Estratto dell’articolo di Marco Bresolin Francesco Olivo per "la Stampa"
giorgia meloni e mateusz morawiecki a varsavia
Senza l'alleato polacco al potere Giorgia Meloni è sicuramente più sola, ma forse più libera. Lo spoglio delle schede è stato vissuto con una certa apprensione anche a Roma. Le elezioni in Polonia, infatti, rappresentavano uno dei passaggi chiave per i progetti europei di Meloni.
Anche i più ottimisti tra gli italiani di Ecr (il gruppo dei conservatori europei, presieduto da Meloni) ieri erano ormai convinti che il PiS di Mateusz Morawiecki e Jaroslaw Kaczynski difficilmente resterà al governo. Così, ora a Palazzo Chigi si deve correggere la strategia.
GIORGIA MELONI MATEUSZ MORAWIECKI SANTIAGO ABASCAL
Se l'isolamento politico di Meloni è innegabile, c'è chi, tra i fedelissimi della premier, vede il lato positivo. Senza più la presenza ingombrante dei polacchi, Meloni infatti è più libera di poter compiere quell'avvicinamento ai popolari europei in vista della scelta del presidente della Commissione Ue.
La maggioranza Ursula, allargata a Meloni, […]è uno degli obiettivi dichiarati di Manfred Weber, capogruppo del Ppe, che ieri, infatti, celebrava la vittoria di Donald Tusk. La presenza del PiS, infatti, ha rappresentato un ostacolo per ogni movimento della premier.
giorgia meloni e mateusz morawiecki a varsavia.
[…] Il bicchiere, però, è soprattutto vuoto. L'uscita di scena del PiS dal governo polacco, infatti, ridurrà significativamente il peso dei Conservatori all'interno del Consiglio europeo (l'organo in cui siedono i leader dei 27 Paesi Ue) e del Consiglio dell'Unione europea (la camera legislativa che rappresenta i 27 governi).
Con ripercussioni sulla distribuzione delle cariche ai vertici delle istituzioni Ue che andrà in scena dopo le elezioni. Reclamare posizioni-chiave nella prossima stanza dei bottoni, dopo il voto polacco, sarà più difficile. E questo a prescindere dall'esito delle Europee.
GIORGIA MELONI JAROSLAW KACZYNSKI
Attualmente, Italia, Polonia e Repubblica Ceca – tutte e tre guidate da un premier conservatore – contano su un pacchetto di voti che vale circa il 25%, perché il "peso" di ciascuno Stato all'interno del Consiglio è dato dalla popolazione rappresentata. Senza Varsavia, però, il gruppo dei Conservatori vedrà ridurre la sua influenza al tavolo dei governi.
Dopo le prossime Europee, con ogni probabilità, al Parlamento europeo continuerà la coalizione formata da popolari, socialisti e liberali. Sarà questo, come quattro anni fa, il punto di partenza per dare il via alla legislatura. Rispetto alle precedenti elezioni, la novità sarà legata a un possibile coinvolgimento dei conservatori. Non nell'ottica di una "maggioranza alternativa" con il Ppe, un'ipotesi che concretamente non è mai esistita, ma piuttosto di un allargamento verso destra dell'attuale coalizione, sorretta non più da tre, ma da quattro pilastri.
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Il punto è che il quarto pilastro, senza la Polonia, sarà indubbiamente più debole e questo è certamente un problema per Meloni perché sarà più difficile ottenere una carica di vertice. Anche gli equilibri all'interno della Commissione risentiranno di un cambio di governo a Varsavia. I commissari sono nominati dai governi e la rappresentanza politica all'interno dell'esecutivo Ue (fatta eccezione per il presidente) è slegata dall'esito delle Europee. […]
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