Silvia Truzzi per il “Fatto quotidiano”
ESSENA ONEIL
Essena O’Neil, diciottenne modella australiana, ha postato un video alluvionale sul suo (seguitissimo: ha 600mila follower) profilo Instagram. Contenuto del lacrimevole intervento, un’intemerata contro i social network e la dittatura della bellezza: “Senza rendermene conto per gran parte della mia adolescenza sono stata dipendente dall’approvazione degli altri e dal mio aspetto fisico. I social media, soprattutto come li usavo io, non sono reali”.
ESSENA ONEIL
Mea culpa anche per aver veicolato un’ideale di bellezza “artificiale e disonesto”.Dopo aver costruito, grazie a foto e filmati postati un’immagine di sé felicemente perfetta-trascorrendo oltre 50 ore a settimana sui social - la modella ha deciso di gettare la spugna, cancellando 2mila scatti dai suoi account. Spiegando anche quanto veniva pagata per indossare gli abiti e quanto a lungo posava per arrivare a una foto degna di essere ammirata.
Per non dire dell’acne che aveva e che necessitava di chili di trucco per essere mascherata. Essena si è buttata a capofitto nel suo nuovo progetto: dar vita a un movimento che ha come scopo la svalutazione delle caratteristiche fisiche in favore di quelle spirituali. Ora, perdoniamo la povera Essena perché è una ragazzina e probabilmente non si rende conto delle stupidaggini che dice.
ESSENA ONEIL
Ma l’eco che tutta questa vicenda ha avuto è preoccupante. Non tanto per il chissenefrega: i social network sono il regno del chissenefrega. Più che altro perché di queste campagne contro la dittatura della bellezza non se ne può veramente più. E sono le donne che se ne lamentano a essere la prima cassa di risonanza di questo mantra.
Una settimana c’è la modella che denuncia le vessazioni subite per restare magra, la settimana dopo c’è l’attrice che si mostra senza trucco, quella dopo ancora l’artista che fotografa le donne al naturale contro la tirannia finta di photoshop. Perfino il calendario Pirelli ci propina Yoko Ono al posto delle modelle. Pare che le donne abbiano un mucchio di energie intellettuali da dedicare alle importantissime battaglie, ultimo baluardo del femminismo.
ESSENA ONEIL
Ed è un vero peccato, perché questo atteggiamento non fa altro che confinarle dentro quel cliché e quel perimetro della fisicità a cui vorrebbero sottrarsi. C’è poi una nota d’insopportabile cretineria in questo negazionismo estetico: la bellezza è sempre stata riconosciuta e cantata da poeti e letterati, dipinta dai pittori. Perfino i pesci riconoscono la bellezza, come ben racconta Konrad Lorenz nel’Anello di Re Salomone.
ESSENA ONEIL
Ma c’è anche molta ipocrisia: come spieghiamo il fatto che benessere e cosmesi siano tra i pochi settori che non hanno conosciuto la crisi? Tutto questo esternare isterico contro la bellezza è in realtà l’affermazione della sua centralità: la verità si svela nell’intensità con cui la si nega. Consoliamoci con Kant e la natura soggettiva del bello: poi, per favore, parliamo d’altro.