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    IL CINEMA DEI GIUSTI - ''LA PATATA È SEMPRE LA PATATA'': PREPARATEVI AL PRE-CINEPANETTONE CON BOLDI E LA NOTEVOLISSIMA DEBORA VILLA - ''MATRIMONIO AL SUD'' NON SI FA MANCARE NULLA: TETTE, CAPITONI, SALAMI, TV TRASH, CONFLITTO NORD-SUD


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    Matrimonio al sud di Paolo Costella

     

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    Ripreparate le orecchiette con le cime di rapa. E fatele passare per pizza napoletana. Perché, scusate, ma quella non è la spiaggia di Polignano a Mare che abbiamo visto neanche la settimana scorsa in Io che amo solo te? Certo, solo che stavolta è truccata da spiaggia di un paesino campano di fantasia, San Valentino a Mare. Fa lo stesso. E i napoletani? Beh, basta portare a Polignano a Mare un Biagio Izzo pizzaiolo, un Peppe Barra prete cecato e un Salvatore Misticone come suo assistente campanaro. Uè! E basta un titolo adatto. Matrimonio al Sud.

     

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    E il precinepanettone targato Medusa con Massimo Boldi è pronto. Insomma, mentre si prepara la guerra di Natale fra quello che fu il cinepanettone doc di Aurelio De Laurentiis con Lillo e Greg e quello quasidoc di Lorenzo Mieli e Mauro Gianani con Neri Parenti regista e Christian De Sica protagonista, esce il pre-cinepanettone Medusa con molti dei reduci del cinepanettone classico.

     

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    Lo producono i Boldi Brothers come Mari Film, e Claudio Saraceni come Idea Cinema, assieme al Monte dei Paschi di Siena (boh?), il contributo di una marea di Apulia, Lazio e Trentino Film Commission e la presenza impressionante di invadenti sponsor, come i salumi dei fratelli Beretta quasi in ogni inquadratura. Delizia! Lo dirige con più cura del solito un bravo professionista nonché martire della commedia boldiana come Paolo Costella, già regista di A Natale mi sposo e Natale a quattro zampe, che lo ha scritto assieme a Giampaolo Bomprezzi.

     

    La storia è quella, non originalissima, di un matrimonio in Puglia, scusate in Campania, fra un ragazzo del nord, il Luca Peracino del clan Paolino Ruffini, e una ragazza del sud, la Fatima Trotta di “Made in sud”. Ovvio che i genitori di lui, Massimo Boldi e la notevolissima Debora Villa, e i genitori di lei, Biagio Izzo e la siciliana Barbara Tabita, che ormai compare in ogni film, faranno un po’ di pasticci.

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    Mettiamoci in mezzo anche un presentatore trash di matrimoni da tv locale, certo Gegé interpretato da Paolo Conticini, il suo operatore ciociaro, Gabriele Cirilli, un prete che non ci vede troppo, Peppe Barra, con tanto di perpetuo, Salvatore Misticone, un amico del cuore di padre di lui, cioè Enzo Salvi, sempre al top della romanità, che alla fine si farà la bonissima Carolina Marconi, un cummenda al sud, Ugo Conti che stravede per la sorella di Cirilli, cioè Loredana De Nardis.

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    Chevedevodì? Come dice Salvi filosoficamente “La patata è sempre la patata”. Ma Boldi, soprattutto nella prima parte, quando fa il più il lombardo leghista, fa ridere, e sia in coppia con la moglie, Debora Villa, che con il consuocero Biagio Izzo, funziona ancora perfettamente. Il film cede un bel po’ nella parte di mezzo, perché ci sono troppo attori da accontentare e la storia si intorcina, e poi riprende nel finale.

     

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    Certo, non ci si fa mancare nulla. Dalla scappata nel magico mondo della Trentino Film Commission, dove i due ragazzi si laureano e le famiglie si incontrano la prima volta (ma perché?), al bollino dei Fratelli Beretta su ogni prosciutto e ogni inquadratura. Dal capitone che i napoletani portano a Milano che nella notte invade il letto di Boldi alla cinese di TorBella Francesca Fiume di verdoniana memoria.

     

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    Dalle tette della Tabita esibite come trofei meridionali, “Fammele respirare!”, ai pescetti dei Navigli usati per estirpare calletti e pedicine dai piedi che nella versione meridionale diventano piranha affamati.

     

    Ma l’idea del re dei video trash dei matrimoni del sud è buona, come è buono il set pompeiano dello stesso matrimonio. Costella ha un buon cast tecnico, Agostino Castiglioni alla fotografia, Mauro Bonanni al montaggio, iniziò con Orson Welles, e cerca di dare dignità anche alle situazioni meno nobili. Debora Villa ci sembra un’interessante new entry e non vedevamo Carolina Marconi da parecchio. Ricordate, “La patata è sempre la patata”. In sala dal 12 novembre.  

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