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"GLI AZZURRI SONO RIDOTTI A SPARRING PARTNER: È IL MOMENTO PIÙ AMARO DI SEMPRE" – CONDO’: “DELLE TRE AVVERSARIE DI NATIONS LEAGUE, DUE (GERMANIA E INGHILTERRA) CI USERANNO ESATTAMENTE COME L'ARGENTINA: SAREMO I LORO SPARRING PARTNER SULLA STRADA DEL MONDIALE” – MA COME FA LA NAZIONALE ITALIANA, CHE IN PASSATO AVEVA VIERI, INZAGHI, TONI, BAGGIO, TOTTI, DEL PIERO, CASSANO A NON AVERE PIU’ GRANDI ATTACCANTI E FANTASISTI?
Paolo Condò per la Repubblica
Non sarà facile ritrovare una stella polare in questo 2022 azzurro di rimpianti e malinconie. La Finalissima è andata come doveva andare: un collaudo per l'Argentina - che in Qatar parte come quarta favorita dei bookmaker dopo Brasile, Francia e Inghilterra e alla pari con la Spagna - una sofferenza per le riserve dell'Italia campione d'Europa, una squadra senza capo né coda messa in campo con un unico criterio (spazio a chi vinse il titolo) ma che le assenze di Chiesa e Verratti, Berardi e Insigne, Immobile e nel primo tempo Spinazzola hanno impoverito oltre ogni limite.
Da una parte l'Argentina attaccava con Messi, Di Maria e Lautaro, la risposta dell'Italia era affidata a due giocatori in attesa di contratto, Belotti e Bernardeschi, più Raspadori. Il portentoso Di Maria ha incoraggiato le mire della Juve (e Dybala nel finale quelle di Inter e Roma), mostrando un livello di gioco che a 34 anni è ancora nitidamente superiore, mentre gli azzurri devono sperare che gli osservatori a loro interessati fossero sintonizzati su un altro canale.
Esaurito il giusto omaggio a Chiellini, l'unico dell'Italia ad aver retto il cartellone da protagonista è stato Donnarumma, autore di pregevoli parate su Messi, e graziato un paio di volte dallo sciagurato Lo Celso. Senza questi episodi, la Finalissima sarebbe finita in un modo numericamente umiliante.
Lo 0-3 fa già abbastanza male, eppure resta per noi un risultato edulcorato.
C'è poco di sorprendente in questa débâcle. La sberla dell'esclusione dal Qatar peserà finché il Mondiale non sarà concluso. Allora, soltanto allora avrà senso ragionare sulla ripartenza della Nazionale di Mancini, che da qui alle qualificazioni all'Europeo è atteso da un compito difficilissimo: portarsi avanti col lavoro, scoprendo qualche giocatore futuribile, in un clima che si farà sempre più pesante. Delle tre avversarie di Nations League, due - Germania e Inghilterra - ci useranno esattamente come l'Argentina: saremo i loro sparring partner sulla strada del Mondiale. Una situazione che metterà a dura prova il fresco amor proprio della nuova generazione azzurra, da Tonali a Scamacca, da Bastoni a Zaniolo, nella speranza che i mille infortuni di questi giorni vengano riassorbiti e il ct possa almeno scegliere gli uomini sui quali vuole investire. Di tutti i momenti della storia azzurra questo è il più amaro e complesso.
L'Italia di Ventura era una squadrina di limitate pretese e la sua eliminazione fotografò il suo punto più basso. Il crac di Mancini riguarda invece i campioni d'Europa, per molti versi è stato un incidente di percorso ma proprio per questo motivo la caduta libera è partita da lì, e la gara di Wembley ha confermato che la frana è ancora in corso, e se non viene messo un punto la situazione potrebbe ulteriormente deteriorarsi.
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