trieste col Super Tele in mano da grande è divenuta vice presidente dell’Aic (Associazione italiana calciatori), consigliere della federazione e si è fatta carico della battaglia per arrivare al professionismo.

     

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    Ma in questi Europei convive con un’infiammazione al ginocchio destro: «Un infortunio molto fastidioso. Gioca condizionata dal dolore, non è tranquilla — spiega Katia Serra, ex calciatrice e commentatrice dell’Italia per la Rai —. È l’ombra di se stessa: di solito è esplosiva, bravissima in marcatura, per certi versi ricorda Chiellini. I suoi errori sono dovuti al ginocchio».

     

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    Domani contro il Belgio (alle 21 a Manchester), però, non c’è spazio per incertezze: per arrivare ai quarti bisogna vincere e sperare che l’Islanda non batta la Francia. Con Gama in campo? «Bartoli ha meno centimetri di Sara, ma il Belgio non è una squadra fisica: per questo potrebbe essere la sua partita, al centro della difesa in coppia con Linari», spiega Serra.

     

    «Una sfida decisiva in un Europeo non è il momento migliore per sperimentare», il parere di Cabrini, convinto però che, dovesse andar male, «non ci si potrà nascondere, ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità. Altrimenti è troppo facile».

     

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    Certo sarà più semplice con Barbara Bonansea vista contro l’Islanda: «Quando è arrivata in Nazionale il suo rendimento era spesso altalenante —ricorda Cabrini —. Col tempo però è cresciuta, è maturata alla Juventus ed è diventata determinante. Ha qualità superiori rispetto alle altre».

     

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    Della stessa opinione Katia Serra: «Con l’Islanda è stata troppo importante, nel suo ruolo, dove si esprime bene. Ha inciso anche perché cercata dalla squadra — aggiunge —. Contro il Belgio c’è bisogno di esperienza, qualità ed energia, soprattutto le prime due: per questo in attacco schiererei Bonansea dal primo minuto». «Magari non la vedi per dieci minuti — ancora Cabrini— poi però riceve palla e fa cose incredibili. Barbara è così, bisogna saperla prendere». Discorso simile per Cristiana Girelli, «ma va servita meglio. Le compagne devono aiutarla», spiega l’ex campione del mondo.

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    Per qualificarsi ai quarti di finale di Euro 2022 non basterà superare il Belgio. L’Islanda non deve battere la Francia, già aritmeticamente prima nel girone D: «Ci siamo messi nella condizione di non dipendere solo da noi stessi, questo è il problema principale — dice Katia Serra —. Si dà per scontato che le francesi vincano con l’Islanda, io non ne sono sicura.

     

    La Francia farà i suoi interessi, lavorerà già in prospettiva quarti di finale, farà riposare alcune giocatrici: può succedere di tutto, per quanto sia nettamente più forte dell’Islanda. Noi comunque dobbiamo vincere. Non ci sono alternative». Cabrini è fiducioso: «Quando c’è da lottare in partite decisive queste ragazze capiscono il momento, ce la mettono tutta».

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