Larry McMurtry rip
Marco Giusti per Dagospia
larry mcmurtry.
“La mia macchina da scrivere è la Hermes 3000, sicuramente uno dei più nobili strumenti del genio europeo”, diceva Larry McMurtry, scrittore di capolavori non solo western come “Lonesome Dove”, “Streets of Laredo”, sceneggiatore premio Oscar di “Brokeback County”, ma anche di grandissimi film come “The Last Picture Show”, “Voglia di tenerezza”, che si è spento a 84 anni nella sua città Archer City, in Texas a 84 anni.
larry mcmurtry
E seguitava. “Signori e signore, ci potrete mai credere che per 30 anni la Hermes 3000 mi ha tenuto lontano dal secco abbraccio del computer?”. Crederci o meno, scritti con il computer o con la sua mitica Hermes 3000, non muovendosi però per 70 anni dalla sua città, Archer City, e dal Texas, Larry McMurtry, ha segnato molto più di quanto si creda il cinema americano, pur scrivendo pochi film da sceneggiatore e pochi, ma fondamentali romanzi che hanno dato origine a serie e a film.
the last picture show 3
Non solo era uno dei più grandi narratori mai esistiti, leggete le più di 800 pagine di “Lonesome Dove” e le 400 di “Streets of Laredo” e un grande costruttori di personaggi, sia maschili che femminili, le sue donne forti hanno formato tutto il western femminista moderno, ma nei suoi romanzi è stato anche il primo a inserire un effetto nostalgia del cinema di John Ford, di Howard Hawks, di Anthony Mann già negli anni ’60.
hud il selvaggio
E lo ha fatto a un livello altissimo, come dimostra “The Last Picture Show”, il film che lanciò nei primi anni ’70 Peter Bogdanovich, interamente girato in bianco e nero proprio a Archer City, coi personaggi che vanno al cinema, il vero Royal Theater, a vedere “il fiume rosso” di Howard Hawks, tratto da un romanzo di Larry McMurtry, ma anche sceneggiato da lui.
larry mcmurtry riceve da obama la national humanities medal
E’ proprio questo struggimento per un Eden perduto della nostra giovinezza di spettatori a farci ricostruire un west, più europeo e sofisticato di quanto si creda, dove si possono muovere personaggi moderni, come i due cowboy amanti di “Brokeback Mountain”, film che ha solo sceneggiato, perché tratto da un racconto di Anne Proulx, e che gli ha fatto vincere l’Oscar.
brokeback mountain
Nato a Wichita Falls, Texas, nel 1936, figlio di un ranchero, scopre da subito di non essere adatto a fare il cowboy. Era adatto a leggere, studiare, scrivere. Aveva una biblioteca personale di 30 mila volumi.
larry mcmurtry.
E ha costruito una serie di librerie celebri per diffondere la buona letteratura in tutta l’America. Da un suo racconto giovanile, Martin Ritt costruisce un gran bel film con Paul Newman che faà storia, “Hud il selvaggio”, già nel 1963. Se era un western moderno e già un po’ nostalgico quello, figurarsi cosa sarà il Texas messo in scena da Peter Bogdanovich per “The Last Picture Show” dieci anni dopo. Fu Sal Mineo, il celebre Plato amico di James Dean in “Gioventù bruciata”, a segnalare il romanzo a Bogdanovich.
hud il selvaggio
Peccato che Sal fosse troppo vecchio per fare uno dei giovani protagonisti del film, che furono Jeff Bridges e Timothy Bottoms, e non così vecchio e così cowboy da rilanciare il personaggio che rilanciò Ben Johnson, tanto che vinse pure l’Oscar da non protagonista.
lovin molly
E fu Orson Welles a spingerlo a girare in bianco e nero, quando non era proprio di moda. Bogdanovich si innamorò del romanzo, della città descritta da McMurtry, e dei suoi personaggi. Tanto che anni dopo ne fece anche il sequel, “Texasville”, tratto dal sequel scritto da McMurtry, ma non sceneggiato però da lui.
the last picture show
Ormai in sintonia, fu Bogdanovich a commissionargli una grande sceneggiatura epica alla John Ford per un western che avrebbe voluto girare dopo il successo di “The Last Picture Show”. Successo, non scordiamo, che portò Bogdanovich fino a Roma, dove cercò di sceneggiare un film con Sergio Leone su indicazione dei suoi maestri, Ford e Welles. Ma la cosa non funzionò. Non si presero proprio.
bogdanovich
E Leone rimandò presto il giovane genio a Hollywood. Intanto però Larry McMurtry stava scrivendo, esagerando sulla quantità di pagine e sulla epicità, quello che non sarebbe mai diventato il grande film alla Ford di Bogdanovich, ma di certo sarebbe stato il romanzo e la saga della sua vita, cioè “Lonesome Dove”, ripubblicato recentemente anche in Italia da Einaudi, come il sequel “Steets of Laredo”.
Di entrambi i romanzi ne fecero delle serie negli anni ’90. Non eccezionali, è vero. Ma sia in “Lonesome Dove” diretta nel 1989 da Simon Wincer con Robert Duvall e Tommy Lee Jones, che in “Streets of Laredo”, diretta nel 1995 da Joseph Sargent come James Garner, Sam Shepard, Sissy Spacek, ci sono buoni attori.
lovin molly
Vennero fatti altri film dai romanzi di Larry McMurtry, come l’ottimo “Lovin’ Molly”, diretto da Sidney Lumet nel 1974 con Anthony Perkins, Beau Bridges, Blyhe Danner e una commedia di grandissimo successo come “Voglia di tenerezza”/”Terms of Endearment”, scritto e diretto da James L. Brooks con Shirley MacLaine, Jack Nicholson e Debra Winger.
Non ho mai visto invece il curioso “Falling From Grace”, scritto per il cantante John Mellencamp che esordiva sia come attore che come regista né i film per la tv degli anni ’90, “Montana” di William Graham con Gena Rowlands e “Memphis” con Cybill Shepherd, sceneggiato da lui. Nel 2005 ebbe un nuovo momento di gloria quando Ang Lee lo convinse a scrivere un film difficile come “Brokeback Mountain”, che vinse il leone d’Oro a Venezia e ben tre Oscar, regia, musica e sceneggiatura.
larry mcmurtry nel 2013
Dai suoi romanzi vennero fatte molte serie, dei quali fu anche produttore esecutivo, oltre a ben due diverse edizioni di “Lonesome Dove”, poi “Buffalo Girls” con Anjelica Huston e Melanie Griffith, “Dead Man’s Walk”, “La guerra di Johnson County”, “Comanche Moon”. Ma ancora aspetto un grande film o una grande serie dedicate a “Lonesome Dove” e “Streets of Laredo”.
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