Ernesto Assante e Gino Castaldo per “la Repubblica”
bruce springsteen al mare
The Mighty” Max Weinberg, batterista, e “The Professor” Roy Bittan, pianista, due delle colonne portanti della E Street Band di Bruce Springsteen saliranno insieme sul palco del Cortona Mix Festival stasera per suonare con un ensemble di giovani musicisti diretti da Luca “Roccia” Baldini, e nel concerto Bittan presenterà per la prima volta le sue composizioni. Dopo tanti anni al fianco di Springsteen (e collaborazioni con David Bowie, Steve Nicks, Lou Reed, Dire Straits, e molti altri), Bittan si mette alla prova come solista e offrirà un’anteprima del suo lavoro d’esordio come solista. Li abbiamo incontrati a Cortona, in una pausa delle prove del concerto.
Come avete iniziato la vostra avventura nella musica?
Weinberg: «La prima spinta è stata vedere Elvis in televisione. Quello che mi colpì era il batterista, D. J. Fontana, faceva un sacco di rumore e si faceva notare. Poi l’anno successivo iniziai l’anno scolastico con qualche giorno di ritardo e quando arrivai tutti avevano già scelto il proprio strumento per la band della scuola, era rimasta solo la batteria e quindi scelsi quella. Si suonavano essenzialmente due ritmi, il classico quattro quarti e il valzer. Sostanzialmente sono i due ritmi che suono ancora oggi».
bruce springsteen al mare
Bittan: «Avevamo un pianoforte in casa, mio padre sapeva suonare due canzoni soltanto, io mi divertivo a suonare per passare il tempo, visto che non avevo fratelli o sorelle con cui giocare. Crescendo, però, non ho studiato il pianoforte ma la fisarmonica, che andava fortissimo in America prima che arrivassero Elvis e la chitarra elettrica ».
Come siete entrati a far parte del gruppo del Boss?
Weinberg: «Abbiamo risposto entrambi ad un annuncio sul Village Voice . Era il giornale più importante a New York per chi fosse interessato ad arte, cultura, musica. E c’erano un sacco di annunci per musicisti in cerca di lavoro».
bruce springsteen al mare
Bittan: «C’era scritto che Bruce Springsteen e cercava un tastierista che sapesse suonare dalla musica classica a Jerry Lee Lewis e un batterista che non fosse come Ginger Baker dei Cream. Baker aveva due grancasse, faceva lunghi assolo, tutto quello che non piaceva a Bruce...».
Weinberg: «Nell’annuncio c’era scritto che Springsteen, che io non conoscevo, aveva un contratto con la Columbia, quindi si trattava di un lavoro vero. Si presentarono 60 batteristi e una quarantina di pianisti. Le audizioni durarono quasi tre mesi. Fu piuttosto difficile essere scelti, ma andò bene per entrambi».
Bittan: «È stato come vincere la lotteria...».
Roy Bittan
Qual è il segreto della E Street Band
Weinberg: «Suonare con la E Street Band è come un sogno che diventa realtà. E’ difficile spiegare la magia che si crea quando siamo insieme, ma è anche chiaro che la differenza la fa Bruce, è imprevedibile, ha un’energia...».
Bittan: «E poi c’è il rapporto con il pubblico, i nostri concerti sono una faccenda interattiva, noi suoniamo “con” il pubblico non “per” il pubblico e questo rende ogni show diverso dall’altro, un’incredibile scambio di energia tra il palco e la platea. Bruce costruisce ogni concerto in maniera diversa, assieme al pubblico, assecondando gli umori della gente».
Qual è il pezzo più difficile da suonare?
Weinberg: «Il pezzo più difficile è quello che inizia con “one, two, three, four” e io non ho idea di cosa Bruce voglia suonare, devo cercare di capirlo quando ha detto “one, two”, sennò è troppo tardi, e mi tocca dare un gran colpo sulla batteria per ascoltare quali accordi suona e capire dove andare».
In studio decide tutto Springsteen? Qual è il vostro livello di collaborazione?
Max Weinberg
Weinberg: «Beh, è questo il motivo per cui è soprannominato “Boss”. Ma no, non decide tutto lui, il nostro scopo è ovviamente quello di assecondare i suoi desideri, ma è anche vero che la collaborazione tra noi è grande».
BRUCE SPRINGSTEEN CON LA MOGLIE PATTI SCIALFA
Bittan: «Alle volte arriva con i pezzi sostanzialmente finiti e ci dice come vuole che siano, altre volte, però, arriva solo con qualche idea e sta a noi aiutarlo a metterle a fuoco, a dare corpo a quello che lui ha in mente in maniera confusa. E soprattutto Bruce ha un grande rispetto per noi, sia come musicisti che come amici, e questo in una band è importante».
Bruce-Springsteen-Clarence-Clemons
Alla fine degli anni Ottanta Springsteen decise di sciogliere la band. E’ stata un’esperienza difficile?
susan sarandon david bowie
Weinberg: «Terribile, è stato uno shock, credo di aver attraversato tutte le possibili fasi del dolore. Ma allo stesso tempo devo dire che è stata un’esperienza fondamentale, è stato come ricevere un calcio che ti butta fuori dal nido e ti costringe a volare. Ed abbiamo volato, siamo cresciuti, ognuno di noi ha trovato il modo di essere se stesso al di là della band».
Come sono nati i vostri soprannomi, “Mighty Max” e “The professor”?
John Cale e Lou Reed a passeggio
Weinberg: «Mighty, potente, è un modo per prendermi in giro per il mio modo di suonare la batteria».
Bittan: «Bruce mi chiamava “il professore” perché ero l’unico ad aver preso il diploma di scuola superiore. In realtà mi sono conquistato questo soprannome perché quando Bruce non ha una risposta a una domanda, la risposta la suggerisco io...».
Dire Straits