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    IL CINEMA DEI GIUSTI - FREDDI, INDIFFERENTI A TUTTO, AI LIMITI DELL’AUTISMO. SORVEGLIATE LE SIGNORE DEI PARIOLI CHE ANDRANNO A VEDERE QUESTO COMPLESSO, AFFASCINANTE, A TRATTI ANCHE DIVERTENTE ‘CORPO E ANIMA’ DELLA UNGHERESE ILDIKÓ ENYEDI - UN’OPERA RIVOLUZIONARIA E NON ADDOMESTICATA ALL’INTERNO DEL CINEMA D’ARTE EUROPEO DI TRADIZIONE


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    Corpo e anima di Ildikó Enyedi

     

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    Freddi, indifferenti a tutto, ai limiti dell’autismo, ma quando scoprono che fanno lo stesso sogno non può che essere amore. Sorvegliate le signore dei Parioli che andranno a vedere questo complesso, affascinante, a tratti anche divertente Corpo e anima, il film diretto da Ildikó Enyedi, la regista ungherese autrice di un non dimenticato Il mio XX secolo, perché, Orso d’Oro di Berlino e nomination agli Oscar come miglior film straniero a parte, non è affatto un’opera politicamente corretta. Anzi.

     

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    E’ qualcosa di rivoluzionario e non addomesticato anche all’interno di un cinema d’arte europeo di tradizione. Erano anni che non sentivamo più il nome della sua regista, che leggiamo ha firmato una lunga serie psicanalitica in 37 puntate in questi ultimi tempi, Térapia, che ci piacerebbe vedere, ma Corpo e anima non sembra affatto l’opera di un autore invecchiato o poco attivo. I due protagonisti sono Endre, interpretato da un non attore, certo Géza Morcsányi, cupo e freddo cinquantenne con una mano lesa, direttore di un mattatoio che gestisce con estremo rigore e Maria, interpretata dalla cecoslovacca Alexandra Borbély, premiata agli EFA, gli Oscar europei, gelida bionda trentenne vergine che parla pochissimo e ha una memoria fotografica di tutto quello che vede e che sente, venuta al mattatoio per controllare la qualità della carne.

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    Forse troppo freddi per potersi sfiorare, anche se lui è interessato da subito a lei, e infatti cerca di mangiare alla mensa del mattatoio con lei, scoprono che fanno misteriosamente lo stesso sogno, dei cervi liberi in un bosco innevato. Un sogno che in qualche stride con l’orrore del mattaoio e la macellazione della carne che è sotto i loro occhi.

     

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    Ma da quel sogno i due iniziano a costruire una sorta di relazione che possa avvicinare le loro anime e i loro corpi. Lo fanno in maniera non naturale e piena di esitazioni e di ripensamenti, a metà tra il dramma e la tragedia, ma qualcosa fra questi due esseri così gelidi sembra essere nato. Girato e costruito benissimo dalla regista, è una storia d’amore come raramente se ne vedono che il doppiaggio italiano massacra un po’, ma che ha tali qualità di scrittura e di messa in scena che non può deludere il pubblico del cinema d’autore. Nominato agli Oscar come miglior film europeo ha buone chance di vittoria. In sala da oggi.

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