Michela Allegri per Il Messaggero.it
ROBERTO STAFFA jpeg
Una sentenza che pesa come un macigno e che arriva dopo più di 14 ore di camera di consiglio. L'ex pm della Dda romana, Roberto Staffa, è stato condannato a 11 anni di reclusione. Le accuse sono gravissime: corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio, accesso abusivo al sistema informatico e detenzione di materiale pedopornografico. Avrebbe consumato rapporti sessuali con donne e transessuali sotto indagine, anche in ufficio, concedendo favori in cambio di prestazioni intime. L'hanno deciso i giudici del Tribunale di Perugia, ieri, poco dopo mezzanotte. A carico dell'ex pm, la Procura aveva chiesto la condanna a 10 anni e 6 mesi, contestando anche la
concussione.
ROMA-PROCURA
Sono passati più di 5 anni, ma nella cittadella giudiziaria romana tutti ricordano il giorno in cui Staffa venne arrestato. Era il 23 gennaio 2013. I carabinieri si presentarono a casa del magistrato e perquisirono anche il suo ufficio a piazzale Clodio, dove erano state piazzate cimici e telecamere nascoste. La prima ad accusare il pm, era stata una transessuale. Lo scandalo era emerso nel corso di un'inchiesta sulla prostituzione all'Eur. Le carte su Staffa, secretate, erano state trasmesse alla procura di Perugia, competente nell'indagare sui magistrati romani.
TRIBUNALE PENALE DI ROMA IN PIAZZALE CLODIO
Staffa è accusato di avere avuto rapporti con alcune transessuali e di avere concesso loro, in cambio, permessi di soggiorno temporanei. In ufficio avrebbe avuto un incontro intimo anche con Laura Terrisi, la compagna di Consiglio Casamonica, rampollo del clan di origine sinti. In cambio della prestazione, il pm si sarebbe impegnato a dare parere favorevole ai domiciliari a carico dell'uomo, che si trovava in carcere. Per questa vicenda, la Terrisi ha già patteggiato un anno e 10 mesi di reclusione.