giochi invernali
Mattia Chiusano per la Repubblica
La candidatura è un ibrido a tre teste: Milano, Torino e Cortina insieme. Un compromesso che viola la storia del Cio. Il peso della politica Tre città, tre regioni, due ex sedi olimpiche, una di Expo, 640 chilometri tra Sestriere e Cortina passando per Milano. Benvenuti alle Olimpiadi d' Italia, come si chiameranno i giochi invernali del 2026 se il Cio, il comitato olimpico internazionale, avallerà questo ibrido mai proposto nella storia dei Giochi dai tempi di Atene 1896.
malagò
E sempre se l' azzardo della commissione del Foro Italico, nato per mediare dopo il pesante intervento governativo, riuscirà il 10 settembre 2019 nella sessione Cio di Milano a battere le avversarie con la stessa credibilità di una città leader (che effetto avrebbe fatto Catalogna 1992, Georgia 1996, British Columbia 2010 invece di Barcellona, Atlanta o Vancouver?).
giochi invernali 2026
Il compromesso Non potendo proporre un nome forte come Milano, più suggestivo della riedizione di Torino 2006 o della proposta dolomitica di Cortina, il Coni ha preferito il compromesso per scontentare meno attori possibili di questa vicenda. Un fallimento il tentativo di coinvolgere la Torino della sindaca Appendino in un progetto MiTo che rianimasse gli impianti in rovina del 2006.
Una trattativa senza sbocchi quella per far recedere Zaia, governatore di un Veneto già beneficiato dai Mondiali di sci alpino 2021. Gli unici a fidarsi e sentirsi sicuro erano nello schieramento trasversale della Lombardia, il sindaco Sala e il presidente della Regione Fontana, convinti che la loro proposta avrebbe avuto la meglio al punto da allearsi con Sankt Moritz nel caso Torino e Cortina non avessero collaborato. L' inaugurazione a San Siro, la Medal Plaza al Duomo, al discesa libera a Bormio: tutto da rivedere.
APPENDINO DI MAIO
L' intervento del governo Perse per strada la Svizzera e l' Austria, restavano in corsa Stoccolma che aspetta le elezioni, la giapponese Sapporo, la canadese Calgary e la turca Erzurum. Niente di invalicabile per un movimento al quale il Cio aveva riaperto le porte dopo i tradimenti del 2020 (governo Monti) e del 2024 ( sindaca Raggi). Ma i colloqui del Coni col sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti, leghista, hanno rapidamente cambiato il quadro della sfida olimpica.
cerimonia inaugurazione olimpiadi
Innescando una lunga fase di trattative e mediazioni con le tre candidate, di analisi approfondite di dossier ( studi di fattibilità) ormai noti, di dialogo con una sindaca come Appendino che lottava con frange interne di contestazione alle Olimpiadi torinesi, continuando a ripetere no a qualsiasi ipotesi di progetto condiviso.
La resa Un argine caduto improvvisamente ieri sera, quando ormai Malagò aveva annunciato la nascita della candidatura a tre teste. Appendino - alla quale Malagò lunedì sera aveva detto "se vuoi vincere alleati, o da sola perderai" - riconosce che Torino 2026 non c' è più, la sfida è nazionale e quindi ad occuparsene devono essere gli " enti preposti" e il governo «nei confronti del quale ci mettiamo a disposizione» . Insomma, il governo cala una pesante mano sull' ipotesi di Giochi invernali, battezzati Olimpiadi d' Italia quando da sempre è una città a dare il nome ad un' edizione.
zaia cortina 2026
Oggi il voto del Consiglio Nazionale approverà il progetto.
Il comitato olimpico Dal Cio finora nessuna opposizione, c' è addirittura una lettera giunta venerdì che avalla la soluzione una e trina, Strano, perché il direttore esecutivo del Cio Christophe Dubi in un' intervista a Repubblica lo scorso aprile ricordava: «Ci piace che il Coni abbia presentato tre diverse città. Ma al livello successivo, dobbiamo essere pragmatici. I tre progetti andranno valutati dal Coni, che farà una sola proposta sulla quale lavoreremo» .
GIOCHI INVERNALI 2
Ma questo è il Cio, in una narrazione diversa da quella fatta al Foro Italico in queste ore. Di sicuro Malagò ha lavorato duro per portare avanti un progetto che poteva fare la fine del 2020 e 2024. E nella sua voglia di rinnovamento, il Cio potrebbe anche aprirsi ad un' Olimpiade nazionale/ regionale. Per chi supererà la prima scrematura a Buenos Aires a ottobre, poi vincerà a Milano nel 2019, entreranno 925 milioni di contributo Cio. Il costo ipotizzato della candidatura è inferiore ai 380 milioni previsti da Cortina, la sfida più economica.
Il meglio delle tre Nata la sfida italiana, dovrà ora prendere forma il progetto con cui il Coni proverà a vincere.« prendendo il meglio da ogni dossier » come spiega Malagò.
Cancellate Bolzano e Merano, le gare del ghiaccio si spostano verso Milano e la Torino del Palaisozaki e dell' Oval. A Milano resta una consolazione: difficilmente ci sarà un teatro più spettacolare di San Siro per la cerimonia inaugurale.
SALA E IL TRADIMENTO DI MALAGÒ "ORA SIA CHIARO CHI COMANDA"
Diego Longhin per la Repubblica
sala fontana malagò
Il più deluso? Il sindaco di Milano Giuseppe Sala che si sentiva la candidatura in tasca e invece si trova come città passante, tra Torino e Cortina, dei Giochi delle Alpi del 2026. Una " candidatura italiana".
Un format nuovo in tema di Olimpiadi, non solo invernali. «Condividendone lo spirito, ribadisco la necessità di una chiara identificazione della governance » , dice il primo cittadino in serata. Tradotto vorrebbe dire: «Non dovevamo essere noi la città capofila?» . No.
il sindaco beppe sala (3)
Il format inventato da Malagò prevede l' applicazione del principio di De Coubertin: l' importante è partecipare, nessuno vince e nessuno perde. Tutti sullo stesso livello. Dal Coni si affrettano a spiegare ufficiosamente a Sala che a Milano ci saranno le cerimonie di apertura e chiusura e che Milano sarà baricentrica, ma la candidatura cambia. Non sarà " Milano2026". Sarà un' altra cosa. E non sarà solo Milano a decidere, cosa che Sala non apprezza, tanto da fare un paragone con l' Expo: «Esperienza che mi ha insegnato quanto sia fondamentale per il rispetto dei tempi e per la qualità del progetto una precisa identificazione delle responsabilità della gestione del processo di candidatura e poi, auspicabilmente, della realizzazione. Milano vuole essere un' opportunità per le Olimpiadi italiane, nella consapevolezza che un' impresa del genere è gestibile solo con scelte precise » . Gli fa eco il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: « La proposta milanese va privilegiata dice - la governance deve essere in capo ad un soggetto». Milano vuole contare, anche perché è partita come la favorita. Come l' unica opzione possibile. Poi è arrivata Torino, forte dell' esperienza del 2006 e delle nuove regole del Cio. Ma nessuno ci credeva. Politicamente troppo debole, mille le contraddizioni. Chiara Appendino, tra le difficoltà e per non tradire le Valli Olimpiche, ha deciso, come se fosse una mano di poker, di andare a vedere: «È una candidatura nazionale - ha scritto a Malagò - le decisioni non spettano più alle singole città. Noi ci mettiamo a disposizione del governo».
OLIMPIADI INVERNALI 2018
Oggi il Coni deciderà votando in Consiglio nazionale, poi la palla passerà all' esecutivo giallo- verde per le verifiche. Nulla è scontato, anche se il Coni sottolinea di aver rispettato le indicazioni ricevute dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti. « Prendiamo atto della decisione del Coni, attendiamo i dossier per verificare la compatibilità dei progetti con le linee guida tracciate dal governo e per una verifica dei costi- benefici. In ultimo, capiremo se le Olimpiadi sono una priorità del governo e se ci sono i soldi per farle», sottolinea il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, il pentastellato Simone Valente.
MALAGO OLIMPIADI
L' M5s frena l' entusiasmo. Giorgetti dice «il governo incontrerà le città e verificherà la compatibilità delle linee guida con quelle poste dal Consiglio dei ministri». La formula " italiana" inventata da Malagò ha prodotto un effetto, rimettere in pista Cortina, fanalino di coda delle candidature nostrane. La perla delle Dolomiti un mese fa, quando tutti puntavano su Milano o al massimo sul tandem MiTo, non aveva possibilità.
giancarlo giorgetti
E il governatore del Veneto Luca Zaia è l' unico che si dice « in linea con la candidatura unitaria proposta da Malagò: chiediamo di fare presto e che ci siano precise garanzie per tutti coloro che vogliono essere della partita » . Cortina fa il bis. Nel 2021 i Mondiali di sci e nel 2026 le Olimpiadi. Doppi quattrini per fare, più o meno, le stesse discipline.
GIOCHI INVERNALI
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