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    GLI ASSEMBRAMENTI SONO TOLLERATI SOLO QUANDO SONO DI SINISTRA? SARDINE E CENTRI SOCIALI IN PIAZZA: ZERO SANZIONI. CHISSÀ DA CHE PARTE STAVANO INVECE I VENTITRÉ AMICI AL BAR DI SCANDIANO, IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA, MULTATI CON 280 EURO A TESTA PER VIOLAZIONE DELLE NORME ANTICONTAGIO DURANTE LA MOVIDA DEL WEEKEND…


     
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    ANDREA MORIGI per Libero Quotidiano

     

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    Buoni a sinistra e cattivi a destra. È un classico. Due colonne separate, come sulla vecchia lavagna di scuola. La mossa decisiva per spaccare l'Italia in due è la negazione del diritto di riunione a una parte dell'opinione pubblica, contrapposta a un'altra che gode invece perfino della facoltà di assembramento in nome dell'antirazzismo.

     

    Sulla manifestazione di "Ragazzi d'Italia" che si è svolta sabato 6 giugno al Circo Massimo di Roma, per contestare il governo, piovono le condanne politiche.

     

    Suo malgrado, la tifoseria bresciana che l'ha convocata non si è dotata nel frattempo di un ufficio per le pubbliche relazioni. Non è esattamente nella loro prassi. Anzi, gli ultras scelgono il silenzio stampa, tanto sanno già in anticipo che di loro e di Forza Nuova, che partecipa massicciamente all'incontro, si scriverà in ogni caso che sono gruppi «palesemente fuori dalla Costituzione italiana», come afferma la Federazione Nazionale della Stampa in un comunicato successivo agli scontri e al lancio di oggetti contro giornalisti, carabinieri e poliziotti.

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    Con un bilancio provvisorio di due arresti e 15 fermi da parte della Digos e una serie di filmati da analizzare per catturarne altri, il servizio reso alla causa da una frangia violenta è un bel marchio di "fascisti".

     

    Gridavano «Duce, Duce», in effetti, e salutavano col braccio teso in segno di sfida, anche se in realtà ce l'avevano con la ripresa del campionato di calcio a porte chiuse. Ma il vice segretario del Pd, Andrea Orlando, dai microfoni del Tg3, invoca una riflessione sul loro scioglimento. Stia attento chi osa mettersi sulla strada dell'esecutivo Conte.

     

    RABBIA SOCIALE Dove va a sfogarsi la rabbia sociale, finché perdura il divieto di entrare allo stadio non solo per i soggetti al daspo, ma per tutto il pubblico? È una domanda da porsi seriamente, non solo in qualche stanza delle questure o al Viminale, ma anche nelle facoltà di Sociologia. Perché altrimenti qualcuno prima o poi riesce a trasformarsi nell'avanguardia del disagio dei tifosi, sfuggendo alla trappola di lasciarsi rappresentare come nemico del popolo. Per ora, non è accaduto.

     

    MATTIA SANTORI MATTIA SANTORI

    C'è qualche aspirante capopopolo improvvisato, tipo l'ex generale Antonio Pappalardo, che tenta di sottrarre energie alle proteste, ma soprattutto ci sono le Sardine a canalizzare gli impeti antisistema. Ieri se ne sono radunate tremila in piazza del Popolo nella Capitale «con il massimo della sicurezza e delle norme per il distanziamento sociale e precauzioni sanitarie», come hanno voluto sottolineare in un loro comunicato, e per questo si sono guadagnati il plauso delle forze di maggioranza.

     

    Loro sì che, indossando le mascherine, si sono mostrati responsabili, senza attentare alle istituzioni. «Non saremo esempio di scempio come si è manifestato ieri pomeriggio a Roma», avevano annunciato prendendo le distanze dai camerati disorganizzati del giorno precedente.

     

    DEBITI DA SALDARE La sinistra di Palazzo ha un debito di riconoscenza verso le Sardine che le parole non possono saldare. Hanno evitato il tracollo in Emilia Romagna alle ultime elezioni regionali. Alle prossime elezioni si penserà a inserirli nelle liste. Il portavoce del movimento Mattia Santori, si porta avanti: «Noi saremmo per lo ius soli puro, ma siamo convinti che prima serva un'opera di sensibilizzazione, di educazione». Ecco, i maestri sono loro.

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    Allora il segretario dem anticipa la caparra e plaude: «Dalle manifestazioni contro il razzismo un bellissimo esempio di civiltà» e «una lezione a chi, promuovendo odio, ha offeso Roma con urla, violenza e assembramenti irresponsabili». Hanno trovato i bravi ragazzi, rispettosi e obbedienti, con i quali andare a prendere l'aperitivo tenendo a distanza gli altri. «A chi sostiene che non ci sono più differenze diciamo: ci sono e noi stiamo di qua, con loro, per la democrazia», aggiunge Zingaretti. Chissà da che parte stavano invece i ventitré amici al bar di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, multati con 280 euro cadauno per violazione delle norme anticontagio durante la movida del weekend.

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