Marco Giusti per Dagospia
Gary Oldman - Mank
Ci siamo, ahimé. Stiamo davvero aspettando con ansia, come se fosse un film da vedere al cinema, come se fosse qualcosa insomma come lo “Scarface” di Brian De Palma o “Hateful Eight” di Quentin Tarantino, il “Mank” di David Fincher con Gary Oldman nel ruoli di Herman Mankiewicz lo sceneggiatore di “Quarto potere” di Orson Welles, che uscirà su Netflix venerdì. Bianco e nero, ultracinefilo. Preparatevi per la prima sul divano, mi raccomando.
Mank
Se si voleva davvero dare un colpo al cinema come lo abbiamo visto fino al Natale scorso, questo lo è sicuramente. Come lo fu un paio d’anni fa “Roma” di Alfonso Cuaron, il pur bellissimo film Netflix, bianco e nero e ultracinefilo, che vinse ben tre Oscar dopo aver vinto il Leone a Venezia. Anche se poi, chissà, davvero con la fine della pandemia grazie ai vaccini, ritorneremo a andare al cinema più di prima come si auspica Luca Guadagnino, che intanto trionfa proprio con una serie su Sky.
nel bagno delle donne 2
Aspettando una primavera di cinema, oggi, in attesa di “Mank”, posso consigliarvi su mymovies un paio di film italiani che non ho ancora visto, “Si muore solo da vivi” di Alberto Rizzi con Alessandro Roja, Alessandra Mastronardi e Amanda Lear, c’è anche su Amazon vedo, e “Nel bagno delle donne” di Marco Castaldi con il mio amico Luca Vecchi, chiuso appunto nel bagno delle donne, e Daphne Scoccia. Non l’ho visto ma lo produce il mitico Galliano Juso e questo già mi basta per segnalarlo.
Su Amazon da ieri già trasmettono invece “The Gentlemen” di Guy Ritchie con Matthew McConaughey, Hugh Grant, Colin Farrell. Filmone sugli spacciatori ricchi di Londra. Mica male, eh? Mia moglie dopo quindici minuti, però, me lo ha bollato come “solo per maschi”. Certo che era per soli maschi. Peccato, però.
Mi sembrava più interessante, diciamo di “One Way To Tomorrow”, sempre su Netflix, che leggo essere il remake turco di un film di successo svedese con due sconosciuti che si incontrano per caso in viaggio in treno. Ormai ci attacchiamo a tutto… E, insomma, ieri ho rivisto su RaiPlay, anzi visto perché non so perché non avevo voluto vederlo tanti anni fa, “La signora della porta accanto” di François Truffaut con Gerard Depardieu e Fanny Ardant.
true lies
Bellissimo, con le musiche incredibili di Georges Delerue, la fotografia di William Lubtchansky, commovente. Solo ora mi accorgo che nessuno scrive né gira più come Truffaut o come Rohmer. Come se fosse passato un secolo. Eppure siamo qui ad aspettare un film su “Quarto potere” e sul ruolo dello sceneggiatore rispetto al lavoro di Welles e del suo geniale direttore della fotografia Gregg Toland.
Vedo che stasera in chiaro per festeggiare gli 85 anni di Woody Allen su Iris passano “Magic in the Moonlight” con Emma Stone e Colin Firth alle 21 seguito da “La maledizione dello scorpione di giada” con Helen Hunt, Woody Allen e Charlize Theron. Confesso che sono anni che non mi piace più Woody Allen, che pure avevo amato sia per i suoi primi film comici che per quelli più drammatici, “Hanna e le sue sorelle”, “Crimini e misfatti”.
Ogni tanto fa un bel film, diciamo uno su quattro?, ma non riesco a non vederne continuamente la derivazione letteraria o cinematografica mai citata, come se fossero sempre remake con plot ultracelebri che lui ricicla come suoi.
zambo, il dominatore della giungla 1
Il mio vecchio socio Giovanni Buttafava mi disse, a proposito di “Radio Days”, che ormai sembrava il Pupi Avati americano. Per noi era una terribile offesa. Avati aveva cercato di rifare nel cinema italiano perfino Truffaut. Eppure mi accorsi già negli anni ’90 che il paragone, ahimé, era calzante.
Woody Allen non era più quello degli esordi. Ho comprato il suo libro mesi fa e non l’ho neanche aperto. Il #metoo gli ha dato, credo, la botta finale, ma già ai miei occhi si era trasformato nel Pupi Avati americano.
jamie lee curtis true lies
Alla stessa ora vedo film che sembrano provenire da un altro mondo e da un altro secolo, come “Immaturi” di Paolo Genovese con Raul Bova e Barbora Bobulova, Cine 34 alle 21. Vi consiglio di rivedere il bellissimo “True Lies” di James Cameron con Arnold Schwarzenegger e una Jamie Lee Curtis da paura nella celebre scena dello spogliarello. Ho sempre pensato che fosse la più sexy di tutte in quegli anni.
E pensare che anche questo è il remake di un film francese che neppure ricordo con Thierry Lhermitte e Miou Miou. Rai Movie alle 21 si lancia con “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti con Claudia Santamaria, Ilenia Pastorelli e Luca Marinelli. Sempre divertente. E chissà quando vedremo il suo secondo film, “Freaks Out”, previsto in sala queste vacanze. Capirai… Probabilmente lo vedremo assieme a “Diabolik” dei Manetti bros questa primavera. Speriamo.
lo spogliarello di jamie lee curtis in true lies 4
Eviterei l’horror “La vedova Winchester” dei fratelli Spierig, Rai 4 alle 21, 20, davvero modesto malgrado una grande Helen Mirren tutta vestita di nero e la storia che parte da uno spunto interessante. Modesto anche “The Legend of Tarzan” di David Yates con supercast che va da Alexander Skarsgard a Margot Robbie, da Christoph Waltz a Samuel L. Jackson. Le critiche sono tutte negative, ahimé.
lo spogliarello di jamie lee curtis in true lies 1
“Troppo violento per i piccoli, troppo stupido per gli adulti, non ti prende in nessun modo…”. Per fortuna che su Rai Movie alle 23, 30 c'è un buon Virzì, “Tutti i santi giorni”, commedia realistico-romantica con la cantante siciliana Thony e un Luca Marinelli in versione, finalmente, non esaltata. Ci va ancora meglio quando ci avventuriamo nella notte.
“Casotto”, capolavoro di Sergio Citti, brilla all’1 su Cine 34. Come dimenticare Gigi Proietti e Franco Citti che spogliandosi scoprono che hanno i piedi troppo zozzi per farsi vedere dalle ragazze che hanno rimorchiato? O Paolo Stoppa che porta al mare la nipotina incinta Jodie Foster, pronta a farla sposare a un Michele Placido farlocco con una palla di fuori.
la signora della porta accanto
O le sorelle Melato che hanno adescato uno stravagante Ugo Tognazzi? O il prete con due cazzi? O il soldatino che ce l'ha minuscolo? Scritto benissimo da Citti con Vincenzo Cerami quando Pasolini era morto proprio da poco e la sua ombra è presente per tutti il film.
appassionata 1
Rete 4 alla stessa ora si lancia nello strepitoso poliziottesco di Umberto Lenzi “Il trucido e lo sbirro” con Tomas Milian, Claudio Cassinelli, Henry Silva, Robert Hundar e Nicoletta Macbiavelli. Alle 2 su Cielo va addirittura in onda “La visione del sabba” di Marco Bellocchio con Beatrice Dalle come strega, Daniel Ezralow, Corinne Touzet. Alle 3 e mezzo di notte arriva su Cine 34 un mai visto, da me, “Zambo, il dominatore della giungla” girato da Bitto Albertini nel 1972 con il forzuto americano Brad Harris come ex detenuto che diventa il re della giungla, si innamora di Gisela Hahn, libera gli schiavi e combatte i cacciatori di taglie.
appassionata 3
E Rete 4 lancia un ormai lontanissimo “Appassionata” di Gian Luigi Calderone, già assistente di Bertolucci, con la coppia di bad girls Ornella Muti Eleonora Giorgi che fece davvero scandalo alla sua uscita. Il modello è un mischione di “Malizia” e di “Ultimo tango a Parigi”.
Ornella Muti, reduce da un ruolino in Paolo il caldo, e Eleonora Giorgi, reduce da Storia di una monaca di clausura, ninfette del post-Laura Antonelli esplosero subito. “Nel copione di Appassionata”, disse allora la Giorgi, “Ornella aveva un personaggio più malizioso del mio. Un’adolescente che tenta di sedurre il padre è un personaggio molto malizioso. Ma, a film finito, le cose sono cambiate. Lei è molto provocante, ma io sono molto più spregiudicata. Lei incarna i tabù e le malizie, io la spregiudicatezza e le modernità. Lei ha dei complessi rispetto al sesso, io non ho alcun complesso”. Il film stava per uscire in sala il 14 marzo 1974, quando viene bocciato in censura. Inizia un calvario giudiziario.