Daniela Polizzi e Alessandra Puato per “L’Economia – Corriere della Sera”
Tredici quelle saltate finora nelle grandi aziende e nelle istituzioni (la Consob), almeno quattro quelle cruciali in scadenza nel 2019. Più un' Authority nevralgica per il Paese come l' Antitrust, scoperta da un mese e mezzo dopo l' addio (previsto) di Giovanni Pitruzzella.
E uno snodo delicato come l' Istituto nazionale di statistica, il cui vertice è vacante da oltre due mesi dopo l' uscita di Giorgio Alleva (e scalda i muscoli Gian Carlo Blangiardo, sostenuto dalla Lega, avversario del presidente Inps, Tito Boeri).
TITO BOERI
Per le poltrone pubbliche è il momento della grande girandola, che ora coinvolgerà le quotate: toccherà andarci cauti e avere solide ragioni industriali, perché il Tesoro non perda in Borsa sulle sue stesse società. A maggior ragione se entreranno nel piano di privatizzazioni, l' ultima carta del ministro del Tesoro Giovanni Tria per finanziare la manovra.
Il governo Lega-5Stelle in sei mesi ha azzerato i vertici di Cassa depositi e prestiti (Claudio Costamagna e Fabio Gallia), Ferrovie dello Stato (Renato Mazzoncini e Gioia Ghezzi) e Anas (Gianni Vittorio Armani), Rai (Monica Maggioni e Mario Orfeo) e Agenzia delle Entrate (Ernesto Ruffini), Agenzia del Demanio (Roberto Reggi) e Agenzia spaziale italiana (Roberto Battiston).
L' 8 novembre si è dimesso per altro incarico il presidente dell' Enav, Roberto Scaramella, nomina di Gentiloni (sostituito già da Nicola Maione); ed è di metà ottobre l' avvicendamento atteso da giugno al Gse, il gestore dei servizi energetici, con Francesco Vetrò al posto del renziano Fabrizio Sperandini.
SALVINI CONTE DI MAIO
Mentre l' esecutivo si misura con Bruxelles sulla sostenibilità della Legge di bilancio, lo spread resta alto sopra i 300 punti e il divario tra i due partiti di maggioranza si apre, sono tanti ancora i manager pubblici la cui poltrona può saltare.
In scadenza ci sono nel 2019 i vertici di quattro società: innanzitutto l' Inps dello scomodo Boeri (febbraio), che ha contestato come maschilista la manovra perché non c' è più il congedo di paternità obbligatorio, la Fincantieri di Giuseppe Bono al quarto mandato, l' Italgas di Paolo Gallo, la Snam di Marco Alverà. E nel 2020 la Leonardo del banchiere Alessandro Profumo e le Poste di Matteo Del Fante.
matteo del fante
Possibile qualche scambio incrociato all' interno dello stesso gruppo. Giuseppe Zampini, per esempio, è stato riconfermato lo scorso anno all' Ansaldo Energia di Genova, con soci al 40% i cinesi di Shanghai Electric: 72enne, potrebbe tornare a fare il presidente e lasciare il posto di ceo a un manager più giovane.
L' amministratore delegato dell' Enel, Francesco Starace è in carica dal 2014 (governo Renzi) ed è stato confermato lo scorso anno con mandato fino al 2021. Con il ceo dell' Eni, Claudio Descalzi, è il manager delle partecipate pubbliche in assoluto più apprezzato, anche dagli investitori internazionali. Ha cavalcato le rinnovabili e sta traghettando l' Enel verso diversificazioni del futuro come la mobilità elettrica (le colonnine di ricarica).
È critico sul piano della rete unica per l' Internet veloce in tutta Italia fra Open Fiber e Tim, che il governo sta spingendo anche attraverso la Cdp dei neonominati Fabrizio Palermo e Massimo Tononi, che possiede Open Fiber pariteticamente con l' Enel. Domani l' Enel presenterà l' aggiornamento del piano strategico: il debito resta corposo e il board non vuole accrescerlo. Ma il governo non è orientato a rinunciare alle competenze di Starace. Non si può escludere un suo passaggio, sulla poltrona di amministratore delegato dell' Eni, se il pur blindato Descalzi non fosse riconfermato (decade nel 2020).
Certo rimuovere un manager pubblico prima della scadenza ha un costo in termini di buonuscita per l' azionista Tesoro. E i ribaltoni senza logica industriale non piacciono al mercato, convinto che chi fa bene debba poter portare a termine i piani. Può anche darsi che nell' incertezza politica attuale le decisioni rallentino. L' auspicio degli investitori istituzionali (molti dei quali esteri) di quotate come Eni, Enel, Snam, Poste, Leonardo o Fincantieri (e dei risparmiatori) è comunque che le scelte siano su progetti di lungo periodo, non solo mosse post elettorali, pur comuni a ogni nuovo governo.
GIUSEPPE BONO
Un caso industriale è il progetto di avvicinamento tra Leonardo e Fincantieri, attraverso Cdp. Profumo,ceo dell' ex Finmeccanica, inizialmente sembrava in discussione. Ha guadagnato consenso con il vicepremier Luigi Di Maio che ha avuto modo di conoscerlo meglio nella trattativa sui tagli alla Difesa e sabato è andato a visitare il sito di Leonardo di Sesto Calende Potrebbe incassare un rinnovo, anche se Leonardo non spicca il volo (gli utili restano in calo, il titolo ha perso il 45% dalla nomina del ceo). Il governo chiede però un ruolo dell' azienda nel venture capital con investimenti nelle Pmi tecnologiche. E garanzie sul lavoro.
Anche il suo omologo in Fincantieri, Bono, che decadrà nel 2019 e ha dato la disponibilità a ricostruire il ponte di Genova, potrebbe restare: magari con un ruolo di presidente (vista l' età, 74 anni, e i 47 anni nelle società di Stato) che disegna le strategie.
Lasciando anche lui a un manager più giovane l' operatività da ceo. Alle Poste c' è la corsa per il ruolo di Del Fante, fiorentino e di squadra renziana (decade nella primavera 2020). Si sarebbe ammorbidita la sua posizione col governo.
marco alvera
Le Poste sono un forziere, anche per future operazioni nel ricco sistema delle fintech, e fra i pochi candidabili alle privatizzazioni con una seconda tranche in Borsa. Con Del Fante i dividendi per Cdp e Tesoro sono stati promessi in aumento del 5% fino al 2020. Il 26 è previsto un incontro a Roma con i sindaci dei piccoli comuni. Parteciperà il premier Giuseppe Conte, è ritenuto un segnale di dialogo.
Dovrebbe invece essere definito a giorni l' avvicendamento all' Anas, che il governo vuole scorporare da Fs: patata bollente per chi sostituirà Armani, appena costretto a uscire. L' assemblea è prevista il 28 novembre. Resta la candidatura di Ugo Dibennardo, l' esperto di manutenzioni straordinarie e smart road che ha già incontrato il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli.
Ma Dibennardo, una carriera in Anas, ha avuto ruoli con l' ex potente capo Pietro Ciucci e rapporti con l' ex ministro berlusconiano Maurizio Lupi.
paolo gallo
Perciò i 5 Stelle potrebbero proporre un' alternativa. Circolava nei giorni scorsi il nome dell' ex poliziotto ed ex capo del personale Anas Carlo Sgandurra, presidente da dicembre dell' Agenzia per il controllo dei servizi del Comune di Roma, giunta Raggi. Sulla strategica Asi, dopo le polemiche per l' uscita forzata di Battiston, è notizia di venerdì scorso la nomina a commissario straordinario di Piero Benvenuti, ordinario di Astrofisica a Padova, in attesa di un nuovo presidente.
Dovrebbero mantenere la poltrona di ceo Roberta Neri all' Enav e Gallo all' Italgas. È ritenuto un buon manager Alverà nella Snam impegnata nella transizione energetica e nel dialogo con il territorio come azionista del gasdotto Tap.