violenza sessuale
(ANSA) - Dal processo non sono emersi "elementi certi per ritenere che i due imputati siano stati gli autori dei reati contestati". Lo scrive il Tribunale di Varese nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 7 marzo, ha assolto Anthony Gregory Fusi Mantegazza e Hamza Elayar, due giovani di 22 e 27 anni che erano stati arrestati con l'accusa di aver aggredito e violentato, la sera del 3 dicembre 2021, due donne di 22 anni.
VIOLENZA SESSUALE
In particolare, erano accusati di due distinti episodi di abusi: il primo ai danni di una giovane che era su un treno regionale della tratta Milano Cadorna-Varese Nord; il secondo nei confronti dell'altra ragazza all'interno della stazione di Venegono Inferiore (Varese). La Procura per i due imputati aveva chiesto condanne fino a 9 anni e 1 mese. Dopo essere stati in carcere per circa un anno e 3 mesi, col verdetto sono stati scarcerati.
VIOLENZE SESSUALI
Gli avvocati Mauro Straini, Eugenio Losco e Monica Andretti, che hanno difeso il 22enne, avevano svolto indagini difensive per dimostrare, tra le altre cose, dall'analisi della "cronologia degli spostamenti dell'account google registrato" sul telefono del loro assistito, che il giovane al momento delle violenze era in un locale di Tradate (Varese). I giudici (Tacconi-Basile-Buffa) nelle motivazioni chiariscono che i racconti delle due giovani vittime "sono del tutto credibili e i reati contestati sussistono".
violenza sessuale
Gli elementi delle indagini e del processo, però, come i "mancati riconoscimenti" degli imputati anche da parte dei testimoni e gli "accertamenti tecnici su un colbacco", che hanno escluso che fosse stato da loro indossato, non consentono di ritenerli responsabili "oltre ogni ragionevole dubbio".