Mattia Feltri per “La Stampa”
KISSINGER DRAGHI
Sarò un'inconsolabile vedova, ma le mie vesti si sono tinte di lutto alle immagini di ieri, di Mario Draghi premiato a New York da Henry Kissinger come statista dell'anno. Kissinger ha lodato «la sua straordinaria capacità di analisi» e «il coraggio e la visione» con cui ha governato la Banca centrale europea e l'Italia, per Joe Biden è stato «potente nel promuovere tolleranza e giustizia», e non dico gli altri perché sembrava un elogio funebre a elogiato vivo.
KISSINGER DRAGHI
Mezzi morti siamo noi, fenomeni che di quest'uomo non sappiamo che farcene, né a Palazzo Chigi né al Quirinale, ma qui sono alla mia solita geremiade. Però, per sovrapprezzo, due fenomeni degni campioni in un paese di fenomeni, Matteo Salvini e Giuseppe Conte, ieri sulla faccenda hanno detto la loro. Il primo ha rassicurato sull'inutilità di Draghi in un governo di centrodestra. Con tutto il rispetto, ha aggiunto.
L'altro è salito all'ineguagliabile consegnando alla platea mondiale questo brocardo appulo: non è con un buon curriculum che si può governare un'emergenza energetica. Saranno loro due, insieme al resto della truppa, a cominciare da Giorgia Meloni, impegnata nelle stesse ore a chiamare coincidenze i rari punti d'accordo con Draghi, a disputarsi il ruolo di prossimo presidente del Consiglio.
GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI MEME
C'è poco da dire, questa è la democrazia e la democrazia è più forte di qualsiasi leader, compresi quelli piovuti dal cielo per grazia divina. In democrazia la sovranità appartiene al popolo, che la esercita anche attraverso il voto. Ed è il popolo a indirizzare il proprio destino, sebbene spesso se ne dimentichi e raramente glielo si ricordi.
MATTEO SALVINI E GIUSEPPE CONTE matteo salvini giuseppe conte CONTE SALVINI