Estratto dell’articolo di Daniele Priori per “Libero quotidiano”
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[…] Giuliana De Sio […]. La incontriamo nei Castelli Romani dove ha portato in scena nei giorni scorsi una serata unica, intitolata Favolosa, dedicata […] alla lettura delle favole secentesche del Basile. Contesto perfetto il festival intitolato Vivi Velletri nel chiostro, pure quello secentesco, del Convento del Carmine. Con un ricco cartellone di prestigiosi ospiti e eventi in programma fino a settembre.
Signora De Sio, cos’è per lei la favola?
«In questo momento è una bella ciambella di protezione da tutta la bruttezza, la follia, la negativa, la violenza che ci circonda. La favola è anche un luogo di cultura[…]. Però fondamentalmente per me, ora, è un luogo di rifugio».
Quelle che racconta lei, però, sono assai politicamente scorrette...
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«Questa è la cosa bella. Se fossero politicamente corrette non sarebbero divertenti. In realtà questi sono tutti gli archetipi di favole conosciutissime come Cenerentola, dove però la Cenerentola originaria non è né bella, né dolce, né aggraziata ma è brutta, sciatta e ha pure un cattivo carattere.
La Cenerentola di Basile fu la prima ad essere stata raccontata, fino ad arrivare al cartone della Disney che ce la presentava come il classico femminino. In effetti però è davvero interessante notare come queste favole originarie siano più acide, più rozze che il Basile ha ascoltato dai racconti dei contadini».
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[…] La sua vita fuori dal palcoscenico e lontano dai riflettori, Giuliana, è una vita comune o una vita... da attrice?
«Non è una vita da persona comune perché non essendomi fatta una famiglia, non avendo né figli né marito, vivo come una adolescente. Sono continuamente contornata da gruppi di amici che vengono a trovarmi, sia se mi trovo al mare, sia se sto in città. La mia vita è tutta con gli amici. Ho un gruppo molto vasto di persone che frequento e riempiono dei buchi che altri colmano in maniera diversa, magari proprio formandosi una famiglia tradizionale. Nella mia vita nessuna giornata somiglia all’altra perché non ho nessuna abitudine particolare[…]».
Non si è fatta una famiglia ma ha avuto relazioni con uomini iconici, suoi grandi colleghi attori come Haber e Nuti, parte del suo stesso mondo. Che amori sono stati?
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«Haber, Nuti, poi ho avuto anche storie con personaggi diversi, di altra caratura, registi come Elio Petri che era un intellettuale. Degli attori in realtà penso che non siano nemmeno uomini fino in fondo. Ricordo in tal senso un’intervista di Valeria Golino che aveva come titolo: “Non sono mai stata con un uomo” e sotto c’era scritto in piccolo “solo attori”. Questo perché gli attori hanno delle vanità tipicamente femminili. Non sono molto maschili in questo senso...».
Possiamo quindi dire che gli attori uomini sono più “primedonne” delle attrici?
«Sì. Sono più donne delle donne...».
A proposito di donne e mondo dello spettacolo. Crede nella battaglia del #metoo intrapresa da numerose attrici in tutto il mondo?
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«Io penso che in quel movimento ci sia tanta verità ma anche tanta fuffa. Si è messo tutto in un calderone e non era la cosa giusta da fare. Una cosa del #metoo certamente giusta e davvero da sostenere è la battaglia contro l’abuso da parte di uomini in posizioni di potere che mettono nelle condizioni di essere minacciate e ricattate donne che semplicemente vogliono lavorare. Questa è la cosa veramente grave. Gli eccessi di donne che si mettono a urlare dicendo di essere state molestate.
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