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Dagli spalti arrivano insulti e proteste verso l'arbitro quattordicenne: troppo per Marco Giazzi, coach dell'Under13 dell'Amico Basket Carpenedolo, che decide di ritirare la propria squadra dalla partita.
marco giazzi
L'allenatore non accetta il comportamento del pubblico e chiede di omologare la sconfitta dei suoi ragazzi per 0-20, nonostante stessero vincendo di 10 punti al momento dello stop del match. Sarebbe stata la prima vittoria dopo sei sconfitte consecutive, ma questo episodio va oltre lo sport. "Oggi più che mai abbiamo bisogno di segnali forti nello sport giovanile", ha scritto l'allenatore della società bresciana su Facebook.
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L'EPISODIO - La bagarre comincia nel terzo quarto per un fallo non fischiato dal giovane arbitro. E giù insulti. L'allenatore chiama timeout, non per dare indicazioni, ma per chiedere ai genitori si smettere di protestare. Altri insulti, questa volta diretti a lui. "Vergognati, deficiente, non devi dire a noi quello che dobbiamo fare". Non c'è altra scelta, Marco Giazzi ritira la squadra e poi spiega ai ragazzi la scelta: "Non è colpa loro, non hanno perso in campo. Ha perso il basket, lo sport".
ESEMPIO DI CIVILTA' - La scelta di Marco Giazzi richiama il caso di Igor Trocchia, allenatore che nel maggio scorso aveva deciso di ritirare la propria squadra, il Pontisola, dal torneo regionale perché un giocatore avversario aveva insultato con l'espressione "negro di m..." un suo giocatore di colore. Igor Trocchia è stato scelto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come uno dei 35 eroi che hanno dato un esempio civile ed è in procinto di ricevere l'Ordine al merito della Repubblica italiana.
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Marco Giazzi ha eguagliato il suo collega con un gesto che ribadisce il valore dello sport e dell'educazione che vanno al di là del risultato sul campo.
