Wilford Brimley rip
Marco Giusti per Dagospia
wilford brimley
Attore, ma anche cowboy, ranchero, fabbro, bodyguard di un personaggio stravagante come Howard Hughes e marine. Il cinema americano “importante” degli anni ’80, quello di John Carpenter, Sideny Pollack, Ron Howard, Paul Newman, perde uno dei suoi caratteristi più amati, il grosso, baffuto Wilford Brimley, 85 anni, ultimo dei vecchi rimasti del cast originale di “Cocoon”, a fianco di Jane Fonda in “Sindrome cinese”, di Paul Newman in Harry & Son”, di Robert Redford in “Brubaker” e Il migliore”, di Charles Bronson in “10 minuti a mezzanotte”, di Tom Cruise in “Il socio”.
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Sembrava già vecchio quando praticamente esordì tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, ma in “Cocoon”, dove deve fare il vecchio, ha solo 49 anni e in “In&Out”, dove ha il ruolo del padre di Kevin Kline e di poco più vecchio di lui. Col tempo, diciamo, era ingrossato e sembrava molto più vecchio di quel che realmente aveva.
Ma per il cinema era perfetto. Nato a Salt Lake City, in Utah, a sei anni arriva con la famiglia in California e parte presto con i marines per la guerra in Corea.
Quando torna inizia a fare il ranchero e il cowboy, poi il fabbro, il bodyguard di Howard Hughes, che ha sempre definito “una brava persona”. E infine l’attore.
wilford brimley diritto di cronaca
Prima come stuntman e extra nei film western degli anni ’60, come “Bandolero” con James Stewart, “Il grinta” con John Wayne, “Io sono la legge” con Burt Lancaster, la serie “Kung Fu” con David Carradine.
Piccoli ruoli, ma niente di serio, anche se aveva un fisico particolare e un talento naturale per recitare. Fu Robert Duvall a spingerlo a fare l’attore, anche se con lui fece solo “Tender Mercies” di Bruce Beresford.
Lo trobiamo così nel cast fisso di “Una famiglia americana” (1974-77) in tv, poi, nel 1979 in “Sindrome cinese” di James Bridges con Jane Fonda, subito seguito da “Il cavaliere elettrico” di Sidney Pollack, “Brubaker” e “Diritto di cronaca” di Sidney Pollack con Paul Newman e Sally Field. Da rozzo cowboy era diventato uno dei principali caratteristi dei film di denuncia del tempo. Poi lo chiamò John Carpenter per il ruolo del Dr. Blair nel terrificante “La cosa”. Ieri sera su twitter proprio Carpenter ha scritto che “Wilford Brimley era la cosa vero: un vero cowboy, un grande attore, una persona meravigliosa. Mi mancherà tantissimo”.
wilford brimley con tom cruise in the firm
Proprio per la sua presenza reale, per la sua recitazione naturale, diventa un attore molto richiesto negli anni ’80, alternando film di genere, i thriller con Charles Bronson ad esempio, “L’uomo del confine” e “10 minuti a mezzanotte”, o con Van Damme, “Senza tregua” diretto dal maestro John Woo, a opere considerati più alti, come “Hotel New Hampshire” di Tony Richardson con Jodie Foster e Rob Lowe.
Ma i ruoli migliori sono legati a successi internazionali come “Cocoon” di Ron Howard, del quale farà anche il sequel, “Il migliore” di Barry Levinson con Robert Redford, “Il socio” di Sidney Pollack. Ha tempo anche per diventare una star della saga di Star Wars grazie al ruolo di Noa Briqualon nel film sugli Ewok nel 1985.
john mccain wilford brimley
In tutto questo resta anche una star della tv per i suoi spot sui cerali Quaker Oats e negli ultimi anni sul diabete. Malato da tempo, diventa lui stesso testimonial degli studi medici sulla malattia.
Personaggio del tutto fuori del comune ha lottato contro il politicamente corretto per proteggere le scommesse su qualsiasi corsa di cavalla e battaglia fra galli da combattimento, i “ockfightings” che si fanno regolarmente tra Messico e Usa. Se ne è andato a St. George, in Utah, a causa del diabete che aveva cercato per anni di ridicolizzare storpiandone il nome in tv.
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