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    “LA RIFORMA DELLA MELONI? UN BALLON D’ESSAI” – GIULIANO URBANI, CO-FONDATORE DI FORZA ITALIA E TEORICO DELLA "RIVOLUZIONE LIBERALE" DEL CAV, STRONCA IL PREMIERATO: “È UNA RIFORMA INGENUA CHE RIDUCE I POTERI DEL COLLE. L’OPERAZIONE RIESCE SE C’È UN DIALOGO STRETTO CON L’OPPOSIZIONE MA CI VORRÀ UN MIRACOLO. VIA I SENATORI A VITA? CI SARÀ UNA MODIFICA - IL REFERENDUM? UNA ROULETTE, E' DA INCOSCIENTI...”


     
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    Emanuele Lauria per La Repubblica

     

    giuliano urbani giuliano urbani

    Questa riforma? Un ballon d’essai”. Giuliano Urbani, ex docente universitario e co-fondatore di Forza Italia, di norme per il funzionamento delle istituzioni e della politica ne ha viste da vicino parecchie. Una, datata 1998, portava proprio la sua firma insieme a quella di Giulio Tremonti: e mirava tra l’altro a eliminare i ribaltoni. Venticinque anni dopo, il progetto Meloni-Casellati si pone lo stesso obiettivo. Ma convince poco il politologo che è stato due volte ministro nei governi Berlusconi.

     

    Partiamo dalle intenzioni, non nuove: favorire governi più stabili.

    “La direzione è quella giusta: il rafforzamento dei poteri dell’esecutivo. Diciamo che mi aspettavo una riforma un po’ più presidenziale, mettiamola così. Ma mi faccia aggiungere che, anzitutto, questa iniziativa mi sembra ottimista e ingenua”

     

    (…)

    giorgia meloni. giorgia meloni.

    Entrando nel merito della riforma: elezione diretta del premier ma senza un meccanismo che comporti lo scioglimento del Parlamento in caso di sfiducia o dimissioni del primo ministro. Punto molto discusso.

    “Sì, e se è vero che il simul stabunt simul cadent è il vero l’obiettivo della premier, mi chiedo perché la norma non sia stata inserita sin da adesso. Evidentemente non c’è un accordo. E si vuole ancora discutere”.

     

    C’è in compenso una norma anti-ribaltone fondata sulla possibilità che il capo dello Stato dia l’incarico a un altro parlamentare, collega di maggioranza del premier eletto e poi cessato dalla carica. Ma quest’ultimo deve impegnarsi ad attuare il programma del primo.

    giuliano urbani e silvio berlusconi giuliano urbani e silvio berlusconi

    “La parte più debole della riforma: secondo me è difficilissimo che si crei una situazione del genere. Se c’è una vera crisi questo è un pannicello caldo. La verità è un’altra: si sente l’esigenza di una riforma e si mette sul tavolo questa”.

     

    Tutto da discutere, insomma.

    “Forse è eccessivo dire che si tratta di un disegno di legge che ha funzione di propaganda, non parlerei neppure di slogan, di certo questa riforma mette in un quadro normativo molti dei cavalli di battaglia del centrodestra, come i no ai ribaltoni e ai governi tecnici. Però, allo stesso tempo, siamo di fronte a uno scenario che vede chi ha proposto il testo già disponibile a modificarlo. Vediamoci e parliamone, è il motto. Si lascia aperta ogni speranza. È un ballon d’essai”.

    Meloni dice che si toccano “minimamente” i poteri del presidente della Repubblica. È d’accordo?

    “È inevitabile che con una riforma che prevede l’elezione diretta del premier vi sia una riduzione dei poteri del Capo dello Stato. Ma questa maggioranza avrà la forza per marciare su questa strada?”.

     

    È evidente che lei non ci crede.

    “Secondo me le possibilità di riuscita dell’operazione si fondano su un gentleman agreement fra maggioranza e opposizione. Senza un dialogo stretto e costruttivo non si procede”.

    Ci sono le condizioni?

    giuliano urbani giuliano urbani

    “Serve un piccolo miracolo. E dipende anche dall’opposizione: non so se Schlein, per esempio, abbia questa disponibilità al dialogo. Pur potendo vantare numeri inferiori rispetto a quelli del passato. È l’ora di fare un elogio della debolezza. Se tutti, anche chi oggi si crede più forte, prenderà atto della propria debolezza, allora una riforma che rafforza i poteri dell’esecutivo e che serve a tutti procederà nel cammino”.

     

     

    giuliano urbani 4 giuliano urbani 4

    L’alternativa è il referendum. E nel centrodestra sembrano quasi rassegnati a quest’ipotesi. Che non spaventa. Marcello Pera, in un’intervista a “Repubblica”, avverte sul rischio che l’esito della riforma, alla fine, dipenda da una sorta di lotteria.

    “È da incoscienti fare affidamento sul referendum. È una puntata massima alla roulette”.

    Si vogliono abolire anche i senatori a vita, avrà letto.

    “Questa proposta, più che dubbioso, mi lascia indifferente. Perché non credo che si arriverà mai a quel punto. La norma sarà modificata, può giurarci”.

    giuliano urbani giuliano urbani

    VIGNETTA DI ALTAN SU GIORGIA MELONI VIGNETTA DI ALTAN SU GIORGIA MELONI terza repubblichina - titolo de il manifesto terza repubblichina - titolo de il manifesto

     

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