Da corriere.it
Sì a inchiesta Onu su violazione diritti umani
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La commissione per i diritti umani dell’Onu ha detto sì all’apertura di un’indagine su violazioni dei diritti umani commessi dai russi durante l’aggressione all’Ucraina. Un team di tre persone sarà chiamato a verificare abusi, violenze e altre violazioni connesse alla dignità umane commessi dai militari di Mosca. Il via libera all’inchiesta è passato con 32 voti a favore e due contro, quelli di Russia ed Eritrea.
I supermercati ucraini boicottano la Coca Cola
I supermercati ucraini hanno deciso di boicottare la Coca Cola poiché la società continua a operare in Russia. Le catene Silpo, Novus, e Varus hanno rimosso dai loro scaffali tutte le bevande prodotte dalla multinazionale.
Kiev: mediatori internazionali al prossimo round di colloqui
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L’Ucraina chiede la partecipazione di mediatori internazionali ai negoziati con la Russia, quando riprenderanno per un terzo round, già questo fine settimana. «Non abbiamo alcuna fiducia nella Federazione russa, quindi abbiamo bisogno di un mediatore internazionale responsabile», ha affermato il consigliere del Presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, citato dall’agenzia Unian. Kiev propone che in futuro i negoziati si tengano in Turchia, Polonia o Ungheria, ha aggiunto.
L’incendio è arrivato a 450 metri dai reattori nucleari
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L’ambasciatore russo all’Onu ha dichiarato che la centrale nucleare vicino alla quale si sono svolti combattimenti la scorsa notte è operativa e non c’è minaccia di fuoriuscita di materiale radioattivo. A proposito del medesimo scenario il New York Times riporta che l’incendio che ha danneggiato l’impianto è arrivato a circa 450 metri dai reattori.
Von der Leyen: «Pronti a nuove sanzioni»
«Noi sappiamo che il conflitto è tutt’altro che finito e restiamo pronti a adottare ulteriori sanzioni se Putin non si fermerà e tornerà indietro dall’invasione». Lo dice la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in una dichiarazione congiunta con il segretario di Stato Usa Antony Blinken. «Putin è via via più isolato nella comunità internazionale ma nonostante le proteste del mondo l’esercito di Putin va avanti», sottolinea von der Leyen.
In Italia arrivati oltre 9.000 profughi
Sono 9.058 i cittadini ucraini entrati in Italia dall’inizio del conflitto fino alle ore 8 di oggi: 4.484 donne, 1.041 uomini e 3.533 minori. Lo rende noto il Viminale, spiegando che le principali destinazioni sono Roma, Milano, Bologna e Napoli.
Putin: «Intesa se Kiev accetta tutte nostre condizioni»
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Vladimir Putin ha detto nel colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Olaf Scholz che un’intesa con Kiev è possibile solo «se tutte le richieste russe» vengono soddisfatte.
Gli interrogativi sulla sorte di Zelensky
Dov’è Zelensky? A Leopoli, è primo pomeriggio quando d’urgenza viene convocata una conferenza stampa nella sede dell’amministrazione regionale della città, diventata in queste ore sede delle principali ambasciate in Ucraina, compresa quella italiana, mentre Kiev è accerchiata.
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Primo ad arrivare è David Arakhamia , esponente del partito di Zelensky «Servo del popolo» e uomo chiave dei negoziati con Mosca. Poi Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente Zelensky. Il primo parla poco, due parole, solo per ricordare che i contenuti delle trattative vengono mantenuti riservati. Poi è il turno di Podoliak. Una conferenza stampa parecchio affollata arrivata proprio mentre i media russi diffondono (di nuovo) la notizia che il presidente ucraino fosse scappato in Polonia. E se la notizia è subito smentita in rete dalla Rada, il parlamento ucraino, che colloca Zelensky a Kiev ancora a fianco del suo popolo, alla domanda dove si trovi il presidente a Leopoli rispondono «Non diciamo dov’è per evidenti motivi di sicurezza. Non facciamo commenti sulla sua posizione».
Il tono però è di sfida nei confronti di Mosca. Durante la conferenza stampa è stata ricordata l’importanza dell’apertura di una no fly zone per la creazione di un corridoio umanitari. «I russi stanno violando tutte le regole di guerra bombardando le infrastrutture civili per creare il panico per costringerci ad accettare le loro condizioni, in quanto sanno di non poter battere l’esercito ucraino», si precisa. Da Leopoli è stato sottolineato infine come siano stati i russi a spingere per i negoziati e non Zelensky. «I russi ne hanno bisogno più di noi, perché il mondo li considera assassini». Poi in chiusura, un commento sulle sanzioni che avrebbero indebolito la posizione negoziale di Mosca. Una clima dunque ancora di accuse e contro accuse, mentre ancora le armi non tacciono. (di Marta Serafini inviata a Leopoli)
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Ore 17.05 - Il sindaco di Mariupol: «Stanno finendo acqua e cibo»
Mariupol è rimasta senz’acqua, riscaldamento, elettricità e sta finendo anche il cibo dopo cinque giorni di attacchi russi. Lo denuncia il sindaco della città portuale nel sud-est dell’Ucraina in televisione, facendo un appello all’apertura di un corridoio umanitario per evacuare i civili. «Siamo semplicemente distrutti», ha detto Vadym Boychenko,
Per gli Usa i russi sono sempre a 25 km da Kiev
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Le forze russe sono ancora a circa 25 chilometri dal centro di Kiev e rimangono a 10 chilometri fuori dai centri di Chernihiv e Kharkiv nel nord in Ucraina. Lo rende noto un alto funzionario della difesa Usa, stando alla Cnn. I russi non hanno ancora preso la città meridionale di Mariupol, secondo quanto osservato dagli Stati Uniti, ma lì si continuano a combattere, ha detto il funzionario.
Usa e Ue vogliono escludere la Russia da Fmi
Stati Uniti e l’Unione europea sono al lavoro per attuare tutte le misure per impedire alla Russia di beneficiare dei suoi diritti di prelievo speciali del Fondo monetario internazionale (Fmi). Lo rende noto l’agenzia Reuters che cita fonti del Tesoro americano. Lo scorso anno la Russia ha ricevuto 17 miliardi di dollari in Dsp in un nuova assegnazione del Fmi l’anno scorso, ma per spenderli Mosca avrà bisogno di trovare un Paese partner disposto a cambiarli in valuta.
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Il prezzo del gas sfonda il tetto dei 200 euro
Nuovo record storico per il gas sulla Piazza di Amsterdam. Per un MWh di metano vengono chiesti 208 euro, con un rialzo del 29,5%, che equivale al 35,98% da inizio anno. In forte rialzo anche il prezzo segnato a Londra (+29,99%), dove per un’unità termica di metano vengono pagati 499,21 penny.
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