Estratto dell’articolo di Federico Capurso per www.lastampa.it
giancarlo giorgetti a pontida
«A me non fa paura la Commissione europea, a me fanno paura le valutazioni dei mercati che mi comprano il debito pubblico». Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - intervenendo all'evento "Le buone leggi. Semplificare per far ripartire l'Italia" - predica dunque «cautela». Già a partire dalla Nadef, il documento in cui il governo dovrà, entro il 27 settembre, aggiornare le previsioni economiche e gli obiettivi programmatici.
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«Nella Nadef bisogna mettere un numero che sia ragionevole, che dimostri la volontà del paese di tornare a una politica fiscale prudente - sottolinea Giorgetti - e che sia compatibile con il nostro livello di debito». Le richieste da parte dei partiti e dei ministeri «sono sempre ben al di là delle possibilità. A un certo punto però si tira una linea, il bilancio deve quadrare».
D'altronde, fa notare il ministro dell'Economia, «per chi è indebitato l’aumento dei tassi non è stato positivo noi abbiamo un debito per cui lo spread di tassi di interesse rispetto all’anno scorso fa sì che la manovra di bilancio sia stata portata via dalla rendita finanziaria», ha detto Giorgetti precisando che «se i tassi fossero rimasti quelli dell’anno scorso o di due anni fa avevo 14-15 miliardi in più da mettere sul fisco ma non ci sono più e si fara piu fatica ma si fa». E il debito, aggiunge, «può essere utilizzato come un'arma» dice.
giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini
Sarà dunque fondamentale trovare in Europa una soluzione non troppo penalizzante per Paesi ad alto debito come l'Italia, quando si dovrà chiudere un accordo sulle modifiche al Patto di Stabilità. Un «compromesso», dice Giorgetti, «si raggiungerà, se non a ottobre, entro Natale. Serve trovare una formula che permetta di capire la situazione e calarla nella realtà della storia, capendo l'epoca in cui stiamo vivendo, non c'è più il Covid ma c'è la guerra, i costi dell'energia e delle materie prime, rispetto le decisioni della Bce, sono autonome e indipendenti, non le metto in discussione, ma io che faccio politica queste cose le devo valutare e spero che il Consiglio europeo colga la situazione» […]
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