Estratto dell'articolo di Giuseppe Scarpa per “la Repubblica - Edizione Roma”
giandavide de pau
In procura avevano già individuato il profilo criminale di Giandavide De Pau. Il 51enne assassino delle tre escort a Prati. I tratti aggressivi della personalità, il temperamento rabbioso, l'utilizzo spregiudicato della droga. Il 20 maggio 2019 i pm avevano per questo sollecitato e ottenuto l'arresto. Infine incassato anche una condanna. La storia ruota intorno al pestaggio di un barista, il 19 maggio dello stesso anno.
Il pm di turno chiede la convalida dell'arresto, questa la motivazione del magistrato: «si può evincere dalla condotta di De Pau un'indole violenta, incline al delitto, soprattutto con violenza alla persona. L'uomo è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti e appariva in uno stato tale da desumerne fondatamente il contestuale uso». E ancora: «De Pau risulta gravato da numerosi precedenti. Da questi elementi si evince il concreto pericolo di reiterazioni di fatti analoghi. Perciò il carcere si appalesa come l'unica misura idonea a garantire le esigenze evidenziate» .
GIANDAVIDE DE PAU
Infine: «Da non sottovalutare, in considerazione della personalità descritta, che il De Pau possa portare a termine i propositi manifestati sotto forma di minaccia» . Ovvero ammazzare il barman. De Pau finisce a Regina Coeli. Poi patteggia la pena, un anno di reclusione. Di più non si può fare. Poi è di nuovo libero. Libero di uccidere tre donne.
Ecco cosa è accaduto il 19 maggio del 2019. […] Quartiere Balduina. Dopo essere stato respinto dalla donna scende le scale del palazzo dove vive e si fionda nel locale. Entra, si avvicina al bancone. Al "no" del barista scatta la reazione. È il secondo rifiuto in pochi minuti. Per lui è troppo. In un attimo De Pau è sopra l'uomo, inizia a sferrare pugni. Chi assiste alla scena è sbalordito. Ma è solo un attimo, perché i presenti intervengono per sottrarre la vittima dalle mani di De Pau. A questo punto, come emerge dalle carte dell'inchiesta, l'uomo grida: «Pago dieci euro a un amico mio per darti fuoco al locale. Mo vado a prendere la pistola torno e t' ammazzo. Io ti ammazzo, io ti ammazzo».
GIANDAVIDE DE PAU
Nel frattempo, a spintonate, viene buttato fuori dal locale da più persone. De Pau, però, continua a ringhiare. Imbestialito urla di tutto. Qualcuno chiama la polizia. Ma De Pau non si placa. Di fronte alla "guardie" diventa ancora più aggressivo.
Sono loro il suo bersaglio. Li minaccia. «Ho agganci nel mondo della mala (era l'autista di Michele Senese, boss della camorra) e anche all'interno della polizia», dice agli agenti del commissariato di Monte Mario. I poliziotti tentano di arrestarlo. De Pau si ribella. Cerca di colpire con calci e pugni gli uomini in divisa. È troppo. L'uomo è in manette. La serata folle del 19 maggio non è ancora finita. Le forze dell'ordine entrano a casa sua. […]