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    GIUDICI CONTRO - LA PROCURA GENERALE DI MILANO SCONFESSA I PM DEL TRIBUNALE: SBAGLIANO AD ARCHIVIARE L’INCHIESTA SU EXPO - L’APPALTO SULLA PIASTRA: FATTI GRAVI DA APPROFONDIRE - LO VINSE LA MANTOVANI CON UN RIBASSO DEL 42%: “NON IDONEO NEPPURE A COPRIRE I COSTI” - L’INCHIESTA ERA ALLA BASE DELLO SCONTRO FRA BRUTI LIBERATI E ROBLEDO


     
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    Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

     

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    La Procura generale di Milano sconfessa la Procura della Repubblica che chiedeva al gip di archiviare l' inchiesta sul più grosso appalto di Expo 2015, la Piastra da 272 milioni di base d' asta: il Pg toglie ai Pm il fascicolo con un provvedimento di avocazione, subentra loro, e per l' udienza di stamattina manda un proprio magistrato a chiedere al gip la revoca della richiesta di archiviazione.

     

    Aggiunge così un capitolo clamoroso alla già travagliata storia di un fascicolo penalizzato a metà 2014, nei suoi possibili sviluppi, dallo scontro tra l' ex procuratore Edmondo Bruti Liberati (poi in pensione e ieri comparso in Procura dai colleghi Greco e Perrotti) e l' allora suo vice Alfredo Robledo (poi trasferito dal Csm per i suoi rapporti con l' avvocato della Lega, Domenico Aiello), che ne era titolare con i pm Filippini-Pellicano-Polizzi. Quel braccio di ferro culminò nella mail con la quale Bruti il 18 giugno 2014 vietava a Robledo di partecipare con i tre pm a un importante interrogatorio proprio dell' inchiesta sulla Piastra; e fu poi cornice di controverse interpretazioni, tra le quali nel 2015 le parole del presidente del Consiglio Renzi su «Cantone, Sala e la Procura di Milano che ringrazio per aver gestito la vicenda Expo con sensibilità istituzionale».

     

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    Già sono rare le avocazioni in caso di inerzia dei pm. Qui invece non c' è stata «inerzia» di indagini, ma la Procura generale dubita che il modo con cui alcuni punti non sarebbero stati approfonditi, e le conclusioni che su altri non sarebbero state tratte, abbiano garantito un effettivo esercizio dell' azione penale. E lo argomenta forte di una interpretazione estensiva ammessa 15 giorni fa in Procura generale di Cassazione dal sostituto pg Antonio Balsamo e dall' Avvocato generale Nello Rossi in tutt' altro caso riguardante la morte di un neonato in ospedale.

     

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    Per i pm della Piastra, «nonostante gli sforzi investigativi» non era stata «provata l' esistenza» di tangenti, ma erano emerse «numerose anomalie e irregolarità amministrative»: nella fase «della scelta del contraente» (la Mantovani che nel 2012 vinse con un ribasso del 42% sulla base d' asta, «non idoneo neppure a coprire i costi»), e «nella fase esecutiva» quando le condizioni furono modificate «consentendo all' appaltatore di entrare in una anomala trattativa "al rialzo" con il committente, ponendo come contropartita la cessazione dei lavori, la cancellazione dell' evento e la credibilità del Paese».

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    Ma per la Procura generale tutto ciò - come pure la retrodatazione del cambio di uno dei commissari di gara, o l' affidamento per 4,3 milioni alla Mantovani della fornitura di 6.000 alberi costati solo 1,6 milioni - non è allora conseguente con la scelta dei pm di chiedere l' archiviazione e di limitarsi a notare che in nome dell'«unico interesse dei manager Expo» dell' attuale sindaco Sala, e cioè «finire i lavori entro aprile 2015», fosse stata «arretrata la soglia della legittimità dell' agire amministrativo» in una «deregulation dettata dall' emergenza».

     

    Il 28 ottobre il gip Andrea Ghinetti aveva preso tempo sulla richiesta di archiviazione e fissato udienza stamane con i legali dei 5 soli indagati (gli ex manager Expo Angelo Paris e Antonio Acerbo, l' ex presidente della Mantovani, Piergiorgio Baita, e gli imprenditori Erasmo e Ottaviano Cinque) per meglio comprendere la tesi dei pm: al loro posto, però, troverà il pg Felice Isnardi dopo l' avocazione decisa ieri dalla Procura generale di Roberto Alfonso.

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    In concreto, essendo passati più di 2 anni dalla fase calda delle indagini, è improbabile si vada oltre un tentativo di supplemento di indagini. Ma già questo renderebbe vagamente surreale l' assicurazione del Consiglio Superiore della Magistratura (ribadita in più delibere) circa il fatto che in quel periodo lo scontro Bruti-Robledo «non ha mai compromesso la risposta impersonale della Procura della Repubblica, che è stata comunque tempestiva ed efficiente».

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