Notizie dal mondo di Paul Greengrass
Marco Giusti per Dagospia
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Quando un attore, anzi una star, trova un buon cappello per il western non se lo toglie mai. E’ quello che fecero sia John Wayne che, soprattutto, James Stewart, che sembrava poco portato al western, e invece ne ha fatto tanti, e stupendi, soprattutto con la regia di Anthony Mann, da “Sperone nudo” al fondamentale “Winchester 73”, dove proprio il suo essere un americano tranquillo con un buon cappello western tradiva la sua dimensione di uomo del west pieno di problemi e di nevrastenie. Nessuno sapeva bere il caffè nel vasto West come lui e nessuno sapeva incazzarsi e sparare come lui.
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Questo per dire che di fronte a “Notizie dal mondo”, buon western classico appena visto su Netflix diretto dal Paul Greengrass di “Captain Philips” e interpretato da un ottimo Tom Hanks, novellino del West, che vediamo muoversi nel 1870, a cinque anni dalla fine della Guerra di Secessione, con una bambina bionda rapita dagli indiani, la bravissima Helena Zangel che parla Kiowa tutto il tempo, la prima cosa che ci viene in mente è proprio il suo cappello.
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Giusto che sia largo, giusto che sia a falde un po’ scese, ma quello di James Stewart gli sarebbe stato meglio. E se la giacca, ammetto, è perfetto, l’andatura a cavallo un po’ da impiegato di banca, il cappello, accidenti, lo vedi tutto il tempo nel West. E’ importante anche come spari, perché prima o poi dovrai sparare. Lo sapeva bene Leone che chiese subito a Bernardo Bertolucci “Fammi vedere come spari”, proprio come fanno i bambini come si allenano col dito puntato. Bang! Bang!
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A sparare, diciamo, che Tom Hanks se la cava, anche perché lo vedi proprio poco come spara, per questo corre pure nelle foreste. Altro discorso quando vediamo come la regia “moderna” di Paul Greengrass si adatta al paesaggio e alla situazione western. E’ un film ultraclassico, un viaggio non si sa bene fino a dove, ma in pieno territorio indiano, con ribelli sudisti dappertutto e tipacci che vogliono rubare la bambina selvaggia al nostro eroe, Tom Hanks, il Capitano Kidd, che vive leggendo di paese in paese nel profondo West le notizie dei giornali.
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Gliele legge proprio, come fanno nei tiggì della sera i giornalisti. Un tempo era un baldo tipografo in quel di San Antonio nel Texas. Poi c’è stata la guerra e qualcosa è andato storto. Abbiamo tutti un passato da dimenticare, come James Stewart nei film di Anthony Mann, anche se non ne parlava quasi mai. Insomma, se il film è un viaggio classico con tre-quattro momenti pericolosi che daranno succo alla vicenda, e tra questi metto una sparatoria proprio alla “Sperone nudo” con Tom Hanks in cima alla collina fra le rocce che sara a tre cattivi sotto di lui, la regia non è classica.
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Vorrebbe ripetere i vezzi da camera a mano dei precedenti film di Greengrass, al posto dei grandi movimenti di macchina sui panorami infila qualche drone di troppo. Fortuna che Darius Wolski, il direttore della fotografia, bravissimo, sembra che vada da un’altra parte e presto il film prende l’andamento dei grandi western classici, senza troppi movimenti di macchina, con poca camera a mano. E il film respira. E Tom Hanks funziona come vecchio eroe in cerca di pace. Niente di eccezionale, insomma, niente che non si sia già visto, ma alla fine la bambina ci piace, Tom Hanks ci piace, i panorami sono veri e bellissimi. Rispetto a quello che vediamo in questi giorni e agli speciali sul governo Draghi senza nulla di speciale…
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