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    GLI AMERICANI VOGLIONO FARE I PISTOLERI E LA CORTE SUPREMA FEDERALE LI ACCONTENTA - EMESSO UN PARERE CHE VIETA ALLO STATO DI NEW YORK DI LIMITARE IL DIRITTO DI UN LEGITTIMO POSSESSORE DI UN'ARMA DI PORTARLA CON SÉ QUANDO ESCE DI CASA, DI FATTO CANCELLANDO UNA LEGGE IN VIGORE DA PIÙ DI 100 ANNI - OVVIAMENTE I SEI TOGATI CONSERVATORI HANNO VOTATO A FAVORE, I TRE PROGRESSISTI CONTRO: EPPURE MENTRE SI SUSSEGUIVANO LE STRAGI LA CORTE ERA SEMPRE RIMASTA IN SILENZIO...


     
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    Flavio Pompetti per “Il Messaggero

     

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    Lo Stato di New York non può limitare il diritto di un legittimo possessore di un'arma di portarla con sé quando esce di casa. La Corte suprema federale ha emesso ieri un parere che di fatto cancella una legge che era in vigore da più di cento anni nello Stato del nord est e che sottometteva il diritto dei cittadini di circolare armati alla capacità di dimostrare l'estrema urgenza che motivava tale necessità.

     

    La Corte ritiene che la licenza che New York rilasciava con molta parsimonia è incostituzionale, in quanto contraddice il principio enunciato dal secondo emendamento, quello che stabilisce il diritto di organizzare milizie armate.

     

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    La decisione, che era attesa e data per scontata vista l'attuale configurazione del collegio giudicante, è stata presa seguendo fedelmente la trincea politica sulla quale i togati sono schierati: i sei conservatori hanno votato a favore; i tre progressisti hanno votato contro.

     

    Il parere ha un valore storico, sia per le conseguenze che avrà per milioni di possessori di armi nello Stato di New York e in altri Stati degli Usa che avevano adottato finora una simile disciplina, sia per la valenza politica del messaggio che i giudici hanno voluto comunicare: la Corte suprema non ha più nessun timore ad esprimere il suo parere in tema di circolazione delle armi, ed è pronta a cassare le leggi disegnate per controllarla.

     

    UNA SVOLTA STORICA

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    La consulta aveva scelto per decenni di tacere sulla materia, e di fatto lasciare che i singoli legislatori di ogni Stato legiferassero a seconda della sensibilità e della cultura locale. La prima eccezione a questa prassi si è avuta nel 2008, quando lo stesso collegio giudicante asserì per la prima volta il diritto di ogni cittadino statunitense a possedere e custodire armi nella propria abitazione.

     

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    Fu quel parere - bollato come un abuso da gran parte della giurisprudenza negli Stati Uniti - a stabilire senza mezzi termini la costituzionalità di un diritto che i padri costituenti avevano concepito con tutt'altre intenzioni nel 1791.

     

    SILENZIO DURANTE LE STRAGI

    Dopo quell'intervento nel 2008, la Corte si era di nuovo chiusa nel silenzio. Mentre la progressione delle stragi e della violenza armata agitava il dibattito politico nel paese, la consulta ha rifiutato sistematicamente di discutere le tante cause controverse che affollavano i tribunali.

     

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    È stato solo dopo l'arrivo sugli scranni dei tre giudici nominati da Donald Trump: Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett, tutti strenui difensori del secondo emendamento, che le maglie si sono aperte, fino alla discussione che si è chiusa con il parere espresso ieri.

     

    La decisione arriva il giorno dopo l'approvazione presso il senato di Washington della prima legge in dieci anni che limita l'accesso alle armi per i giovani dai 18 ai 21 anni sospettati di instabilità mentale o odio razziale preconcetto. La concomitanza fa pensare quasi ad un passaggio di contrappunto, come a voler rassicurare chi teme che i politici possano regolare e abolire i diritti dei possessori di armi.

     

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    PALLA AI SINGOLI STATI

    Il confronto si sposta ora infatti nelle assemblee parlamentari dei singoli stati. La governatrice di New York Kathy Hochul ha detto ieri che sta già lavorando alla redazione di un nuovo testo di legge che contraddica il verdetto della corte, e assicuri i suoi cittadini contro l'incubo di essere circondati in strada da pistoleri ignoti e invisibili.

     

    GLI AMERICANI E LE ARMI GLI AMERICANI E LE ARMI

    Le nuove leggi che molti Stati progressisti vorranno approvare, saranno a loro volta soggette alla revisione ultima del giudizio della corte suprema, e il contenzioso potrebbe essere lungo e divisivo tra la popolazione.

     

    È anche per questo che all'annuncio della decisione, il primo cittadino Joe Biden ha reagito con parole forti: «Sono profondamente deluso - ha detto in un comunicato Era dal 1911 che lo Stato di New York proteggeva i suoi cittadini richiedendo che chi porta armi addosso lo faccia per motivi di estrema emergenza. Esorto i politici a trovare nuovi mezzi per assicurare che quella protezione non scompaia».

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