giovanni soldini
Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”
Il trimarano di Giovanni Soldini, il mitico e velocissimo Maserati Multi70, ha preso il volo come un aliante impazzito.
«Mi hanno detto che la tromba d'aria l'ha scaraventato a 5-6 metri di distanza dal cantiere di Bocca di Magra (al confine tra Liguria e Toscana ndr ) dove era custodito ed è stata una cosa spaventosa, mai vista prima», racconta l'uomo simbolo della vela che a 16 anni aveva già attraversato l'Atlantico.
I danni sono irreparabili?
i danni alla barca maserati multi70 di giovanni soldini 5
«Non lo so con certezza, in questo momento sto navigando davanti alle Cicladi, aspettiamo che una gru lo riporti in cantiere per le verifiche. Pare che si possa rimediare e spero proprio di averlo nuovamente a disposizione quando a settembre parteciperò ad alcune regate nel Mediterraneo e navigherà verso i Caraibi in inverno.
Mi hanno raccontato scene apocalittiche da uragano, disastri che fino a pochi anni fa conoscevamo in altre latitudini. Nel Mediterraneo siamo arrivati all'impensabile, non possiamo andare oltre, il limite è stato superato. Il mare sta bollendo. Lo dicono anche i miei dati».
Ha fatto analisi anche lei?
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«Sul trimarano abbiamo installato un dispositivo che misura percentuale di CO2, salinità del mare e temperatura. Tutti i limiti sono stati superati. Nel Mediterraneo la temperatura dell'acqua è di 28-30 gradi. Numeri folli, la temperatura normale dovrebbe essere intorno ai 20-22 gradi. E questo favorisce eventi atmosferici impensabili sino a qualche anno fa».
Si dice che ci sia anche un uragano «stanziale» nel nostro mare. Le risulta?
«Certo, si forma ormai da cinque anni al largo della Sicilia: è visibile anche dal satellite. Ed è solo un esempio. Temo che eventi come quelli accaduti ieri in Italia si ripeteranno anche a settembre e ottobre. Saranno violenti e sempre più imprevedibili».
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Prima invece si potevano prevedere?
«Quando ho iniziato a navigare non solo in mare non era caldo e non c'era la plastica, ma gli eventi atmosferici erano più prevedibili e meno estremi. Ciò che sta accadendo in Italia è una cosa mai vista prima. Il mare assorbe il riscaldamento terrestre provocato dall'effetto serra e cerca di mitigarlo, ma adesso il Mediterraneo non ce la fa più e spesso è più caldo dell'aria».
Però grandinate e trombe d'aria ci sono sempre state, anche alle nostre latitudini.
«Certo, ma la grandine che a Sestri Levante ha distrutto un'auto è una cosa ben diversa da quella che conoscevamo noi. Così come è allarmante che le trombe d'aria si siano trasformate in uragani. Le cose stanno cambiando velocemente e i segnali purtroppo sono molto chiari».
Ci sono rimedi?
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«Smettere di bruciare idrocarburi, utilizzare le energie rinnovabili e imparare a vivere in modo ecocompatibile».
Da navigatore ed ecologista vuole fare un appello?
«Sì, mi rivolgo alla politica. Deve smettere di far finta di non vedere, è una strategia poco intelligente e pericolosa. Ci è rimasto poco tempo per salvare il Mediterraneo».
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