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    IL CINEMA DEI GIUSTI - CON UNA GUERRA ALLE PORTE HA PROPRIO SENSO PASSARE TRE ORE A PALPITARE PER LE SORTI DI GOTHAM CITY NEL PUR ATTESISSIMO “THE BATMAN” DI MATT REEVES? IL FILM È TUTTO COSTRUITO SU QUESTO DARKETTUME BATMANESCO E LA PIOGGIA DA VECCHIO POLIZIESCO DELLA WARNER, CHE FUNZIONA ANCHE BENE NELLA PRIMA PARTE DEL FILM, MA A UN CERTO PUNTO SI INCEPPA. FINCHÉ IL FILM È UN NOIR ALL’ANTICA, TUTTO QUESTO IMPIANTO CUPISSIMO ALLA SIN CITY FUNZIONA BENE, MA… VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Con una guerra alle porte, una centrale nucleare pronta a saltare, la possibilità di qualche atomica sganciata qua e là, ha proprio senso passare tre ore della nostra simpatica giornata con la mascherina nella sala sotto casa a palpitare per le sorti di Gotham City nel pur potente e attesissimo “The Batman” di Matt Reeves con Robert Pattinson? Non solo.

     

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    Perché sono tre ore passate nel buio più totale, perché questa nuova avventura del Cavaliere Oscuro, girata benissimo per carità, è così dark e nera, così ambientata nella notte piena di pioggia di Gotham City, dove ogni tanto sfreccia The Batman vestito da The Batman col mantellone e sto cazzo de maschera sempre calata sotto al naso in motorella, così buia, dicevo, che non era neanche facile per lo spettatore un po’ avanti con l’età trovare il bagno (certo con tutti gli sgocciolii della pioggia lo stimolo ti viene…). Detto questo e detto che, vi piaccia o non vi piaccia, la storia di The Batman, come quella di Batman, sempre quella è.

     

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    Il problema di essere orfano perché i genitori sono stati uccisi quando era piccolo, i lestofanti legati a filo doppio con i corrotti della pessima amministrazione di Gotham, il legame con Alfred, interpretato qui da un Andy Serkis senza trucchi per fortuna, il tentativo eroico di salvare i cittadini di Gotham dal male, in questo caso l’enigmista, interpretato qui da Paul Dano come supernerd mezzo hacker e il fatto, fondamentale, che a Batman, non si sa perché visto che è miliardario, je rode sempre. Pensa a noi in sala dopo tre ore. Scordavo l’amore.

     

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    Beh, almeno devo dire che la bellissima Zoe Kravitz porta un po’ di sole in tanto buio, anche se è una donna-gatto con una mascherina che sempre fatta a casa da mia moglie (decisamente più brava nei berrettini a maglia della costumista due volte premio Oscar Jacqueline Durran), anche se anche lei ha dei lati oscuri, o non si travestirebbe da donna-gatto. E molto tifiamo perché questo stoccafisso di The Batman si tolga la mascherina e nasca una storia d’amore. Invece si limita, molto eroticamente devo dire, a un paio di bacetti con la mascherina nemmeno lo stesso guardando il generale Figliuolo. Lei si cambia un bel po’ di parrucche e è sempre molto sexy, forse il personaggio più moderno del film.

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    Robert Pattinson, le rarissime volte che si toglie la maschera da The Batman e scende dalla moto, va riconosciuto, è bello, affascinante, decisamente meglio di Ben Affleck. Pensavo meglio, invece, sia il Pinguino di Colin Farrell, truccato così potevano chiamare Pierfrancesco Favino, sia l’ispettore Gordon di Jeffrey Wright. Ma il film, ve lo ripeto, è tutto costruito su questo darkettume batmanesco e la pioggia da vecchio poliziesco della Warner, che funziona anche bene nella prima parte del film, ma a un certo punto si inceppa. Cioè. Finché il film è un noir all’antica, tutto questo impianto cupissimo alla Sin City funziona bene.

     

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    Ma quando fa entrare il noir nella logica di tutti i Batman, si sente il peso di tutte le tre ore e vorremmo davvero scappare con la donna-gatto (miao!) e tutti i suoi gatti (uno se lo mette sulla moto) e le sue parrucche. E poi, mi dispiace, ma dopo tanti, tanti Batman, pensate che ci interessi davvero molto dell’enigmista e dei suoi motivi pur validi per distruggere la società in questo momento così cupo?

    THE BATMAN THE BATMAN

     

    Molto più cupo del film. Scordavo. Bella la fotografia di Craig Fraser, bella la regia di Matt Reeves (“Cloverfield”, “Blood Story”, la bella trilogia del Pianeta delle scimmie). Buone le idee da film anti-trumpiano e pre-post-pandemico. Bravo anche Pattinson, l’avessimo visto un po’ di più sarebbe stato meglio. In sala.

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