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    UN ATTORE “CANE” - GABRIEL GARKO: “DA PICCOLO MIA MADRE MI PORTAVA A SPASSO COL GUINZAGLIO, COME UN CAGNOLINO, PERCHÉ SCAPPAVO” - ''LO SCOPPIO DELLA VILLA A SANREMO MI HA CAMBIATO LA VITA. DOPO SONO ANDATO IN TERAPIA'' - ''IL MATRIMONIO NON MI PIACE: L’IDEA DI FINIRE IN CIABATTE E VESTAGLIA SU UNA POLTRONA MI FA ORRORE. VEDO AMICI CHE SI SPOSANO E DIVORZIANO. PERCHÉ MI DEVO INGUAIARE?” - VIDEO


     
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    Emilia Costantini per il Corriere della Sera

     

    Il primo interrogativo emerge dalla data e luogo di nascita: Gabriel Garko è nato il 12 luglio 1972 a Torino o il 12 luglio 1974 a Settimo Torinese?

     

    GABRIEL GARKO GABRIEL GARKO

    Ride l' attore: «Ne vogliamo aggiungere un' altra? 12 luglio 1975 a Roma». Si può sapere quando e dove è veramente nato? «È buona la prima, ma è anche vero che ho vissuto a Settimo Torinese. Ho cercato più volte di correggere l' errore senza risultato e alla fine mi sono detto chissene... L' importante è che se ne parli e se un personaggio viene avvolto dal mistero diventa più affascinante. Forse sono io che ho messo in giro la falsa notizia della doppia nascita».

     

    Poi c' è anche la questione del nome: all' anagrafe è Dario Oliviero. «Veramente ora sono Gabriel Garko anche all' anagrafe - precisa - Ho scelto un nome d' arte per la privacy, all' inizio non volevo coinvolgere troppo la mia famiglia nelle mie follie di spettacolo. Ma Garko viene da Garchio, un cognome che appartiene al ramo materno».

     

    Il (non) prediletto Una famiglia numerosa: papà Claudio di Vicenza pasticcere, mamma Isabella di Catania casalinga e quattro figli, tre femmine e un maschio. Il prediletto? «Assolutamente no! Semmai il contrario: sempre in minoranza rispetto alle mie sorelle».

    gabriel garko adua del vesco gabriel garko adua del vesco

    Però è stato il papà a fargli nascere la passione per il cinema: «Sin da piccolo mi portava sempre con sé. La prima pellicola che mi affascinò e spaventò molto fu "King Kong". Lì ho capito il potere della finzione che mi trasportava in una realtà irreale. Forse fu allora che decisi di fare l' attore».

     

    E pensare che da ragazzino non si faceva neanche fotografare: «Odiavo la fotografia! Non sopportavo di comparire nemmeno in un filmino domestico: se qualcuno mi puntava addosso la cinepresa fuggivo. Non ho mai partecipato neanche a recite scolastiche». Un tipo schivo. «Schivo ma scatenato. Quando ero piccolino mia madre mi portava a spasso col guinzaglio». Come un cagnolino? «Eh sì! Mi metteva la pettorina e il guinzaglio perché scappavo».

     

    Possiamo immaginare i risultati a scuola: «In condotta voti bassissimi, sono stato sospeso più volte. Il rendimento scolastico, così e così: se mi era simpatico il professore, studiavo, altrimenti... Mi ero innamorato della professoressa d' italiano, era bellissima, e nella sua materia prendevo bei voti». Un rubacuori nato, che poi vinse il titolo de «Il più bello d' Italia» e ha posato nudo per la rivista «Max»: un uomo oggetto?

     

    «Ho sempre voluto fare l' attore e percorrevo ogni strada possibile. Non nego che l' aspetto fisico abbia avuto il suo peso e, tuttora, pago la "tassa del pettorale": in ogni film c' è quasi sempre la scena in cui sto sotto la doccia. La bellezza conta, ma se io contassi solo sulla bellezza sarei già scomparso».

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    Nella vita ha fatto anche il carabiniere: «Per il servizio di leva, scelsi di indossare la divisa della Benemerita. In quel periodo ero già un po' noto, ma giustamente nell' Arma venivo trattato come tutti gli altri».

     

    Da carabiniere vero a finto boss mafioso nelle tante fiction interpretate: «Un controsenso!». E quando in divisa fermava qualcuno per un controllo documenti, non pensavano che stesse recitando? Ride: «Per fortuna no, mi prendevano sul serio e si preoccupavano di avere i documenti in ordine. Ma mi è successo il contrario: mentre giravo il film "Io ti assolvo", dove ero un sacerdote, una signora non mi riconobbe e mi chiese di confessarla».

     

    Ciabatte e vestaglia Un rubacuori nato. Tante donne, nessuna moglie. «Il matrimonio non mi piace: l' idea di finire in ciabatte e vestaglia su una vecchia poltrona mi fa orrore. Se amo una persona voglio un bel rapporto senza l' obbligo del contratto matrimoniale. Vedo amici che si sposano e divorziano. Perché mi devo inguaiare?». Il più grande amore della vita?

     

    gabriel garko adua del vesco gabriel garko adua del vesco

    «Quello veramente grande è il lavoro che non mi tradirà mai. Ora però sono legato ad Adua (Del Vesco, attrice ndr): è molto più giovane di me e forse mi considerano un vampiro che succhia linfa vitale da una ragazza. Ma con lei faccio un po' il "maestro", mi diverto a darle consigli professionali».

     

    Niente figli? «Mi mancano: vorrei avere un adolescente con cui condividere passioni». E allora perché non provare? «Mi sento ancora troppo figlio io, avendo genitori meravigliosi da cui vado ogni tanto a rifugiarmi». Il solito Peter Pan: «È vero. Anche il mio mestiere è un gioco perenne». E in questo gioco, il momento più buio? «Quando nel febbraio 2016 mi trovai nello scoppio della villa vicino Sanremo, che costò la vita all' anziana proprietaria.

     

    GABRIEL GARKO GABRIEL GARKO

    Un incidente che mi ha cambiato la vita: poi sono andato in terapia psicologica. Sentire la morte così vicina, una cosa terribile: era mattina, stavo dormendo, mi son ritrovato sepolto sotto le macerie, ho creduto fosse la fine, ho pensato alla sera prima, che avrebbe potuto essere l' ultima della mia vita. Esserne uscito salvo, un miracolo. Ho superato lo choc, per la voglia di salutare i miei genitori dal palco del Festival».

     

    gabriel garko con adua del vesco (3) gabriel garko con adua del vesco (3)

    Un bagno di umiltà Ora li saluta da un altro palcoscenico, stavolta teatrale: è protagonista di «Odio Amleto», commedia di Paul Rudnick, dove è una star della tv che, per rigenerarsi da attore impegnato, decide di interpretare il capolavoro shakespeariano. E compare il fantasma del mitico John Barrymore (Ugo Pagliai).

     

    Lo spettacolo, prodotto da Ares, è diretto da Alessandro Benvenuti, con la partecipazione di Paola Gassman nel ruolo dell' ex amante di Barrymore. «È un po' la mia storia - ammette - faccio un bagno di umiltà, recitando accanto a due grandi attori che, all' inizio, erano un po' sospettosi nei miei confronti. Poi mi hanno aiutato molto».

     

    Perché in fondo Garko ha avuto, in teatro, un battesimo del fuoco: diretto da Luca Ronconi in «Quel che sapeva Maisie», a fianco di Mariangela Melato e Annamaria Guarnieri. «Quando mi trovai in mezzo a loro, mi chiesi che cavolo ci faccio io qui? Ronconi mi rassicurò dicendomi "caro Gabriel non ti preoccupare perché chi verrà a vedere lo spettacolo per la Melato o la Guarnieri, si becca te; chi viene a vedere te, si becca noi!"».

    gabriel garko e stefania sandrelli gabriel garko e stefania sandrelli stefania sandrelli con gabriel garko e adua del vesco stefania sandrelli con gabriel garko e adua del vesco

     

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