Giuseppe Videtti per “la Repubblica”
leonard cohen
Tutto sembra scontato. Banale. Persino l’estremo buon gusto dell’ambasciata canadese di Grosvenor Square. Il vociare sommesso, una risata sguaiata, tutto opaco, indistinto. Finché non arriva Leonard Cohen e ringrazia con “quella” voce che canta quando parla (e parla quando canta).
È magro, elegante, sereno, con l’inseparabile Borsalino, ma senza il bastone con cui si è fatto fotografare sulla copertina di Popular problems , il suo tredicesimo album di studio che esce il 23 settembre, due giorni dopo il suo ottantesimo compleanno.
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Nove canzoni, 36 minuti di musica: in un capolavoro fulminante tutti gli anni del nostro sconcerto — preoccupazione, ansia, paura, indifferenza, disperazione in questa guerra globale senza vincitori né vinti. L’artista canadese che in cinquant’anni di carriera ha toccato milioni di vite con la sua anima in Almost like the blues canta: «Ho visto gente morire di fame / Eccidi, stupri / I villaggi bruciati / E loro in fuga / Non potevo incontrare i loro sguardi / Fissavo le mie scarpe / Era acido, era tragico / Quasi come il blues».
Venti di guerra, vendetta e tradimento soffiano anche in Samson in New Orleans, sul dopo Katrina, A Street , composta di getto in quell’11 settembre, e Nevermind, con la voce splendida di Donna Delory. «Sono canzoni arrivate in fretta », mormora Cohen flemmatico.
C’è una filo conduttore che lega le nove poesie, tra istanze personali e temi universali.
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«La ricetta è quella di sempre. Qui sono più evidenti quelli che io chiamo “problemi popolari”, che in questi anni stanno creando un sentimento che divide e unisce gli uomini — il senso di preoccupazione è costante e comune da una parte e dall’altra della barricata. Il produttore Pat Leonard e mio figlio (Adam Cohen) mi hanno aiutato a mettere dentro la giusta cornice queste canzoni. E oggi, a disco finito, provo un senso di gratitudine. Fare canzoni è sempre un processo misterioso, a volte lento, doloroso; in questo caso, immediato, torrenziale, gratificante ».
Blues e gospel restano la culla ideale per i suoi versi; c’è anche un valzer ( Samson in New Orleans ) che rimanda a vecchie, gloriose canzoni del suo repertorio.
«Questa è la mia musica, non volevo reinventare niente né ho mai avuto paura delle vecchie canzoni, le ho riproposte tutte nei trecento concerti di questi ultimi anni. Oggi come allora ho la sensazione, mentre le canto, che tutti combattiamo le stesse battaglie e conduciamo le medesime vite mediocri ».
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Una bella fatica alla sua età e dopo anni di assenza dall’attività live.
«All’inizio è stata una necessità a causa dei noti problemi finanziari (nel 2005 Cohen denunciò la manager Kelley Lynch — giudicata colpevole — per l’appropriazione indebita di cinque milioni di dollari dal suo conto personale, ndr), poi ho scoperto che la vita on the road per la quale non mi sentivo più tagliato mi piace. E poi, cos’è la fatica? Posso dire che mi stanco a cantare quando c’è gente che muore di fame, scende in miniera o marcisce in prigione? Fare quel che non ci piace è faticoso. Nel mio caso lavare i piatti».
C’è qui una cifra politica più evidente che altrove.
«L’atmosfera in cui siamo immersi passa anche sotto le porte tanto è sottile e velenosa. Viviamo prigionieri di un senso di paura e di sconfitta, minacciati da forze oscure che modificano le nostre vite. Tutti soffriamo, tutti siamo impegnati in una lotta per il rispetto reciproco.
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Dobbiamo cominciare a riconoscere che il nostro dolore è uguale a quello degli altri, che la nostra battaglia è legittima quanto quella dei nostri nemici. Siamo frutto delle circostanze, liberi e prigionieri in tempi diversi. Quanto alla cifra politica, sono anni che cerco di averne una — che nessuno ha mai decifrato».
Non mancano i riferimenti alla religione ebraica ( Born in chains ), anche se lei ha brevemente flirtato con Scientology e ha vissuto per cinque anni in un monastero Zen.
«Me lo chiedeva sempre anche Allen Ginsberg, ma io non ho mai rinnegato le mie radici, sono nato in una famiglia molto osservante. La Torah mi ha dato valori essenziali alla mia sopravvivenza. La ricerca dell’illuminazione non è in contraddizione con il mio credo, durante la meditazione non ho un dio da pregare, dovevo solo imparare a ignorare me stesso».
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Nel finale del disco ( You got me singing ), tuttavia, torna a pronunciare Hallelujah , una parola chiave nella sua carriera.
«È ricca, evoca abbondanza, è una parola meravigliosa da cantare. Trasmette energia quando la sputi in faccia alle catastrofi, è un’affermazione del nostro vigore. È un segreto, sono un ottimista».
Fa sempre più frequentemente ritorno a Montreal, la sua città natale. Nostalgia?
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«A casa sono felice, Montreal è uno dei luoghi che mi ispirano di più. Noi canadesi abbiamo un grande senso di solidarietà e siamo molto legati alla nostra terra ai bordi di quell’America che guardiamo come le donne guardano me, con diffidenza. Non dimentico che il Canada ha ospitato la mia famiglia in fuga dai regimi dell’Europa dell’est, nel 1860».
Come festeggerà i suoi ottant’anni?
«A casa mia nessuno si offende quando dimentichiamo un compleanno ».
1. E IL PRETE CELEBRO' IL MATRIMONIO CANTANDO "L'HALLELUJAH'' DI LEONARD COHEN
VIDEO
http://www.nostalgia.it/multimedia/home/lstp/10949/
IL PRETE CELEBRO’ IL MATRIMONIO CANTANDO “L'HALLELUJAH’’ DI LEONARD COHEN
Se i matrimoni possono emozionare, quello che è stato celebrato in Irlanda ha aggiunto la ciliegina sulla torta. Lea e Chris sono all'altare per promettersi eterno amore e il prete fa loro una sorpresa: avvicinatosi al microfono, invece celebrare il rito, inizia a cantare. Con un'interpretazione davvero ragguardevole il sacerdote si esibisce con l'Hallelujah di Leonard Cohen. Alla fine scatta spontaneo l'applauso, per un regalo che Lea e Chris non dimenticheranno mai.
2. TRADUZIONE DEL BRANO E LA VERSIONE DI COHEN E DI JEFF BUCKLEY
http://significatocanzoni.altervista.org/blog/hallelujah-leonard-cohen/
INTERPRETAZIONE #1
La versione iniziale del brano contiene molti riferimenti ai testi biblici dell'Antico Testamento. Una seconda versione della canzone fu incisa dal vivo nel 1988 e in seguito pubblicata nell'album Cohen Live del 1994. I versi utilizzati in questa occasione furono privati della maggior parte dei rimandi al testo sacro, dando origine così ad una versione con un finale molto più oscuro rispetto a quello della precedente.
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Secondo Alan Connor della BBC, le due diverse versioni di Hallelujah realizzate da Cohen, «una biblica e una secolare, ci portano attraverso un immenso spettro di luoghi emozionali, con le diverse alleluia ad esprimere disperazione, estasi sessuale e devozione religiosa». Dorian Lynskey del Guardian scrisse che i versi del brano «abbracciano in modo criptico i temi dell'amore, del sesso, della violenza, della religione e dell'atto stesso di scrivere canzoni».
Cercando di spiegare il significato del brano, Cohen dichiarò che: « La canzone spiega che diversi tipi di alleluia esistono, e tutte le alleluia perfette e infrante hanno lo stesso valore. È un desiderio di affermazione della vita, non in un qualche significato religioso formale, ma con entusiasmo, con emozione. So che c'è un occhio che ci sta guardando tutti. C'è un giudizio che valuta ogni cosa che facciamo. »
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Il tema del sesso assume un ruolo fondamentale nel brano, ulteriormente accentuato nella versione del 1988. Anche l'interpretazione di Buckley fa leva soprattutto su questo aspetto, omettendo le due strofe della versione originale che si riferiscono invece al tema della redenzione. Lo stesso Buckley dichiarò in un'intervista che «chiunque ascolti chiaramente Hallelujah scoprirà che è una canzone che parla di sesso, di amore, della vita sulla terra. L'alleluia non è un omaggio a una persona adorata, a un idolo o a Dio, ma è l'alleluia dell'orgasmo. È un ode alla vita e all'amore».
CURIOSITA'
Il brano fu pubblicato come singolo, insieme al lato B The Law, ma inizialmente non ebbe alcun successo commerciale. Nonostante questo, nel corso degli anni si susseguirono molte reinterpretazioni di Hallelujah, ad opera sia dello stesso Cohen, che ne modificò ripetutamente il testo, sia di molti altri artisti. La prima cover della canzone risale al 1991 e fu incisa da John Cale. Da allora sono state incise oltre 180 reinterpretazioni del brano, e molti altri sono gli artisti che hanno ripetutamente eseguito il brano dal vivo nel corso dei loro concerti. L'interpretazione più famosa rimane quella di Jeff Buckley che riportiamo qua sotto
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TESTO E TRADUZIONE
TESTO
I heard there was a secret chord
that David played and it pleased the Lord
But you don't really care for music, do you?
Well it goes like this:
The fourth, the fifth, the minor fall and the major lift
The baffled king composing Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah
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Well your faith was strong but you needed proof
You saw her bathing on the roof
Her beauty and the moonlight overthrough ya
She tied you to her kitchen chair
She broke your throne and she cut your hair
And from your lips she drew the Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah
Well, maybe I've been here before
I've seen this room and I've walked this floor
I used to live with Leonard before I knew ya
I've seen your flag on the marble arch
But love is not a victory march
It's a cold and it's a broken Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah
There was a time when you let me know
What's really going on below
But now you never show that to me do ya
But remember when I moved in you
And the holy dove was moving too
And every breath you drew was Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah
And maybe there's a God above
But all I've ever learned from love
Was how to shoot somebody who outdrew ya
Well it's not a cry that you hear at night
It's not somebody who's seen the light
It's a cold and it's a broken Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Halle...
It's not what you're told
It's not her face
It's not his touch
In the room you both share
Where he's gone when he loved
When your time and your memory fills your dreams
When you're honest and together
Together no more
No more
Hallelujah, until you're nothing
Hallelujah, baby, until she's everywhere
Hallelujah, until together you are somewhere I'd lost
Hallelujah, Hallelujah.
Bonne nuit, bonne nuit, I love you, I love you, We love you, Thank you
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TRADUZIONE
Ho sentito che c'era un accordo musicale segreto
che Davide suonò e che piacque al Signore
ma non ti importa molto della musica, vero?
beh, funziona così: il quarto, la quinta,
il minore abbassa, il maggiore alza
il re confuso compose l'Hallelujah
Hallelujah, hallelujah, hallelujah, hallelujah
beh la tua fede era forte,
ma avevi bisogno di una dimostrazione
l'hai vista fare il bagno sul tetto
la sua bellezza e la luce
della luna ti abbattevano
lei ti ha legato alla
sua sedia della cucina
lei ha rotto il tuo trono
e ti ha tagliato i capelli
e ti ha cavato dalle labbra l'Hallelujah
Hallelujah, hallelujah, hallelujah, hallelujah
baby sono già stato qui
ho visto questa stanza e
ho camminato su questo pavimento
ero solito vivere da solo prima di conoscerti
ho visto la tua bandiera sull'arco di marmo
ma l'amore non è una marcia di vittoria
è un freddo e un grave Hallelujah
Hallelujah, hallelujah, hallelujah, hallelujah
beh c'è stato un tempo
in cui mi hai fatto sapere
cosa succede veramente sotto
ma adesso non me lo mostri mai, vero?
ma ricorda quando sono venuto a stare con te
anche la Santa Colomba si stava spostando
e ogni nostro respiro era un Hallelujah
beh forse c'è un Dio lassù
ma tutto quello che ho imparato dall'amore
è come colpire qualcuno che ha
sguainato la spada prima di te
non è un pianto quello che senti di notte
non è qualcuno che ha visto la luce
è un freddo e un grave Hallelujah
Hallelujah, hallelujah, hallelujah, hallelujah
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