1993
Marco Giusti per Dagospia
“Notte, mi sta sempre addosso come se avessi la figa!”. Ci siamo. Con l’arrivo del Silvio Berlusconi di Paolo Pierobon (ecco a cosa servono i grandi attori ronconiani) la serie 1992, già stracultissima l’anno scorso, diventata 1993 sfiora ora l’apoteosi. Il regista, Giuseppe Gagliardi, è sempre lo stesso, e lo stesso il team d’autori (Sardo, Rampoldi, ecc) e la produzione di Mieli jr.
C’è tutto quello che vogliamo per essere felici, almeno noi che la televisione di quegli anni l’abbiamo fatta e il cafonal dei primi anni ’90 li abbiamo vissuti da vicino. Il Raphael, le monetine a Bettino, il caso De Lorenzo, Miglio che fa il situazionista, il cappio, la coca ovunque, il leghista Teco Celio che va con i trans e quello, Guido Caprino, che si bomba la giornalista di sinistra prima di entrare in commissione di vigilanza rai (e magari la fa assumere pure). E’ l’album delle figurine di Blob. Se vai un attimo in bagno rischi di perderti il momento clou al Maurizio Costanzo o quello delle ragazze di Non è la Rai.
1993
E, ancora, le barzellette di Silvio sui comunisti, il cielo blu disegnato da Geleng di provenienza felliniana (Geleng era contemporaneamente ritrattista di Berlusconi e grande mano pittorica dei fondali felliniani), perfino Gustavo Rol interpretato da Dario Cantarelli secondo i modelli morettian-sorrentiniani che indica la strada da percorrere al bieco Notte di Stefano Accorsi. Sono Rol-Fellini-Rota, a trascinarci verso il mondo che stiamo vivendo, lo abbiamo sempre saputo, e a costruire con Casanova, il capolavoro esoterico di Fellini e di tutto il cinema italiano su sesso-potere-egocentrismodelcazzo. Altro che i massoni fiorentini di De Bortoli… “Ti ho trovato un’ospitata…”- “Dove?”, cinguetta la stellina in ascesa Miriam Leone alla sua agente, “Al Maurizio Costanzo Show?” – “No, da Marzullo…”
1993 tea falco
E’ la gag più clamorosa della prima puntata. Che prosegue con Miriam Leone davvero ospite a Mezzanotte e dintorni davanti a un Gigi Marzullo modello Marzullo-che-va-da-Fazio che fa un finto Gigi Marzullo giovane di quando il programma serviva a lanciare un esercito di Sabine Began. C’è solo un filo di moralismo nel mettere in scena i balletti di Saluti e baci di Pingitore, il Bagaglino ai tempi di Rai Uno, quando il programma non era ancora passato a Mediaset presentandolo come passaggio obbligato delle ragazze pre-olgettine.
miriam leone
Ma non è male la gag dei due gemelli Dell’Utri alla convention di Publitalia, così così Gad Lerner che si doppia da sé mentre un simil Lerner giovane si muove sul palco ricostruito di Milano, Italia di Rai Tre coi primi ospiti bossiani. Ma l’imbarazzo del leghista Bosco rispetto alla diretta tv è lo stesso di quello vero di Bossi e soci nel programma. Gagliardi e i suoi sceneggiatori riescono a rendere credibile l’incredibile parata di figurine blobbistiche che ci passano davanti agli occhi. Qualcuna funziona bene o benissimo, come nel caso di Pierobon-Berlusconi o del grandioso Di Pietro-Gerardi, altre meno, poco importa. Il quadro di insieme rimane clamoroso, perché è un quadro ripreso proprio dalla tv del tempo.
miriam leone tea falco
E tutti i personaggi e personaggini più di fantasia, il leghista Bosco e il leghista Borto, il pubblicitario Notte, la stellina Miriam Leone, una misurata Tea Falco con la treccia, l’uomo di Di Pietro malato di aids in cerca di vendetta, si muovono benissimo dentro quella che appare una Storia d’Italia di Biagi a fumetti. Magari, funzionano meno bene i personaggi che provengono troppo dal vecchio cinema italiano di impegno, penso al pur bravissimo Giulio Brogi che fa Muratori, una sorta di scrittore che attacca furiosamente Berlusconi, ma basta che siano toccati da qualche Grande Bellezza, come Pamela Villoresi come madre di Accorsi, per renderceli più moderni.
Gagliardi recupera il già visto più o meno recente del cinema politico italiano, moretti-sorrentino-luchetti, usandolo come fosse un repertorio delle teche. Misteriosamente, per noi, risulta vero. E non si preoccupa affatto del ridicolo possibile nel mettere in scena momenti storici così recenti. In qualche modo, negativi o positivi che siano questi personaggi, da Di Pietro a Berlusconi, risultano tutti eroici nel loro appartenere a una storia che ci appartiene così da vicino e che ci ha così ossessionato in questi anni. Se rivedete un vecchio Blob del 1993 o un qualche programma televisivo del tempo, e la Rai del 92 e 93 era la nostra Golden Age ve lo assicuro, vi trasmetterà la stessa energia. Energia che oggi ci appare davvero dispersa.
1993 stefano accorsi
Rispetto alla vecchia tv, però, la serie può esagerare mostrando la vita privata dei personaggi, orge e pippate comprese. E lì ci si diverte, perché è un non visto più che credibile che non può non interessarci. Certo, forse il vero Marzullo di Rai Uno avrebbe tagliato la battuta sull’aborto di Miriam Leone, il giornalista Pizzetti di Andrea Purgatori è poco credibile, e tutto il pippone sull’Aids ci interessa meno. Ma la serie, se non ha sparato già nel pilot tutti i suoi colpi, è clamorosa. Aspettiamo con ansia il momento di Aldo Grasso direttore della Radio (ottobre 93) nella Rai dei Professori, magari anche un Michele Santoro finto con Mariotto Segni a Rai Tre, e ovviamente la discesa in campo di Berlusconi, che coincise coi funerali di Fellini a Cinecittà. In onda su Sky da martedì 16 maggio.
1993
1993 il cappio dei leghisti cast e crew di 1993