Marco Giusti per Dagospia
Achille Tarallo di Antonio Capuano
ascanio celestini in achille tarallo
“La felicità è una spigola al forno con il contorno”. E’ raro trovare una commedia così svitata e simpatica come questo Achille Tarallo di Antonio Capuano, che per la prima volta si cimenta nel genere, e con un trio di protagonisti così bizzarro composto da Biagio Izzo, che è appunto Achille Tarallo, guidatore di autobus e musicista, mai visto così in parte e moderato, Ascanio Celestini come suo manager romano cialtrone e Tony Tammaro come il suo accompagnatore musicale e autore.
achille tarallo.
Diciamo che siamo a Napoli, dove Tarallo guida l’autobus e vive con una moglie che non ama da tempo. Seguendo però la sua vena artistica, con l’amico pianista Caffè, Tony Tammaro, compone canzoni in italiano, perché “l’italiano è come la vita in bella copia, è elegante”, anche se deve poi accettare le offerte di suonare a matrimoni di basso rango che gli procura il suo manager, Pennabic, cioè Ascanio Celestini. E’ la vita. Che Tarallo cerca di vivere al meglio, evitando le insidie del napoletano, al punto che sogna di cantare come Fred Bongusto in una delle scene di maggior culto del film. Poi un giorno incontra la bella badante della madre e le cose cambiano.
achille tarallo
Ma si inguaia con un matrimonio della figlia di un boss che non può rifiutare. Tarallo però cerca di dare un senso alla sua vita al di là di Napoli, della sua musica e della sua lingua. Vitale, curiosa, piccola commedia, molto inventiva che dimostra quanto Capuano ancora sia interessato a una sperimentazione di generi e di attori al di là delle solite ovvietà e a Napoli vista sotto angolazioni diverse. Biagio Izzo è piuttosto sorprendente e Ascanio Celestini fa molto ridere. Non sarà facile trovarlo fuori di Napoli. In sala da oggi.
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