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    GARLASCO, GIALLO SENZA FINE! ALBERTO STASI CHIEDE LA REVISIONE DELLA SENTENZA: “TROVATE NUOVE PROVE DECISIVE” - L’AVVOCATO DEL 36ENNE, CONDANNATO A 16 ANNI PER L'OMICIDIO DI CHIARA POGGI, CHIEDE DI RIBALTARE UNA SENTENZA DEFINITIVA: “ABBIAMO ARGOMENTI NUOVI, MAI VALUTATI PRIMA, E A NOSTRO AVVISO DECISIVI E SERI”...


     
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    Da corriere.it

    alberto stasi alberto stasi

     

    «È stata depositata una articolata richiesta di Revisione della sentenza che ha condannato a 16 anni di reclusione Alberto Stasi per la tragica morte di Chiara Poggi». Lo afferma l’avvocato Laura Panciroli, nominata nel dicembre scorso proprio «per una completa rilettura della complessa vicenda processuale, finalizzata alla sua revisione».

     

    Chiara Poggi era stata uccisa a Garlasco (Pavia) il 13 agosto del 2007 e l’autore dell’omicidio fu identificato nell’allora fidanzato Alberto Stasi, 24 anni all’epoca dei fatti, oggi 36enne, che a dicembre 2015 è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione ed è ora detenuto nel carcere di Bollate.

     

     

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    «Sono stati individuati e sottoposti al vaglio della competente Corte di Appello di Brescia elementi nuovi, mai valutati prima, in grado di escludere, una volta per tutte, la sua responsabilità», dichiara l’avvocato di Alberto Stasi, Laura Panciroli. La revisione di una sentenza definitiva è un provvedimento rarissimo, che come presupposto deve avere nuove prove di straordinaria importanza, non disponibili e neppure immaginabili all’epoca del dibattimento.

     

    «Le circostanze su cui era basata la sua condanna (le stesse, peraltro, sulle quali era stato prima, ripetutamente, assolto) sono ora decisamente smentite - dice l’avvocato -. Si è sempre dichiarato innocente e in molti hanno creduto che la verità andasse cercata altrove. Ora ci sono elementi anche per proseguire le indagini».

     

     

    CHIARA POGGI ALBERTO STASI CHIARA POGGI ALBERTO STASI

    «Posso dire che abbiamo scelto argomenti nuovi, mai valutati prima, e a nostro avviso decisivi e seri - spiega Panciroli -. Quella sentenza è stata una forzatura, censurabile sotto tanti punti di vista. Nel tempo si sono aperti nuovi scenari, noi ci siamo concentrati su quelli più argomentabili». Si attende ora l’eventuale ammissibilità della richiesta da parte della corte di Appello di Brescia. «Siamo sereni rispetto alla valutazione della corte», conclude l’avvocato.

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