Marco Giusti per Dagospia
l uomo dalle due ombre 1
E in chiaro stasera cosa vediamo? Su Iris alle 21 il thriller diretto da Terence Young nel 1970, ma in America uscì solo quattro anni dopo finendo subito in tv, “L’uomo dalle due ombre” con Charles Bronson, Liv Ullmann, James Mason, Jill Ireland, Michel Constantin, Gabriele Ferzetti, sceneggiatura di Albert Simonin tratta da un racconto di Richard Matheson.
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Di fatto è una storia alla Liam Neeson, con i cattivi che tengono in ostaggio la famiglia di Charles Bronson se non collaborerà a un colpo. A Bronson gli rode parecchio questo ricatto e ovviamente non vede l’ora di menare. Al posto di James Mason, amico di vecchia data di Terence Young, doveva esserci Jason Robards. Cosceneggiatrice è la moglie di Terence Young, ma nel cast troviamo Sabine Sun, la sua futura compagna. Non lo vedo da allora. Niente di speciale, ma ben fatto.
roma a mano armata 4
Su Cine 34 alle 21 occhio a “Roma a mano armata” di Umberto Lenzi con Maurizio Merli, Giampiero Albertini, Ivan Rassimov, Arthur Kennedy. Su Canale 20 alle 21,05 il fantascientifico “Dredd – Il giudice dell’apocalisse” di Pete Travis con Karl Urban, Olivia Thirlby, Lena Headey, Wood Harris, Langley Kirkwood, Domhnall Gleeson, tratto dal celebre fumetto di John Wagner e Carlos Ezquerra già portata al cinema, malamente, da Stallone protagonista.
roma a mano armata 5
Sembra parecchio interessante il film di spionaggio ambientato nella Berlino poco prima del crollo del muro "1989 - La svolta” diretto da Sven Bohse con Petra Schmidt-Schaller, Ulrich Thomsen, Harald Schrott, Artjom Gilz, Carsten Hayes, dove è di scena una spia della Stasi che si finge brava mogliettina di un americano a Berlino Ovest, con tanto di figli, e un lavoro all’ambasciata. Ma qualcuno sta indagando su di lei.
il diritto di contare
Rai Movie alle 21,10 presenta l’ottimo biopic “Il diritto di contare” di Theodore Melfi con Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst, storia delle tre ragazze afro-americane che lavorarono alla Nasa negli anni d’oro contribuendo alla grande stagione dei viaggi nello spazio. Sembra che quando la vera Katherine Globe Johnson, una delle tre scienziate, abbia visto, a 98 anni, la sua storia sullo schermo, si sia chiesta che cosa avesse di così interessante la sua vita per farci addirittura un film.
il diritto di contare 9
In realtà, quello che sostiene tutto il lungo racconto di questo solido, divertente, funzionantissimo, è proprio la storia di Katherine e delle sue amiche, Dorothy Vaughan e Mary Jackson, matematiche nere, interpretate da Tataji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monae, che nei primi anni ’60 contribuirono, in pieno segregazionismo in Virginia, ai calcoli spaziali della Nato che mandarono il primo uomo americano, John Glenn, in orbita nello spazio e poi sulla luna.
La novità è che non solo non si tratta di tre donne bianche, ma di tre donne afro-americane in un momento particolare della storia del paese, tanto che le scoperte scientifiche andranno di pari passo con la lotta per i propri diritti.
una donna in carriera
Su Canale 27 alle 21,10 avete invece “Una donna in carriera”, classico di fine anni ’80 diretto da Mike Nichols con Melanie Griffith, Sigourney Weaver, Harrison Ford, Philip Busco, Alec Baldwin. Su Cielo alle 21,20 avete il thriller sudafricano “Dark Tide” di John Stockwell con la bellissima Halle Berry nelle vesti di studiosa e esperta di squali, Olivier Martinez, Ralph Brown, Luke Tyler, Mark Elderkin, Thoko Ntshinga.
i miserabili film di ladj ly
Ma la vera bomba è “I miserabili” Rai 4 alle 21,10, bellissima e assolutamente spiazzante e non riconciliata opera prima di Lady Ly, malgrado il nome, nero, maschio e francese, forte del Premio della Giuria a Cannes tre anni fa, della candidatura francese agli Oscar, e di ben 12 nominations ai Cèsars con quattro vinti. Girato nel quartiere di Montfermeil, vicino a Parigi, dove lo stesso regista, con genitori originari del Mali, è nato e cresciuto, e dove Victor Hugo ha messo in scena nel suo “I miserabili”, citato sia nel titolo che un po’ nella storia, la scena fondamentale del primo incontro fra l’ergastolano Jean Valjean e Cosetta, il film nasce da un documentario dello stesso titolo girato nel 2017 da Lady Ly e ispirato a veri fatti accaduti proprio lì nella giornata del 14 ottobre 2008.
i miserabili film di ladj ly
Ma, anche se la tentazione è quella di fare un film ultra-realistico all’americana, seguendo tre poliziotti, il duro e corrotto Chris di Alexis Manenti, anche cosceneggiatore, il nero Gwada cresciuto nel posto di Djebril Zonga e il nuovo venuto Stephane Ruiz di Damien Bonnard, che è poi il vero protagonista, il film è alla ricerca di qualcosa di più del solito film col quartiere che scoppia e i poliziotti, un po’ buoni un po’ cattivi che cercano di sistemare bene o male le cose.
Puntando tutta l’azione su un ragazzino, novello Gavroche alla Victor Hugo, il piccolo Issa Percia, che dopo aver festeggiato a Parigi la vittoria della nazionale ha rubato un leoncino ai violentissimi zingari del Circo Zeffirelli (è così…) e su quel che ne segue, perché i tre poliziotti trovandosi circondati lo feriranno per errore, scatenando l’inferno, visto che un altro ragazzino ha filmato tutto con un drone, e i poteri adulti del posto iniziano a farsi sotto, Lady Lj apre un discorso molto preciso sulla composizione sociale e etnica del quartiere e sull’origine del male che può portare allo scontro a fuoco tra polizia e abitanti neri di Montfermeil.
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Boom! Come scrive Hugo, insomma, “Ricordate questo, amici miei: non esistono né piante cattive né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.
addio alle armi 2
Su Tv2000 alle 21, 20 passa un vecchio arnese come “Addio alle armi” diretto da Charles Vidor, che sostituì John Huston dopo gli scontri con David O’Selznick., con Rock Hudson, Jennifer Jones, Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Leopoldo Trieste, Memmo Carotenuto. Come ci venne spiegato all’epoca delle rivelazioni su Gladio, gran parte di quelli che avevano aderito a Gladio stavano sul set come extra. Pensa un po’. Rock Hudson preferì girare “Addio alle armi” rispetto a “Ben-Hur”, leggo, anche se mi sembra un po’ strano. Disse che fu il più grande errore della sua carriera. Leggo pure che un giovane Pier Paolo Pasolini collaborò alla sceneggiatura.
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Su Rete 4 alle 21,25 vi farete più d’una risata con “Una festa esagerata”, uno dei migliori ultimi film di Vincenzo Salemme con Vincenzo Salemme, Massimiliano Gallo, Tosca D'Aquino, Iaia Forte, Nando Paone. Faceva molto ridere Tosca D’Aquino come moglie del protagonista Salemme. “Te la faccio vedere!” urla a un certo punto Teresa, la moglie un po’ cafona del geometra arricchito Gennaro Parascandolo sulla loro bella terrazza sul golfo di Napoli mentre stanno preparando una festa mostruosa per i 18 anni della loro figliola. “Ma se non me la fai vedere nemmeno a letto…”, risponde Gennaro.
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Oltre a Tosca D’Aquino scintillante e giustamente sguaiata col tono della napoletana arricchita, “I peperoni non devono essere molli, ma duri e croccanti”, trovate un Nando Paone arcigno e claudicante, e delle new entries di gran classe come una isterica Iaia Forte come vicina che non sopporta i rumori, e un Massimiliano Gallo nel ruolo di Lello, portiere in seconda, quindi “secondino”, che sogna il portierato grazie a un voto “uanime”, cioè unanime, di solida tradizione peppinesca.
una festa esagerata
Nel mare di figure e figurine di contorno, la cameriera fedele al padrone, Antonella Morea, il finto cameriere indiano di Pozzuoli, Vincenzo Borrino, brillano anche un Francesco Paolantoni come assessore all’edilizia, un Giovanni Caccioppo come prete siciliano affannato di tutto, e uno strepitoso James Senese come se stesso.
il dottor zivago
Passiamo alla seconda serata. Propongo di rivedere “Il dottor Zaivago”, polpettone riuscito di David Lean con Omar Sharif, Julie Christie, Rod Steiger, Alec Guinness, Geraldine Chaplin. Siamo tutti fan del Dottor Zivago, non solo Nanni Moretti. Chi l’ha visto da ragazzino non può certo scordarlo. Lean avrebbe voluto Peter O’Toole fresco di “Lawrence d’Arabia” come Zivago e Jane Fonda come Lara. Lui, dopo la fatica di Lawrence, rifiutò, lei pure perché non voleva stare nove mesi in Spagna. E rimane uno dei suoi più grandi rimpianti.
il dottor zivago
Così Lean, dopo aver fatto provini con altri attori, lo fece anche il mio amico Robert Woods, scelse Omar Sharif, che cadde davvero dalle nuvole. Così scuro, così egiziano. Si rapò a zero e si mise una parrucca biondastra. Devo dire che funzionò. Scelse subito anche Julie Christie, che è meravigliosa come Lara. Avrebbe invece voluto Marlon Brando (see…) come Viktor Komarovsky, ma poi scelse Rod Steiger. Avrebbe voluto Audrey Hepburn come Tonya, ma rimase incantato dal provino di Geraldine Chaplin.
Finito, il film ebbe pessime critiche dai giornali americani, ma fu un successo strepitoso, l’ultimo di David Lean, e vinse ben cinque Oscar, tutti tecnici, sceneggiatura di Robert Bolt, musica di Maurice Jarre, fotografia di Freddie Young, scenografia di John Box, costumi di Phyllis Dalton. E Omar Sharif e Julie Christie diventarono due superstar. Leggo anche, e la cosa devo dire che mi diverte, che Lean trattava malissimo un campione come Alec Guinness.
In un mare di repliche vi segnalo su Rai 4 alle 23,05 “L’angelo del male – Brightburn” di David Yarovesky con Elizabeth Banks, David Denman, Jackson A. Dunn, con una coppia che non riesce ad avere un figlio, poi, grazie a un misterioso intervento alieno (ma davvero?) nascerà il pupetto. Che non sarà proprio il pupetto desiderato…
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