Dall’account Instagram di Marino Bartoletti
GIANNI MURA
L'ottimo collega Luigi Bolognini di "Repubblica" segnala un caso che farebbe ridere (e un po' fa ridere per la verità) se non facesse piangere. L'Ordine(?) dei Giornalisti, con una raccomandata "delle sue" (ne conosco - come dire - l'inutile irruenza) ha comunicato a Gianni Mura la sospensione dalle proprie fila A) per non aver provveduto ad aprire una Pec B) per non aver seguito i corsi di "aggiornamento professionale e deontologico".
La raccomandata, scritta secondo il Bolognini "in un linguaggio vagamente simile all'italiano, annegato nei riferimenti giuridici" intimava al Mura di mettersi subito in regola, pena l'espulsione definitiva dall'Ordine stesso. Purtroppo è appena il caso di ricordare che Gianni è stato ingiustamente "espulso" dalla vita oltre tre anni fa.
Salto a piè pari ogni commento per non infierire su una Corporazione di cui con tanto orgoglio presi la tessera più di 50 anni fa (è già così difficile tutelarci da tante accuse più o meno meritate, cari colleghi, ma se precipitiamo nel baratro del violato senso del ridicolo diventiamo completamente indifendibili). Prendo atto della lettera di scuse che il Presidente dell'Ordine della Lombardia ha inviato a Paola Mura.
GIANNI MURA
Ma vorrei tanto avere la penna di Gianni, maestro di ironia e di deontologia (altro che corsi di "aggiornamento"!) per commentare questo episodio grottesco. Lui riuscirebbe a sorriderne. Io no! Forse perché mi manca (e ci manca) troppo! Gli manderei volentieri una Pec, dovunque si trovi: ma ho la condivisa certezza che non la aprirebbe mai! Anzi, per quanto col suo garbo, mi darebbe pure del "PEC" (Pirla E Cogl...)
GIANNI MURA
Estratto dell’articolo di Luigi Bolognini per repubblica.it
Tante volte l’Ordine dei Giornalisti è accusato di questo o quello. Ora va ringraziato: ha tenuto in vita tre anni Gianni Mura, purtroppo all’insaputa nostra e dell’interessato.
gianni paola mura
Nei giorni scorsi suona il campanello a casa della vedova Paola, cui viene consegnata una raccomandata intestata al marito. Un papiro scritto in un linguaggio vagamente simile all’italiano, annegato nei riferimenti giuridici. Mittente, l’Ordine lombardo dei Giornalisti che avvisa Gianni di averlo sospeso dall’albo per due gravissime colpe di questi tre anni. Primo, non si è ancora dotato della Pec, la casella di posta elettronica certificata, obbligo per un professionista.
Secondo, non ha seguito i corsi di aggiornamento professionale e deontologico. Segue ultimatum: o si mette in regola o sarà espulso. Su due piccoli dettagli possiamo sorvolare: che quando sentiva parlare di posta elettronica Gianni metteva (metaforicamente!) mano alla pistola e che un giornalista degno di questo nome si aggiorna semplicemente lavorando (quanto alla deontologia, lui la mangiava a colazione, la respirava: rispettava i lettori, le persone e la verità). Piacciano o no, Pec e corsi sono obblighi di legge e l’Ordine non può sottrarsi.
Ma con tutta la buona volontà non possiamo sorvolare su un terzo piccolo dettaglio: Gianni è morto il 21 marzo 2020, e neanche uno del quale, leggendo gli articoli, sospettavamo spesso fosse sovrumano, può aprire caselle e-mail e seguire corsi di aggiornamento da morto.
gianni mura
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Dopodiché è facile immaginare come siano andate le cose: di pratiche così ne sono state istruite a centinaia, e si vota a nastro continuo. E poi, come avrebbe detto Gianni, non meniamola su troppo: avvisato dell’errore l’Ordine è (metaforicamente) arrossito e ha cancellato direttamente Mura dall’Albo, purtroppo per il motivo peggiore, l’inappellabile anagrafe. E il presidente Riccardo Sorrentino ha scritto personalmente una lettera di scuse a Paola Mura.
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