ELEONORA LANZETTI per il Corriere della Sera
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Un delitto senza colpevole. E tanti dettagli che non hanno ancora una spiegazione plausibile. In questura, a Pavia, proseguono gli interrogatori ad amici e parenti di Luigi Criscuolo - noto a tutti come Gigi Bici per essere stato proprietario di due rivendite di biciclette - il 60enne sequestrato e ucciso e il cui cadavere è stato ritrovato lunedì 20 dicembre davanti al cancello di casa di Barbara Pasetti, una fisioterapista di Calignano, frazione nelle campagne pavesi.
Molti i punti oscuri di questa vicenda. Per gli inquirenti, Criscuolo sapeva che quell'8 novembre, giorno della scomparsa, stava andando incontro a qualcosa di pericoloso: aveva appuntamento per la restituzione di un ingente debito con chi poi l'ha sequestrato ed ucciso.
Altrimenti, come testimoniato dal signor Pasqualino e da un altro amico, Gigi non avrebbe chiesto loro di essere accompagnato, e in qualche modo protetto. I due amici non avevano potuto raggiungere Calignano con Criscuolo, che era così salito sulla sua Polo bianca, presentandosi da solo a quell'incontro finto in tragedia.
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Le indagini si concentrano anche sul luogo in cui è stato abbandonato il cadavere: è stato scelto in modo casuale, solo perché in una zona defilata e non coperta dalle telecamere? Oppure gli assassini avevano un piano preciso? Il corpo è stato lasciato davanti all'entrata di una cascina in cui vivono alcune famiglie, coperto di foglie e sterpaglie. Poi l'assassino - o chi ha agito per lui - ha suonato al citofono della fisioterapista Pasetti: «Vada a vedere davanti al suo cancello, ci sono delle cose che le possono interessare».
Ma lei, come ha riferito agli investigatori e ai cronisti, all'inizio ha pensato fosse uno scocciatore intento a fare uno scherzo. Poco dopo il figlio della donna, un bimbo di 8 anni, avrebbe fatto la macabra scoperta mentre giocava a pallone. «Non centro nulla con questa storia. Sono terrorizzata, mio figlio ha gli incubi, lasciateci stare», ha ribadito più volte Pasetti. «Gigi Bici non lo conosco, e nemmeno la sua famiglia».
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Poi la fisioterapista ha chiuso le serrande e ha lasciato per qualche giorno il paese. Nei giorni successivi al ritrovamento del corpo l'assassino, o più probabilmente i rapitori-assassini di Criscuolo hanno fatto altre mosse.
Prima hanno imbucato nella cassetta delle lettere di Pasetti una foto del cadavere di Gigi Bici, poi le hanno recapitato una lettera anonima - destinata però alla figlia della vittima, Katia - che ora è al vaglio della scientifica e che di fatto conterrebbe il movente dell'omicidio: un debito da 300 mila euro. Criscuolo sarebbe stato ucciso perché colpevole di aver fatto sparire il bottino di una rapina messa a segno in Oltrepò Pavese - a cui lui non aveva partecipato - che avrebbe dovuto custodire, forse occupandosi anche della ricettazione.
La lettera ha toni crudi, diretti, è scritta al computer in un italiano stentato che tradirebbe le origini russe dello scrivente. E se invece quel testo pieno di errori non fosse che una messa in scena per depistare gli inquirenti? Il movente però sembra avere le prime conferme: la vittima sarebbe stata uccisa per una ingente somma che gli era stata data in custodia: più o meno 300 mila euro tra contanti e gioielli. In seguito gli autori della rapina avevano chiesto conto della refurtiva, ma Gigi, stando a quanto accusa l'autore della lettera anonima, si sarebbe intascato tutto.
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La mattina della scomparsa la vittima avrebbe incontrato i suoi assassini e avrebbe detto loro di non avere più quei 300 mila euro perché gli erano stati rubati. Gigi, a quel punto, sarebbe stato picchiato a sangue, caricato su un furgone - ma non ci sono immagini delle telecamere che possano confermarlo -, e nascosto in un luogo sconosciuto, sino alla data di restituzione del debito fissata proprio per il 20 dicembre. Il giorno del ritrovamento del cadavere.