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    GIUSEPPE STATUTO È FINITO AI DOMICILIARI PER UNA VECCHIA STORIA LEGATA A UN PALAZZO DI VIA BROLETTO A MILANO E A UNA CONTESA LEGALE CON IL GRUPPO GUCCI - IL SUO GRUPPO, VALUTATO 1,1 MILIARDI E’ ESPOSTO, SECONDO INDISCREZIONI, PER CIRCA 700 MILIONI DI DEBITI E ORA... 


     
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    Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera”

     

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    È una vecchia storia legata a un palazzo di via Broletto a Milano e a una contesa legale con un colosso della moda come Gucci che ieri ha fatto finire in custodia cautelare ai domiciliari l' immobiliarista Giuseppe Statuto, 51 anni, di Aversa ma da tempo trapiantato nel capoluogo lombardo.

     

    Statuto è l' unico sopravvissuto della stagione dei «furbetti del quartierino» (con i colleghi Stefano Ricucci e Danilo Coppola). Negli anni si è concentrato sugli hotel di lusso: possiede i palazzi che ospitano alberghi iconici come il Danieli di Venezia, il Four Seasons di Milano e il San Domenico di Taormina, con cui si è costruito una fama di imprenditore di successo. E anche fortunato. Proprio venerdì 14 ha guadagnato 35 milioni di dollari grazie all' offerta da 3,2 miliardi di dollari di Lvmh sul gruppo Usa di hotel di lusso Belmond, di cui Statuto appena il 20 novembre ha dichiarato di avere il 5,1%.

     

    Danilo Coppola Danilo Coppola

    Ieri la svolta clamorosa, che ora potrebbe avere effetti sull'intero gruppo, valutato 1,1 miliardi ed esposto, secondo indiscrezioni, per circa 700 milioni di debiti. Su ordine del gip di Roma Flavia Costantini, che ha accolto le richieste della Procura, la Guardia di finanza ha posto ai domiciliari Statuto, il suo braccio destro Massimo Negrini e il presunto prestanome Fulvio Mercogliano, in un'inchiesta per bancarotta fraudolenta relativa alla Brera srl, una delle circa 90 società del gruppo e dichiarata fallita nel 2016 su istanza della Guccio Gucci spa, creditrice di 2,2 milioni derivanti dalle spese di ristrutturazione sostenute nella sede di via Broletto, concessa in locazione da Statuto.

     

    anna falchi stefano ricucci anna falchi stefano ricucci

    Nel dicembre 2015, con un giro di crediti infragruppo la liquidità di Brera srl, 8,3 milioni, sarebbe stata distratta verso la controllante Michele Amari srl, il cui debito verso Brera veniva poi accollato alle lussemburghesi Benvolio Investment e Capital Development. I soldi rimanevano alla Michele Amari, capogruppo operativa di Statuto, mentre la Brera restava creditrice di società in crisi, fino al fallimento del luglio 2016 con un passivo di 32 milioni, di cui 30 nei confronti del Fisco e il resto verso Gucci.

     

    «Appare evidente la spregiudicatezza della condotta degli indagati, finalizzata alla creazione di società a mero scopo speculativo - scrive il gip - sistematicamente e in maniera preordinata portate al fallimento, come di fatto sta avvenendo per numerose società del gruppo». Della Brera sarebbero anche stati fatti sparire i documenti contabili.

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    La cifra che ha fatto cadere in disgrazia Statuto appare piccola in confronto all' entità del gruppo e alle mosse di Borsa più recenti. Anche l'operazione Belmond, che vale più di tutte le partecipazioni finanziarie della capogruppo Statuto Lux Holding Re, ha una storia particolare: a comprare sono due veicoli, Slhre Fin 1 e Slhre Fin 2, creati nel 2017; appena due giorni dopo aver dichiarato alla Sec (la Consob americana) il possesso del 5,1% pari a 100 milioni di dollari prima dell' offerta di Lvmh, vengono cedute per 100 mila euro l' una alla persona fisica Statuto. Cioè lasciano il gruppo. E i suoi debiti.

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