giulio tremonti
L.Del. per “la Verità”
«L'Europa non è fatta solo da competenze esclusive. È fatta anche e soprattutto da competenze concorrenti. Queste, giusto o sbagliato che lo si ritenga, rappresentano comunque la sostanza e lo spirito vero dell' architettura europea». Giulio Tremonti, accademico, presidente di Aspen Institute Italia e più volte ministro dell' Economia, fa un'oggettiva ricostruzione, in un momento così drammatico, del meccanismo europeo.
UNIONE EUROPEA
Gli europeisti convinti continuano a battere il tasto della mancanza di poteri della Commissione Ue per intervenire sull'emergenza sanitaria. Cosa ne pensa?
«Non è vero. L'Unione ha competenza esclusiva su alcune materie, ad esempio sul commercio internazionale. Ma ha anche competenze concorrenti con quelle degli Stati su un vastissimo catalogo di altre materie, inclusa la sanità. In specie nel Trattato si parla di "grandi flagelli". Quelli che lei chiama europeisti hanno ignorato e ignorano la struttura costituzionale dell' Europa, riducendola alla dialettica tra competenze sovrane degli Stati e competenze esclusive dell'Unione.
PAOLO GENTILONI DAVID SASSOLI
Ignorano il fatto che la struttura costituzionale europea è molto più vasta e articolata, ci sono anche le competenze intermedie, che seppure concorrenti non sono meno competenze di quelle esclusive, cambia solo la forma politica e tecnica nella quale possono ma anche devono essere esercitate. A riprova del fatto che l' Ue ha competenza in materia sanitaria, c'è che il 30 gennaio l'Oms ha dato l' allarme proprio all' Ue. Per quanto risulta, l'Ue si è attivata sul piano burocratico ma non ha cominciato a svolgere la sua necessaria e costituzionalmente prevista, funzione politica».
david sassoli ursula von der leyen 1
Ma questa è la tesi di un europeista convinto come David Sassoli, che tra l' altro si è messo in autoisolamento.
«Mi pare un caso di autoisolamento non solo sanitario ma anche costituzionale, dato che nel Trattato si assegna un ruolo anche al Parlamento europeo».
Quale azione politica, concreta, è mancata?
«Sarebbe stato necessario e sufficiente leggere il titolo XIV del Trattato europeo: monitoraggio dei fenomeni, analisi dell' azione dei singoli Stati, evitare che essi, nella loro azione, violassero i principi dell' Unione, esercitare quello che un tempo era il suo vero potere, cioè il soft power. Se anche non avesse il potere di imporre ai singoli Stati standard sanitari, come minimo aveva il dovere di omogeneizzare le informazioni, non tollerando tecniche informative anarchiche asimmetriche come quelle attuate, diverse da Paese a Paese».
giulio tremonti
Cos' è il soft power?
«È un potere politico dell' Europa che può esistere anche senza aver base nei trattati - qui c'è base nei trattati. Ad esempio alla costruzione dell' euro concorse, con una decisiva quota di soft power, il presidente della Commissione Jacques Delors. Ma, ripeto, se l'introduzione dell'euro non era ancora prevista dal Trattato, qui la mancata attività era prevista dal Trattato. Se c'è stato sovranismo sanitario non c'è stato un ruolo di coordinamento dell' Europa che pure è scritto nel Trattato ed è necessario per il bene comune. Coordinamento vuol dire indicare le cose da fare ma sanzionare e reprimere le cose da non fare».
JACQUES DELORS
L' Ue poteva intervenire contro Francia e Germania, che hanno bloccato l' esportazione di mascherine e strumenti di protezione nel nostro Paese e contro l' Austria che ha chiuso le frontiere?
«Quello che mi pare fuori, non solo dalla lettera, ma anche dallo spirito del Trattato, è il silenzio o l' omissione. Non conosco la casistica specifica, ma mi è abbastanza evidente che lo spirito che dovrebbe essere comune tra i popoli europei, è anche quello che si manifesta nei comportamenti concreti, soprattutto nelle "cose piccole" che sono poi quelle che i popoli capiscono più direttamente».
La Commissione, come ha annunciato la presidente Ursula von der Leyen, stanzierà 25 miliardi a sostegno dell' economia. Basteranno?
coronavirus, il video messaggio di ursula all'italia 1
«Per quanto è noto sono 25 miliardi destinati ai 27 Stati dell' Unione e tra l' altro tratti dal bilancio dell' Unione e quindi pagati di tasca nostra, una ben strana liberalità. E tra l' altro da parte dell' Europa noto uno straordinario meccanismo di fabbricazione di fondi a mezzo fondi. Oggi a Bruxelles si parla di questo fondo, ieri si parlava di un altro fondo, un fondo "verde" cubato pari a 1.000 miliardi di euro. Se questo da 25 miliardi è fatto con i soldi nostri, quello era fatto con soldi inventati, dentro una scenografia che ha visto l' apparizione congiunta ufficiale tra la presidente della Commissione Ursula e Greta Thunberg».
Sarà concesso all' Italia di far salire il deficit fino al 3%. È un buon passo?
«Su questo ci saranno molte occasioni per discutere ma un punto dovrebbe e potrebbe essere fermo già oggi: c'è una strutturale differenza tra gli scostamenti di bilancio causati da congiunture economiche negative o da politiche devianti e gli scostamenti causati da eventi eccezionali, soprattutto connessi a fenomeni naturali.
Su questo non solo i trattati europei ma anche la nostra Costituzione, sono chiarissimi.
greta thunberg a torino 7
Sugli scostamenti del primo tipo la discussione è quella che si sviluppa in termini di flessibilità. Gli eventi del secondo tipo, con i connessi scostamenti, si sviluppano su un piano diverso ed escono dalla dialettica politica che è riservata a quelli del primo tipo.
Su questi non c' è spazio per la discussione, sono possibili e basta. Parlare di flessibilità che ci sarebbe "concessa" dall' Europa anche su spese di questa seconda classe è svelare nel rapporto con l' Europa la sindrome del portiere di notte. È una sindrome che umilia tanto un governo nazionale quanto l' Europa stessa che invece dovrebbe avere la sua base storica e politica nella logica della solidarietà, non sulla rigidità dei parametri manipolati nell' interesse delle banche, come è stato nel caso della Grecia e contro l' Italia».
EUROBOND
Lei aveva rilanciato l' ipotesi di eurobond, che ne è stato?
«È un' idea che risale a Delors, al 1994, poi ripresa nel 2003 dal governo italiano e poi ancora ripresa in un articolo scritto congiuntamente da Tremonti e Jean-Claude Juncker pubblicato nel 2009 sul Financial Times. A quell'altezza di tempo c' era un consenso che, seppur non manifestato, includeva anche il Nord Europa. Non era solo l'iniziativa di un ministro italiano ma anche del presidente dell' Ecofin. Poi però la crisi greca ha terminato quella fase. Credo che abbia di nuovo senso parlare di una iniziativa sugli eurobond».