Marco Giusti per Dagospia
tre volti
Tre volti di Jafar Panahi
Meglio di Chi l’ha visto? Il video misterioso di una ragazza che si suicida in una grotta (ma sarà un fake? chissà?), indirizzato a una grande attrice sul suo cellulare, spinge lei e il suo regista all’abbandono del set e alla ricerca della fanciulla nel suo paesino d’origine nel nord più sperduto dell’Iran. Un po’ giallo, un po’ commedia, e molto d’autore, questo Tre volti, scritto, diretto e interpretato dal regista iraniano Jafar Panahi, che dopo Taxi Teheran sembra provarci gusto a interpretare se stesso, non deluderà certo i suoi fan.
tre volti di jafar panahi
E, comunque, funziona bene sia come meccanismo giallo, sia come commedia fra il Panahi attore e la sua stra, la grande attrice iraniana Jafari Behnaz, anche lei nel ruolo di se stessa, sia come meccanismo per svelare la condizione della donna in Iran. Grazie al video shock della ragazza, il regista e la sua attrice si ritrovano in uno sperduto villaggio, dove si rendono conto di quanto pesino ancora nel paese certe superstizioni assurde.
tre volti di jafar panahi
E di quanto il potere dei maschi incida ancora sul futuro delle ragazze e sulle donne in generale, grazie a regole che vengono di volta in volta cambiate per i motivi più futili. Chiarendo il mistero della ragazza suicida, Jafar Panahi e Jafari Behnaz, vengono così a contatto con una realtà sociale e culturale che incide pesantemente sulla scarsa libertà che circola nel paese e che obbliga le donne alla totale sudditanza.
tre volti di jafar panahi
Non male la richiesta che fa un vecchio del paese alla Behnaz di recapitare a casa di un attore supermacho di una quarantina d’anni prima, una sorta di Lando Buzzanca iraniano, la pelle del prepuzio circonciso del figlio. In questo modo il vecchio pensa che anche il figlio diventerà un uomo più virile. Costruito come una commedia, Tre volti è un film sottile e di bella invenzione narrativa, non a caso il film ha vinto un premio per la sceneggiatura a Cannes, che forse non aggiunge moltissimo alla filmografia del regista, ma è decisamente più godibile e profondo di Taxi Teheran, che aveva dalla sua soprattutto una immediatezza legata all’idea del costruire tutto un film in taxi. In sala dal 29 novembre.
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