Alessandro Rico per la Verità
giordano bruno guerri
Giordano Bruno Guerri, storico, saggista ed editorialista, presiede la Fondazione Vittoriale degli italiani. E alla monumentale residenza di Gabriele d' Annunzio sul lago di Garda, che ha compiuto 100 anni, ha dato nuova linfa, arrivando praticamente a raddoppiare il numero dei visitatori. Da qualche settimana, ha ottenuto dal prefetto di Brescia il permesso di riaprire il parco, «per evitare assembramenti altrove».
Ma ormai sono ripartite anche le visite al complesso museale.
Come sta andando l' affluenza?
«L' inizio è stato abbastanza buono, nonostante le giornate di pioggia: sono venute in media 200 persone al giorno. Certo, niente rispetto al 2019».
Purtroppo, era prevedibile.
«Il 4 maggio, martedì, abbiamo avuto 120 visitatori. Il 7 maggio 2019, sempre un martedì, ne avemmo 1.155. Dieci volte di più».
sergio castellitto gabriele d'annunzio
Nel frattempo, avete provveduto ad alcuni restauri?
«Abbiamo aperto sei cantieri. Abbiamo completato il Parlaggio, cioè l' anfiteatro. Abbiamo pulito la piazzetta Dalmata e la piazza dell' Esedra, i cui marmi erano diventati neri. Ora sono tornati rosa. E abbiamo ridipinto le facciate».
Avete risistemato anche l' aereo del volo su Vienna?
«Esatto, l' Ansaldo Sva».
Il 20 maggio uscirà il film con Sergio Castellitto su d' Annunzio.
giordano bruno guerri
«Sì. Ma ancor prima, il 15, avremo l' inaugurazione del roseto, con la rosa Gabriele d' Annunzio, che abbiamo creato dopo anni d' innesti e che ha già vinto due premi internazionali, per la rosa più bella e per la rosa più profumata».
Come si sarebbe comportato, il Vate, dinanzi alla pandemia?
«I paragoni storici sono sempre azzardati. Ma c' è un parallelo interessante».
Ovvero?
«Nel settembre 1920, a Fiume arrivò una nave cinese e si scoprì che era infestata da topi che portavano la peste».
Guarda caso, nave cinese. E che successe?
«Vennero subito presi provvedimenti drastici. D' Annunzio stesso comandò uno sterminio dei topi.
impresa di fiume 1
Si figuri: c' erano 10.000 legionari armati che s' annoiavano Partì una caccia al topo tremenda. E l' epidemia fu fermata subito».
giordano bruno guerri
Più efficace la Reggenza del Carnaro, di molti governi contemporanei«Be', con i fucili».L' arditismo di d' Annunzio potrebbe insegnare qualcosa a un' Italia che, almeno per metà, è ancora terrorizzata dal virus?
«C' è il motto "Memento audere semper", ricordati di osare sempre. Però una cosa è la guerra, un' altra è questo nuovo nemico, che si combatte solo con alcuni dei provvedimenti che sono stati effettivamente presi. Certo, i provvedimenti appaiono spesso tagliati con l' accetta, piuttosto che con il bisturi».
Ad esempio?
«Il coprifuoco mi sembra una misura eccessiva. E anche la disposizione sul pubblico nei teatri all' aperto, che ci danneggia moltissimo».
Perché?
«Il decreto dice che potrebbero essere ospitate fino a 1.000 persone, il che andrebbe bene. Ma poi specifica: "Massimo la metà della capienza". E quindi, nel nostro caso, i posti si riducono a 750. Una penalizzazione incomprensibile».
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A metà mese il coprifuoco dovrebbe essere rivisto. Ma nel frattempo, nell' incertezza sulla regola che vigerà in estate, teme che i turisti stranieri evitino l' Italia?
«La mossa di Mario Draghi, di dire "venite in Italia", è stata molto buona, perché ha fatto capire che le restrizioni diminuiranno. Però, indubbiamente, l' incertezza è un freno. Noi non sappiamo ancora a che ora potremmo cominciare i concerti».
Dovrete anticipare?
«In genere iniziavamo alle 21. Bisognerà iniziare almeno alle 20. E comunque, la gente avrà il problema del rientro a casa».
Cioè?
«Il nostro festival vende biglietti in tutto il mondo, fino alla Nuova Zelanda. Ma magari ci sono persone che arrivano da Torino, o da Firenze, ed è difficile che riescano a tornare a casa entro le 22 o le 23».
giordano bruno guerri foto di bacco
Quando occupò Fiume, d' Annunzio redasse una Costituzione sorprendentemente libertaria per l' epoca. Centouno anni dopo, discutiamo di ddl Zan e di come limitare la libertà d' espressione, nel nome della lotta alle discriminazioni. Non è paradossale?
«Ripeto, i paragoni storici sono un azzardo. Certamente, la Carta del Carnaro era estremamente liberale, tanto che alcuni spunti sono finiti anche in Costituzioni del dopoguerra. L' omosessualità, a Fiume, era tollerata e praticata».
C' è una differenza tra tollerare o praticare e provare a imporre l' ideologia Lgbt?
«Be', a Fiume c' era uno spirito libertario, ma la libertà aveva dei limiti anche lì» (sorride).
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E nella società di oggi, esiste, se non una dittatura, una «dictablanda» del pensiero unico?
«Il politicamente corretto. Uno dei drammi di questa epoca, perché conduce a eccessi spaventosi, a una formazione del pensiero statica, a limitazioni della libertà d' espressione. E, come conseguenza, ha anche quell' altro fenomeno, ancora peggiore, che è la cancel culture. Un abominio storiografico e intellettuale».
D' Annunzio, della cancel culture, sarebbe un bersaglio perfetto.
«Sì, anche se tutto il mio lavoro di questi anni è stato un tentativo di liberarlo dalla damnatio memoriae del fascismo».
In che senso?
«Benito Mussolini ha fatto credere per 25 anni che d' Annunzio fosse fascista. Ma lui non lo era. E contrariamente a quel che accade di solito - la storia scritta dai vincitori - in questo caso sono stati i vinti a imporre la loro versione. Così, l' Italia repubblicana e democratica ha lungamente continuato a credere a Mussolini, sul d' Annunzio fascista».
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Il regime guardava con estremo sospetto al Vate, no?
«Con estremo sospetto, diffidenza, controllo. Questo è proprio il tema del film Il cattivo poeta, con Castellitto».
Ci dia qualche anticipazione.
«Si parla di un' altra spia, oltre a tutte quelle che d' Annunzio aveva già intorno, voluta espressamente da Achille Starace».
Chi era?
«Il federale di Brescia, che lo sorvegliava perché il Vate era su chiare e manifeste posizioni antinaziste».
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Di Adolf Hitler, D' Annunzio ne disse di ogni.
«"Imbianchino", "buffone", "Charlot"».Qualche anno fa, lei affermò che gli allarmi sul ritorno del fascismo erano ridicoli, e che, tuttavia, si sarebbe manifestato un «fascismo economico», fondato sull' imperativo del lucro. A cosa pensava?
«Pensavo alle grandi multinazionali della comunicazione, come Facebook e tutti i monopoli del controllo sociale. L' abbiamo visto bene con l' oscuramento di Donald Trump».
Torniamo a Draghi. Ha fiducia nel premier, o crede che si sia infilato nel labirinto delle difficili mediazioni tra partiti?
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«Se c' è uno che può superare questi inghippi è proprio Draghi, che gode di autorevolezza e prestigio e, in una fase in cui i problemi diventeranno sempre più economici, ha anche gli strumenti per risolverli».
Lo vedrebbe bene al Quirinale?
«Sarebbe uno splendido presidente della Repubblica. Ma credo abbia ambizioni europee».
L' Europa, con l' allentamento dei vincoli di bilancio e il keynesismo del Recovery fund, è davvero cambiata?
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«Mi auguro abbiano capito che l' Europa deve marciare unita, in modo meno impiegatizio, burocratico e stringente. Da un lato, bisogna prendere decisioni davvero comuni, ma dall' altro lasciare più autonomia alle nazioni».
Lentezze ed errori sui vaccini, a paragone con il successo della campagna d' immunizzazioni nella Gran Bretagna post Brexit, hanno demolito quella narrativa del «nulla salus extra Europam»?
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«Indubbiamente. È detto talmente bene, che non c' è altro da aggiungere».
Il tramonto di Angela Merkel aprirà una guerra di successione alla leadership europea. Chi potrebbe spuntarla?
«Se vincerà la presidenziali, Emmanuel Macron».
Per noi, sarebbe una buona notizia?
«I nostri rapporti con la Francia non sono mai stati idilliaci. Siamo due Paesi in competizione l' uno con l' altro. Per cui, decisamente non la vedrei come una buona notizia. Si salterebbe dalla padella alla brace».
Andrea Scanzi sostiene che la destra non ha uno straccio d' intellettuale da 300 anni. Che bisogna rispondergli?
«Di studiare» (risata).
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A parte d' Annunzio, che consigli di lettura possiamo dargli?
«Se non vogliamo citare i soliti, come Luigi Pirandello, io direi Filippo Tommaso Marinetti: ha compiuto una rivoluzione culturale nei rapporti fra arte e vita, che ha investito tutto il mondo e sulla quale campiamo ancora oggi».
E la destra politica che prospettive ha? Andiamo verso un nuovo arco costituzionale, da cui Fdi è già fuori e dal quale qualcuno vorrebbe eliminare anche la Lega?
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«L' arco costituzionale fu un errore che ha impedito all' Italia di avere una destra normale. Ora che la destra normale esiste, sarebbe uno sbaglio clamoroso escludere Fratelli d' Italia. E della Lega non parliamo neppure: è un partito con qualche eccesso verbale, ma normalissimo».
In questi giorni ha tenuto banco la polemica su Fedez. È possibile immaginare un influencer alternativo al mainstream? Un influencer «dannunziano»?
«D' Annunzio stesso lo sarebbe.
E con molta più sostanza degli influencer fatti solo di manifestazione esteriore, visiva, rapida».
Insomma, d' Annunzio oggi userebbe Instagram?
«Non lo so. Ma sarebbe di sicuro un grandissimo comunicatore».
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