E.LA. per “la Repubblica”
«Non avremo subito un candidato premier comune», dice Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia. Che mette le mani avanti: «Sulle regole d'ingaggio nel centrodestra decideremo la prossima settimana. Ma a parer mio meglio prima vincere la partita e poi decidere chi deve alzare la coppa».
GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI
Hanno fatto molto discutere, suscitando anche la perplessità di Draghi e del Quirinale, le dichiarazioni di Berlusconi secondo cui è stato il premier alla fine a scegliere la crisi, forse perché stanco. Avete fatto tutto per salvare il governo?
«Il killer del governo non è il centrodestra ma il Pd, che ha inseguito fino all'ultimo il campo largo e l'ossessione di continuare la spartizione del potere con il M5S.
Noi avevamo chiesto che, essendo venuto meno il patto di governo, si andasse avanti con una nuova maggioranza senza i 5S e con un esecutivo rinnovato. Draghi, purtroppo, non ha voluto far votare la nostra risoluzione».
ANTONIO TAJANI
Non teme che l'esito della vicenda Draghi possa consegnare l'immagine di una Fi schiacciata su posizioni sovraniste o populiste?
«Forza Italia, che si colloca dentro il partito popolare europeo, ha una forte tradizione europeista e atlantista che nessuno può mettere in discussione» Oggi l'incontro fra Berlusconi e Meloni. Diamo per scontato l'accordo per un centrodestra unito?
«Credo proprio di sì».
Come si risolve la questione della leadership? Il candidato premier sarà annunciato già prima della campagna elettorale? O sarà deciso dopo? E in questo caso si applicherà la regola che il partito con più voti esprime il presidente?
ANTONIO TAJANI - SILVIO BERLUSCONI - MARTA FASCINA
«Ogni partito, dentro la coalizione, correrà per sé, non avremo bisogno di annunciare subito un candidato premier comune. Esattamente come accadde nel 2018. Per quanto riguarda la scelta finale sul nome per Palazzo Chigi, se ne parlerà in un momento futuro. A cominciare dal vertice della prossima settimana. Io, personalmente, credo che prima occorra rafforzare la coalizione, dobbiamo giocare ancora la partita e vincerla. Poi si vedrà chi alzerà la coppa».
ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI
Meloni ritiene che in base ai sondaggi la scelta spetti a lei.
«Ripeto, ne parleremo. Certo, uno scenario è quello che vede un partito nettamente davanti agli alleati, come accaduto in passato. Un altro quello che presenta tre partiti non distanti. Bisognerà ragionare».
Quanto crede che peserà, in termini di immagine e di voti, l'addio di figure storiche di Fi come Gelmini, Brunetta e, forse, Carfagna? Vede la possibilità che la ministra del Sud, ad esempio, possa essere la leader di un polo centrista?
«Il Centro è Forza Italia, non ne vedo altri possibili, non ne esistono al momento. E mi pare che i sondaggi ci stiano premiando. Mi faccia dire una cosa su chi va via: dovrebbe rinunciare alle cariche avute grazie a Fi».
mara carfagna antonio tajani
Intanto Berlusconi è alla nona discesa in campo, stavolta con una svolta green. Dal milione di posti di lavoro al milione di alberi da piantare.
«Ma noi siamo sempre stati ambientalisti: non dimenticate che Berlusconi ha realizzato città a misura d'uomo. Ma essere ambientalisti non significa essere seguaci di Greta Thunberg. Forza Italia è fortemente impegnata su questo fronte, con la convinzione che bisogna conciliare la crescita, e quindi una politica industriale e agricola e il sostegno alle piccole e medie imprese, con la lotta al cambiamento climatico e la tutela dell'ambiente».