Paolo Mastrolilli e Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI
Se c'è una sponda a cui Giorgia Meloni non può in alcun modo rinunciare, è quella di Washington. Tanto più dopo lo scontro con la Francia, che la sta isolando in Europa. Certo, non potrà che ricucire con Parigi, anche se al momento un bilaterale a margine di questo G20 non è stato fissato, ed è difficile che lo sia soprattutto a causa delle resistenze francesi. In un momento di grande difficoltà in Europa, a Bali la premier si presenterà ai leader delle grandi potenze mondiali: ha in agenda bilaterali con il cinese Xi Jinping, il canadese Justin Trudeau, l'indiano Narendra Modi, il turco Recep Tayyip Erdogan.
joe biden
Ma è stato proprio il conflitto con Parigi a confermarle un dato politico e diplomatico: la forza e la durata della sua esperienza di governo non può prescindere da Joe Biden. Anzi, dipende in buona parte dalla copertura degli Stati Uniti, che secondo la Casa Bianca chiedono «cooperazione sulle sfide globali condivise, incluse quelle poste dalla Cina, e i nostri sforzi in corso per aiutare l'Ucraina a difendersi dall'aggressione russa».
In alto mare invece potrebbe tornare la nomina del prossimo ambasciatore Usa a Roma, perché dopo i sorprendenti risultati positivi delle elezioni Midterm, la Speaker della Camera Nancy Pelosi ha detto alla Abc che ad ora non ha «piani di lasciare il Congresso».
Per rispondere a tutte queste esigenze, la diplomazia italiana ha preparato un pacchetto di "rassicurazioni" da offrire in dote al Presidente americano. Che può sintetizzarsi nel totale sostegno sul fronte ucraino. Armi, dunque. Sostegno economico e politico. Tenuta della linea delle sanzioni a Mosca, fino a quando Washington vorrà.
MELONI MACRON
L'ambizione coltivata dalla fazione atlantista di FdI - che ha il suo epicentro proprio nella Presidenza del Consiglio - è quella di rappresentare una sorta di Polonia dell'Europa occidentale, dunque partner degli Usa almeno quanto membro dell'Unione europea. E tutto ciò, nonostante Salvini e Berlusconi. Su questo punto, Meloni lascerà intendere a Biden che è disposta a mettere in gioco anche la sua poltrona a Palazzo Chigi, «indietro non si torna». Anche perché la Casa Bianca conosce bene la presa di Mosca su alcuni partiti italiani, a partire dal rapporto certificato tra la Lega e Russia Unita.
paul e nancy pelosi 1
Da questa premessa discende il secondo punto: il bisogno italiano di ottenere garanzie dall'alleato per superare la strettoia dell'approvvigionamento energetico. Non è un caso che Meloni abbia abbandonato cinque anni di diplomazia dei suoi predecessori - e abbia deciso di retrocedere dalla contesa su Giulio Regeni - per sedere assieme all'egiziano Al Sisi.
Riannoda i rapporti con il Cairo, storico alleato degli Stati Uniti che nel bilaterale fra Biden e l'ex generale hanno sollecitato proprio il rispetto dei diritti umani e la liberazione dei detenuti politici, per garantirsi in futuro nuove forniture di energia e ingenti volumi di affari, ad esempio sul fronte delle commesse militari. E lo stesso spera avvenga in alcuni Paesi del Golfo, grazie all'intercessione degli Usa.
GIORGIA MELONI AL SISI
Ma è l'intero spettro degli affari con gli americani a interessare Roma, sempre nella chiave dell'investimento totale nella sponda transatlantica. E nella voglia di offrire una prospettiva che allontana il nostro Paese dalla cooperazione con la Cina, lasciando definitivamente il percorso già congelato della Via della Seta con Pechino.
L'idea è esplorare la proposta lanciata da Biden come alleanza commerciale alternativa a quella cinese, con uno stanziamento da 600 miliardi di dollari, su cui il Presidente Usa insiste da tempo. In questo senso, rilievo assu me un altro bilaterale: il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti si ritroverà a Bali con il segretario al Tesoro Usa, Yellen. E avrà anche altri due colloqui: la direttrice del Fondo Internazionale Kristalina Georgieva e il ministro delle finanze dell'Arabia Saudita Mohammed Al-Ja-daan.
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Gli Usa però non si limitano a chiedere all'Italia affidabilità nella sfida geopolitica con Cina e Russia, cioè le autocrazie che minacciano le democrazie. Perché per vincere questa partita epocale sono fondamentali anche altri due aspetti, cioè l'unità dell'Europa e la stabilità finanziaria.
Biden ha rilanciato il rapporto con la Ue non solo perché crede nel processo di unificazione avviato dopo la Seconda guerra mondiale, per evitare che simili tragedie si ripetessero come stiamo vedendo in Ucraina, ma anche perché gli serve la sponda di Bruxelles per contrastare Pechino e Mosca.
MELONI AL SISI 2
Non apprezza quindi che qualche Paese membro fondamentale incrini questa unità e compattezza, perché ciò mina la strategia prioritaria per la difesa della democrazia e dell'intero Occidente. Il discorso è simile per la stabilità fiscale, perché se in un momento delicato come questo, mentre l'inflazione dà i primi segnali di rallentamento, l'Italia tornasse alle politiche irresponsabili del passato, provocherebbe contraccolpi negativi che danneggerebbero tutti gli alleati.