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    1. ECCO L'ELENCO DI TUTTI I MIRACOLATI DI VIALE MAZZINI CHE GODONO DI STIPENDI D'ORO 2. GELO PROFONDO DI RENZI VERSO CAMPOSANTO DALL'ORTO (“UN AMICO CHE STIMO MOLTO”): CERTO, IL TEMPISMO E’ PERFETTO: METTERE ONLINE LE BUSTE PAGA A CINQUE ZERI PROPRIO NEL PERIODO IN CUI AGLI ITALIANI VIENE ESTORTO IL CANONE NELLA BOLLETTA ELETTRICA...


     
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    antonio campo dall orto antonio campo dall orto

    1 - ECCO GLI STIPENDI D’ORO DELLA TV PUBBLICA

    Enrico Paoli per “Libero Quotidiano”

     

    Livellare verso il basso gli stipendi dei «parcheggiati» d' oro della Rai e, laddove possibile, risolvere il caso. L' operazione trasparenza messa in atto da Viale Mazzini, come impone la legge e non certo per sua volontà, un primo timido risultato lo ha partorito. Il consiglio di amministrazione si è detto «sensibile all' armonizzazione di posizioni professionali e retributive incongrue ed asimmetriche» che sono emerse dal piano. Per questo darà «supporto ai vertici aziendali».

    fabrizio maffei fabrizio maffei

     

    Meglio tardi che mai, dato che alcuni «parcheggiati» d' oro, dirigenti con qualifica ma privi di mansione, lo sono da anni. Come Lorenza Lei, ex dg, Alfredo Meocci, Sandro Testi, dal 2014 alle dirette dipendenze del direttore generale, con uno stipendio di 231 mila euro, o Fabrizio Maffei, ex volto storico dello sport, oggi direttore alle dirette dipendenze del direttore Risorse Umane e Organizzazione per la un compenso annuo pari a 241 mila euro. Dato il quadro generale resta il nodo del tetto dei 240 mila euro.

     

    LORENZA LEI LORENZA LEI

    «La commissione di Vigilanza, nel 2015», ricorda il deputato del Pd, Michele Anzaldi, «aveva approvato un parere con il quale chiedeva alla Rai di mettere nello Statuto il massimale». Invece la Rai ha emesso i bond con i quali ha aggirato l'ostacolo, in modo da gestire l' azienda con le regole del pubblico, operando con la logica del privato. I «paperoni» della Rai con uno stipendio sopra i 200 mila euro e una collaborazione superiore agli 80 mila sono 94, ovvero lo 0,7% dei 13 mila dipendenti dell' azienda, e fra questi c' è una buona parte dello staff del direttore generale.

    Alfredo Meocci Alfredo Meocci

     

    La maggior parte dei collaboratori di Campo Dall' Orto, nonostante i proclami iniziali, sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato. Perché la Rai, nonostante tutto, continua ad assumere. Da ieri sera, intanto, con un click si può vedere curriculum, contratti e mansione, dei 94 uomini d' oro. Fra questi c'è anche Francesco Merlo, firma di Repubblica che guadagna 230 mila euro. Per il consigliere della Rai, Franco Siddi, il caso Merlo va affrontato «perché per chi non ha responsabilità dirigenziali e neppure l'esclusiva», percepisce «una cifra che lascia più che perplessi».

    GLI STIPENDI DEI DIRIGENTI RAI GLI STIPENDI DEI DIRIGENTI RAI

     

    ANZALDI ANZALDI

    Colpiscono anche i compensi di giornalisti come Antonio Di Bella, direttore di Rai News con 308 euro; Giovanna Botteri, corrispondente dagli Stati Uniti, 200 mila; Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l'ha Visto, 207 mila. Antonio Preziosi, corrispondente dal Belgio, ha uno stipendio lordo annuo di 245 mila euro. Stefano Ziantoni, corrispondente per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi dalla Francia, 201 mila euro.

     

    francesco merlo (2) francesco merlo (2)

    Pietro Marrazzo, invece, corrispondente dal Medio Oriente, guadagna 244 mila euro. Resta il fatto che il piano trasparenza è un piano monco, sterilizzato dei contratti più onerosi quali sono quelli degli artisti e dei conduttori, trattati da manager determinati a tenere «coperte» le cifre. Eppure Roberto Giacobbo e Gerardo Greco, 214 mila euro il primo e 234 mila il secondo, sono la prova che la Rai può far da se.

     

    Antonio Di Bella Antonio Di Bella

    «L'Usigrai è per la trasparenza sempre», afferma in una nota l' esecutivo del sindacato dei giornalisti della Rai, «non a giorni alterni. E allora noi vogliamo una vera casa di vetro: la Rai pubblichi tutti i dati. Non solo alcuni. Le infornate dall'esterno sono spesso inutili e fonte di sprechi». E proprio su questo tema L'Anac sentirà i vertici Rai. Il nodo da sciogliere sono le assunzioni esterne denunciate dall' Usigrai.

     

    GIOVANNA BOTTERI GIOVANNA BOTTERI

    L'Anac vuole verificare se il «pacchetto» di nomine rispetti o meno i parametri fissati nel piano anticorruzione della Rai. Campo Dall' Orto ha chiamato 20 dirigenti esterni, mentre lo statuto della Rai prevede che tali manager non possano superare il 5% dei 252 dirigenti totali (quindi circa 13) e che queste figure debbano essere assunte a tempo determinato, restando in carica per il mandato del vertice aziendale. Invece 15 sono stati assunti a tempo indeterminato e con contratti che superano i 200 mila euro. Costo totale dell' infornata 8 milioni di euro. E la chiamano trasparenza.

     

    Piero Marrazzo e Patrizia Mancini Piero Marrazzo e Patrizia Mancini

    2 - IL GELO DEL PREMIER SU VIALE MAZZINI

    Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

     

    Raccontano che Matteo Renzi sia piuttosto arrabbiato per la piega che sta prendendo la vicenda della Rai. Il premier non ci sta a essere criticato da Beppe Grillo e dai suoi, come da altri esponenti delle forze di opposizione, per i compensi dei dirigenti e dei giornalisti della Tv di Stato, come se fossero frutto di una sua scelta: «Le decisioni sulla Rai spettano ai vertici dell' azienda».

    STEFANO ZIANTONI STEFANO ZIANTONI

     

    «Questa norma che prevede di mettere tutto online per garantire la trasparenza l' abbiamo voluta noi, non loro e nemmeno Brunetta e con che faccia possono attaccarci?», si è sfogato perciò il premier con i collaboratori. Tra l'altro, quello che il governo non riesce proprio a mandare giù è la decisione dei vertici di viale Mazzini di mettere online gli stipendi proprio adesso, quando gli italiani si troveranno nella bolletta dell'elettricità il sovrappiù del canone Rai.

     

    antonio preziosi antonio preziosi

    «Così la gente si incavola con noi», commentano a Palazzo Chigi, dove nessuno crede che la coincidenza sia voluta, ma si ritiene che sia stata solo la conseguenza di un' iniziativa «maldestra». Dal governo, come del resto dal Pd, non arriva certamente una mano in soccorso di Campo Dall'Orto: «Noi abbiamo fatto una legge, gli abbiamo dato dei poteri, ora come amministratore è lui a rispondere delle sue azioni». E Michele Anzaldi, membro della commissione di Vigilanza Rai, lascia intendere che «la Corte dei conti potrebbe interessarsi di questa vicenda».

     

    Ma quello che sta succedendo sugli stipendi è solo l' ultimo di una serie di episodi che ha portato Renzi ad allontanarsi da Campo Dall' Orto. Quello che qualche tempo fa il premier definiva «un amico che stimo molto» (e infatti lo aveva voluto in Rai) ora non viene più visto troppo di buon occhio a Palazzo Chigi.

    GABRIELE ROMAGNOLI 1 GABRIELE ROMAGNOLI 1

     

    Al presidente del Consiglio non sono piaciute molte delle nomine fatte dal direttore generale: «Veramente bellissime», ironizzava ieri il premier con un paio di collaboratori.

    Anche per questo Renzi mal sopporta che le nomine («Su cui non ho mai messo bocca», ha sempre assicurato) siano state messe in carico a lui.

     

    E il governo non ha gradito nemmeno che alle persone chiamate dall' esterno dai nuovi vertici della Rai siano stati dati degli stipendi «così alti», anche nei casi in cui «non si capisce bene quale sia la competenza in materia televisiva». Ma c' è un altro aspetto dell' attuale gestione della Tv di Stato che lascia perplesso il premier. «Io avevo auspicato una rifondazione del servizio pubblico, però questi non la stanno ancora facendo», è stato il commento amaro che ha affidato a qualche collega di governo.

    CAMPODALLORTO RENZI CAMPODALLORTO RENZI

     

    Dopo la riforma, Renzi immaginava la nascita di «una nuova Rai» e adesso scalpita perché non vede profilarsi questo progetto all' orizzonte. E nel governo temono che, semmai questo avverrà, sarà troppo tardi, «perché non c' è ancora né un piano editoriale né un piano industriale». Il premier, però, ufficialmente preferisce il silenzio. Non vuole essere invischiato in queste beghe, lui che ha sempre sostenuto «di non avere e non volere nessun controllo sulla Rai».

     

    renzi nomine rai renzi nomine rai

    Su questa polemica si preferisce tenere un profilo basso, anche per rispettare la linea del premier: «Rispettare l' autonomia della Rai». Ciò non significa che il governo resterà con le mani in mano per quello che riguarda le sue competenze in materia. Già un po' di tempo fa il premier non aveva escluso un ulteriore abbassamento del canone per il 2017: «Credo che sia possibile», aveva detto. Ed è allo studio un progetto per diminuire la pubblicità sulle reti Rai, dal momento che nelle casse della Tv di Stato arriveranno più introiti dal canone, che ormai è impossibile evadere. Di privatizzazione, invece, almeno ufficialmente non si parla. Ma l' ipotesi continua a circolare nei Palazzi della politica. Anche perché gli stessi esponenti M5S non sarebbero contrari a un' operazione del genere.

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    3 - SONO SETTE LE CONSULENZE OLTRE QUOTA 80 MILA EURO

    Dal “Corriere della Sera”

     

    Sono sette i collaboratori Rai che hanno ottenuto per il 2016 un compenso che supera gli 80 mila euro. In testa alla graduatoria c' è Francesco Merlo, 65 anni, giornalista, che ha ottenuto un assegno di 240 mila euro per una consulenza sulla «strategia offerta informativa Rai e di supporto del direttore editoriale». Gli altri collaboratori sono: Massimo Coppola che, per una consulenza editoriale per la direzione generale, si mette in tasca 192 mila euro, seguito da Alfonso D' Alfonso (162 mila), Alessia Fattori (90.266) Guido Natale Nori (84.996), Vincenzino Sorrentino (83.138), Roberto Brescia (81.120).

    campo dall'orto renzi nomine rai campo dall'orto renzi nomine rai

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