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    IL DIVANO DEI GIUSTI - “MA TI FAI I CAZZI TUA?”-“HO UNA VOGLIA DI CAZZO!”-“MA STO CAZZO!”. CANALE 5 PUNTA TUTTO SU “LA MIA BANDA SUONA IL POP” CON DE SICA XXL, GHINI BIONDO E DIEGO ABATANTUONO TRUCCATISSIMO. COMMEDIA SCORREGGIONA DEI TEMPI ANDATI. E QUANDO MENO TE LO ASPETTI E SENZA NESSUN MOTIVO CHRISTIAN E GHINI FINISCONO DAVVERO IN UN BAGNO DI MERDA – E POI VERDONE CON AL LUPO AL LUPO E “BIANCO ROSSO E…” E“ VELLUTO NERO”, EROTICO DI BRUNELLO RONDI


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Oggi pomeriggio mi sono visto su Netflix “I segreti di Marilyn – I nastri inediti”, un documentario di Emma Cooper costruito attorno a un numero impressionante di registrazioni audio mai sentite effettuate da un giornalista inglese, Anthony Gibbons, nei primi anni ’80, a vent’anni dalla morte di Marilyn, per far luce sulla sua morte.

     

    Alle voci, vere, sono spesso state abbinati delle riprese con attori, finti, che “interpretano” i vari personaggi della storia, poliziotti privati, addetti stampa, giornalisti, fotografi, addirittura John Huston, George Cukor. Lo stesso vecchio giornalista, con tutti i suoi nastri, fa da narratore della storia. 

     

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    Più che un ritratto dell’attrice, una sorta di giallo porta dritto alla storia di Marilyn coi due fratelli Kennedy, John e Bobby, che nel pieno della Guerra Fredda, degli sperimenti nucleari, della crisi di Cuba e dello scontro con il sindacalista mafioso Jimmy Hoffa, decidono di interrompere la loro relazione, superspiata con cimici ovunque, con l’attrice. Troppo libera e troppo loquace per l’FBI.

     

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    Ma alla fine di 1h 37’ di film, la tesi del film e della lunga inchiesta non c’è nessuna clamorosa scoperta sulla sua morte, è più o meno quello che si sapeva. Non si sapevano però i tantissimi particolari della sua relazione coi Kennedy, le feste nella vita di Peter Lawford, le dichiarazioni degli investigatori privati. Molto interessante.

     

    E stasera che vediamo? In chiaro in prima serata trovate dei classici come “Caccia a Ottobre Rosso” di John McTiernan con Sean Connery, Scott Glenn, Alec Baldwin, Tim Curry, Iris alle 21, o, soprattutto, “Bianco, rosso e Verdone”, capolavoro assoluto di Carlo con Mimmo in macchina con la Sora Lella (“che nipote, confonde la sorca con un par di mutande”), Mario Brega che fa il principe (“Sta mano po’ esse piombo e po’ esse piuma…”), Irina Sanpiter come la sfortunata Magda (“non ne posso più!”), sposata con un pazzo che lascerà per il bell’Angelo Infanti, senza scordare l’immigrato del sud che torna dalla Germania per votare. Canale 20 alle 21, 05 presenta invece “Sherlock Holmes: Gioco di ombre” di Guy Ritchie con Robert Downey Jr, Jude Law, Noomi Rapace, Rachel McAdams, Jared Harris e la bella Kelly Reilly. 

     

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    Beh, devo dire che dopo le sei ore televisive su Moro di Bellocchio mi potrei anche vedere su Tv2000 alle 21 la versione tv del 2008 in due parti prodotta Da Valsecchi, “Aldo Moro – Il Presidente”, diretta da Gianluca Maria Tavarelli con Michele Placido come Moro, Marco Foschi come Mario Moretti, Donatella Finocchiaro e Libero de Rienzo come Faranda e Morucci, Giulia Michelini come Anna Laura Braghetti, Massimo De Rossi come Andreotti, Bruno Corazzari che torna a fare Zaccagnini dopo averlo fatto ne “Il caso Moro” di Giuseppe Ferrara (quello dove si sentono dialoghi del tipo “Come vanno le iscrizioni?” – “Eh… la P2 tira sempre”). 

     

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    Qui la sceneggiatura è firmata da Francesco Piccolo e il soggetto, leggo, è dello stesso Valsecchi. Il soggetto della morte di Moro… Canale 27 alle 21, 10 si lancia in “Junior”, commedia di Ivan Reitman con Arnold Schwarzenegger incontro grazie alle cure del dottor Danny De Vito. Emma Thompson è la moglie. Fama, scarsa. Un po’ revenge movie un po’ spy “Fuori controllo” di Martin Campbell con Mel Gibson, Ray Winstone, Danny Huston, Bojana Novakovic, Rai Movie alle 21, 10. Mel Gibson si ritrova una figlia morta ammazzata. Cerca di capire perché… “Sweet November” di Pat O’ Connor con Keanu Reeves e Charlize Theron è il remake del 2000 di un vecchio “Sweet November” del 1968 diretto da Robert Ellis Miller con Sandy Dennis e Anthony Newley. 

     

    la mia banda suona il pop 7 la mia banda suona il pop 7

    Un mélo sentimentale che diventa un lacrima movie scritto da Herman Raucher, autore anche di “Quell’estate del 42”, dove una ragazza si concede per un mese a un uomo diverso, salvo poi cambiarlo il mese dopo. Perché? Perché sa di dover morire…

     

    Mi aveva molto colpito il primo film, pensato prima per Audrey Hepburn, poi per Samatha Eggar, poi chiuso con una grande Sandy Dennis. Quano al remake è considerato uno dei peggiori film mai girati dai Razzie Award. E’ un capolavoro di new horror politico “Scappa – Get Out” di Jordan Peele con Daniel Kaluuya, Allison Williams, Bradley Whitford, Mediaset Italia 2 alle 21, 15, che parte come una commedia. Una ragazza bianca alto-borghese porta il suo nuovo ragazzo nero per un weekend dai genitori liberali e dai loro amici. Ma lui scoprirà che fanno cose terribili ai ragazzi neri. Rai Due alle 21, 20 presenta invece l’opera prima di Francesco Mandelli, “Appena un minuto” con Max Giusti, Loretta Goggi, Paolo Calabresi, Dino Abbrescia. Max ci credeva proprio. Ma il film si è rivelato un disastro. Ricordo che la storia era incomprensibile.

     

    la mia banda suona il pop 5 la mia banda suona il pop 5

    Canale 5 alle 21, 20 punta tutto su “La mia banda suona il pop” di Fausto Brizzi, interpretato da Christian De Sica XXL, Massimo Ghini biondo, Angela Finocchiaro in version ’mbriacona di facili costumi, Paolo Rossi redivivo e Diego Abatantuono truccatissimo. Un film che ci riporta indietro alla commedia scorreggiona dei tempi andati. Dove le donne si chiamano bagasce o mignotte. E quando meno te lo aspetti e senza nessun motivo Christian e Ghini finiscono davvero in un bagno di merda a ricordo dei cinepanettoni che furono. Non che questo ci dispiaccia. Film di grandi battute cinepanettonistiche. “Ma ti fai i cazzi tua?”-“Ho una voglia di cazzo!”-“Ma sto cazzo!”. Nella prima parte, grazie anche a apparizioni fulminanti accanto ai protagonisti di Fabrizio Nardi come centurione coattissimo, di Massimo Bagnato come agente di Christian (“la settimana prossima esce Zio Nello da Rebibbia, dobbiamo fargli una festa, vieni a cantare?”), di Stefano Ambrogi, già Cozzaro Nero, come oste volgare che caccia Paolo Rossi diventato goffo cameriere, la comicità trashiona vecchio tipo funziona. E funziona anche l’idea della reunion del gruppo storico di cantanti anni ’80.

     

     Possiamo anche accettare la storiella dell’oligarca russo, interpretato da Rinat Khismatouline, già Massimo Gorky nel “Capri Revolution” di Martone, che paga fior di centomila per un concerto del gruppo pop i Pop Corn, divisi da anni, che il loro manager, Diego Abatantuono, cercherà di ritrovare e convincere a tornare sul palco. Non è male neanche la finta Isola dei Famosi presentata dal vero Tiberio Timperi dove finisce il Tony Brando di Christian De Sica e dalla quale viene cacciata subito per aver bestemmiato. Ma da quando la situazione si sposta nella finta Russia ricostruita a Praga, con Natasha Stephanenko che fa una sorta di cattiva da 007 e il film prende i toni della commedia col grande furto, mi dispiace, ma non torna più niente. Ma tanto allora avrete già cambiato canale.

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    In seconda serata avete il curioso “Charlie Says” di Mary Harron, cioè la storia delle ragazze della banda Manson una volta in carcere, Rai 4 alle 22, 50, con Merritt Wever, Hannah Murray, Sosie Bacon, Sukie Waterhouse. Un po’ noioso. Bello spy tratta da Le Carré è “the Costant Gardener. La cospirazione” diretto dal brasiliano Fernando Mereilles con Ralph Fiennes, Rachel Weisz, Daniele Harfod, Danny Huston, Pete Postlethwaite, Rai Movie alle 23, 10. 

    Cine 34 alle 23, 15 rilancia “Al lupo al lupo” di Carlo Verdone con Verdone stesso, Sergio Rubini, Francesca Neri. Iris alle 23, 45 si lancia in un cult movie anni ’70 che non vediamo da parecchio tempo, “I tre dell’operazione Drago”, primo film di kung fu prodotto dagli americani, diretto Robert Clouse, prodotto da Raymond Chow e Fred Weintraub con Bruce Lee, John Saxon, Shih Kien, Jim Kelly, Ahna Capri, Robert Wall. Un film che costò 850 mila dollari e incassò 90 milioni di dollari. Ultimo film completato da Bruce Lee, che morì tre settimane prime dell’uscita del film, è giustamente famoso. Clouse venne scelto dallo stesso Bruce Lee che aveva apprezzato le sue coreografie di scene di botte in “Darker Than Amber” con Rod Taylor e William Smith, anche se, secondo Fred Weintraub, era l’unico regista americano che avesse accettato di dirigerlo.

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    Nella notte posso consigliarvi “La sindrome di Stendahl” di Dario Argento con Asia, Paolo Bonacelli, Thomas Kretschmann, Marco Leonardi, Cine 34 all’1, 30. Vedo che passa il raro “Love Affair” di Glenn Gordon Caron con Warren Beatty, Annette Bening, Katharine Hepburn, Garry Shandling, Pierce Brosnan, Iris all’1, 30, addirittura remake anni ’90 di “Love Affair” e “An Affair To Remember” di Leo McCarey. Mai visto.

    Chiudo con  “Velluto nero”, erotico di Brunello Rondi con Laura Gemser, Annie Belle, Al Cliver, Gabriele Tinti, Susan Scott, Cine 34 alle 4, 55. Tutto si svolge a Assuan, dove vivono Susan Scott alia Nieves Navarro e sua figlia, Zigi Zander, assieme a un vecchio attore del muto, Feodor Chaliapin. Arrivano da loro certi tipi moderni, un fotografo, un santone hippy, una fotomodella e Laure, cioè Annie Belle, altra figlia di Susan Scott, che scompiglierà la vita di tutti i presenti. Rondi non è Pasolini, ma fa il moralista. Il fotografo obbliga Laura Gemser a posare nuda davanti a decine di cadaveri ammassati al sole. Per Bruno Mattei, montatore, “Il film andò bene, ma era orrendo, tutto slegato, abbiamo dovuto fare un sacco di cambiamenti”. 

    furio bianco rosso e verdone furio bianco rosso e verdone

    Ma forse è ancor più raro “Una storia d’amore” di Michele Lupo con Anna Moffo che si innamora del playboy sciupafemmine Gianni Macchia, Caterina Boratto, Gigi Ballista, Alicia Brandet, ma anche Tanara Baroni e Bedi Moratti, Iris alle 4, 55. Non si è più visto da quando uscì. Fece anche un certo scandalo. 

     

     

     

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