BARBARA ACQUAVITI per il Messaggero
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Le variabili sono numerose e solo in parte prevedibili, troppe ancora le incertezze. Il Parlamento si prepara ad aprire il gran ballo del Quirinale sotto il peso della variante Omicron.
E se è vero che esiste una sorta di piano A per affrontare la votazione in tempi di Covid, lo è altrettanto la convinzione che solo a ridosso della fatidica scadenza sarà possibile sapere esattamente con quali regole andrà gestita la presenza dei 1007 grandi elettori. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha annunciato che comunicherà la data di inizio delle votazioni il 4 gennaio, successivamente gli uffici di presidenza dei due rami del Parlamento si riuniranno per fissare le procedure.
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LE REGOLE L'idea è quella di mantenere le due votazioni al giorno, ma bisognerà poi vedere se sarà tecnicamente possibile. In pratica, si procederà con un sistema a fasce orarie. Come accade in caso di fiducia al governo, infatti, la votazione per il presidente della Repubblica viene effettuata per chiamata nominale, partendo dalla lettera che viene di volta in volta estratta.
Questo consente di avere un'idea del timing: quando arriva il proprio turno, ciascun elettore passa sotto il catafalco allestito nell'aula di Montecitorio evitando di creare assembramenti e limitando il numero di persone contemporaneamente presenti nel palazzo.
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La grande variabile, tuttavia, sarà la diffusione dei contagi. Cosa accade se schizzano in alto, come molti paventano? Per gli elettori del prossimo presidente della Repubblica varranno le stesse regole che valgono per i comuni cittadini. Dunque non sarà possibile entrare in nessuna delle sedi istituzionali senza il green pass di base, ossia quello che è possibile ottenere anche con un test negativo.
LA PREVENZIONE Al momento non si scarta l'ipotesi di effettuare il tampone a chi accede, procedura che potrebbe rallentare ulteriormente le operazioni. Gregorio Fontana, questore di Montecitorio, sottolinea che l'impegno principale è quello di fare in modo «che sia garantita la piena funzionalità dell'istituzione». «Cercheremo di gestire la situazione come abbiamo sempre fatto. Anche durante il lockdown e in zona rossa la Camera non si è mai fermata e non è mai stata chiusa».
ROBERTO FICO L ESPLORATORE
Allo stesso modo non è previsto che il Transatlantico - riaperto ai giornalisti a inizio novembre - venga dichiarato off limits: ma ci sarà però un contingentamento degli accrediti. Il vero timore è che si raggiungano livelli di diffusione della variante simili a Francia o Inghilterra.
Al momento l'idea è di procedere normalmente: chi risulta contagiato non potrà entrare nel palazzo e dunque non potrà votare. Né è possibile pensare a una forma di voto a distanza dal momento che non c'è niente di più segreto del voto sul Quirinale. Come funzioneranno invece le quarantene? Come si diceva, varranno le regole che valgono per tutti. Se dunque il governo conferma l'idea di accorciare il periodo di isolamento per chi è alla terza dose di vaccino, la procedura sarà applicata anche ai grandi elettori.