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    IL DIVANO DEI GIUSTI – CI VORREBBE UN “NOVECENTO” E CI UN BERTOLUCCI, PER RICORDARE A SERRA E, MAGARI A ZINGARETTI, CHE SI POTEVA ESSERE INTELLETTUALI, COMUNISTI, E NON SBAGLIARE ARREDAMENTI NÉ SPAIARE I CALZINI, MA SAPER DESCRIVERE PERFETTAMENTE IL MONDO DOVE SIAMO CRESCIUTI – PER IL RESTO, STASERA LE COSE MIGLIORI PASSANO ALL’1 DI NOTTE. “MACHETE” CONTRO IL SONTUOSO “RACCONTO DEI RACCONTI” DI GARRONE. NELLA NOTTE C’È POCO SI PUÒ RECUPERARE IL CULTISSIMO “LA DONNA LUPO” CON LOREDANA CANNATA A CACCIA DI MASCHI – VIDEO


     
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    Il divano dei Giusti 3 febbraio

    novecento novecento

    Marco Giusti per Dagospia

     

    Mentre l’Italia si inchinava a Draghi salvatore della patria, via Renzi&Giorgetti, e Bruno Tabacci ci raccontava commosso ieri sera a “Dimartedì” quanto fosse democristiano nel profondo l’amico Mario già nel 1983 di fronte a una platea di giornalisti un filo giovani&sprovveduti, Telese-Conchita-Aprile, ripassavo stamane su Sky, come fosse una serie, “Novecento” di Bernardo Bertolucci, ogni volta scisso come il PD di Zingaretti/Bettini/Franceschini fra un lo amo/lo odio che mi perseguita da allora. Non era facile rendere una posizione.

     

    pupi avati lei mi parla ancora pupi avati lei mi parla ancora

    E mi domandavo perché l’immaginario emiliano parmense, così sanguigno e comunista, rappresentato proprio da Bertolucci e il suo “Novecento”, sia rappresentato adesso dal democristianissimo, lacrimoso e bolognese Avati che sulla stessa Sky già ci tormenta con una raffica di trailer dell’ultima opera, vedibile da venerdì, “Lei mi parla ancora”, che porta sulle scene la famiglia Sgarbi, modenese come Franceschini certo, ma certo né sanguigna né comunista.

     

     

    machete machete

    Come ci siamo arrivati? Magari possiamo farci la stessa domanda di fronte al baratro di un Salvini-Di Majo o di un Conte-Casalino o a un paese incapace di salvarsi da solo senza l’arrivo di Draghi e le bacchettate del vecchio democristiano Mattarella.

     

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    E mi domandava anche: se Zingaretti dà della radical-chic Conchita, cosa avrebbe potuto dare a Bertolucci e alle ricostruzioni ultra chic di Mapi Maino in “Novecento”, ammesso che l’abbia visto? Ma nessun film, lo sappiamo, descrive così bene non solo il mondo contadino della Bassa ma soprattutto la borghesia infingarda italiana, quella che ci ha portato al fascismo senza mai voler prendere una decisione, la stessa, in fondo, che ci porta a questo disastro di governo-non-governo in un momento così tragico e assurdo.

     

    Ci vorrebbe un Novecento, magari per liberarci da queste serie lunghe ore e ore e ore che vediamo su Netflix, e ci vorrebbe un Bertolucci, almeno per ricordare a Michele Serra e, magari a Zingaretti, che si poteva essere intellettuali, comunisti, e non sbagliare arredamenti né spaiare i calzini, ma saper descrivere perfettamente il mondo dove siamo cresciuti. Per il resto, stasera le cose migliori passano all’1 di notte.

     

     

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    “Machete” di Roberto Rodriguez con il grande Danny Trejo, Michelle Rodriguez, Jessica Alba, Rai Due, contro il sontuoso “Racconto dei racconti” di Matteo Garrone, Rai Movie, con Selma Hayek che si mangia un cuore, con John C. Reilly palombaro che incontra un drago marino, con Ceccherini e Alba Rohrwacher che avrebbero meritato un film tutto loro.

     

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    Sono tutti e due film non completamente riusciti, il primo per eccesso di splatterumo, il secondo per effetti speciali che avrebbero avuto bisogno di più soldi, ma che almeno provano a far qualcosa di diverso. Soprattutto provano qualche piccola magia che un tempo il cinema ci offriva quotidianamente.

     

    la donna lupo la donna lupo

    Alle 21, invece, potete scegliere tra il primo e miglior film di Rocco Papaleo, “Basilicata Coast to Coast”, Cine 34, con Giovanna Mezzogiorno, Max Gazzé, Alessandro Gassman, tutti così freschi e allegri, la commedia malandrina con viaggio nel tempo di Massimiliano Bruno “Non ci resta che il crimine”, Rai Movie, con Leo-Tognazzi-Gassman e una esplosiva Ilenia Pastorelli che mostra un po’ troppo il sedere, il sempre divertente “Il principe cerca moglie” di John Landis (ho detto John Landis!) con Eddie Murphy, Italia 1, e “L’alba del pianeta delle scimmie” di Rupert Wyatt, canale 20, che è molto di più di un remake riuscito con Andy Serkis che fa la scimmia e James Franco e fu un vero caso alla sua uscita.

     

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    Costruito in tre parti ben distinte, la prima di pura medicin-fiction, con gli esperimenti in laboratorio e la crescita della scimmia Cesare in famiglia come uno Spider Man qualsiasi, la seconda di puro prison-movie, la terza di tattica e guerriglia rivoluzionaria urbana, il film funziona quando abbandona i terreni più facili e si avventura nel dramma dei sentimenti. Esattamente come nel vecchio film con Charlton Heston. 

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    Ma qui la chiave di tutto, l’essere che comincia a capire, non è l’umano, l’anonimo James Franco con la fidanzata Frieda Pinto, quanto la scimmia. È Cesare che riesce a cominciare col vecchio nonno John Lihtgow, con l’orango del circo, con lo scimmione Buck, che ha una strategia rivoluzionaria alla Che Guevara.

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    Non a caso la sua prima parola è “No”.  E quando Will gli chiede di tornare a casa, gli risponde che “Cesare è già a casa”. Perchè come certi personaggi di Melville, da Bartleby al Babo di Benito Cereno, Cesare fa parte di noi.

     

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    In seconda serata darei davvero un’occhiata, Rai 4 alle 23, 10, al recente e sofisticato horror “It Comes at Night” di Trey Edward Shults con Joeld Edgerton, Riley Keough, Carmen Ejogo che se la vedono con una malefica presenza nella solita casa da film di paura.

     

    Nella notte c’è poco, magari si può recuperare il cultissimo “La donna lupo” di Aurelio Grimaldi con Loredana Cannata a caccia di maschi, Cielo a mezzanotte, il sofisticato ma erotichello “Sotto falso nome” di Roberto Andò con Daniel Auteuil e la bellissima Anna Mouglalis, Cine 34 all’1, 10, o l’ormai dimenticato “L’Angelica avventuriera” di Denyd de la Patelliere con Michele Mercier e Daniel Gelin, Rete 4 alle 2, 30, che devo pure aver visto distrattamente nel 1966.

     

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    Non so davvero nulla, invece, e mi spiace, di “Missione sabbie roventi” di Alfonso Brescia con Howard Ross alias Renato Rossini e lo spagnolo Roberto Camardiel, avventuroso in costume truccato da eurospy. C’è pure Mia Genberg, una delle gemelle svedesi già vista in “Sedotti e bidonati”. Ricordo infine come delizioso “Il ladro della Gioconda” di Michelle Deville, Rai Movie alle 5, con George Chakiris, Marina Vlady, Margaret Lee e molti italiani, come D’Orsi-Bonucci-Tedeschi-Palmer. Un film da riscoprire.

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