tweet di elon musk
Gio. Sta. per “la Stampa”
Dalla gara fra Unione Sovietica e Stati Uniti a quella fra un piccolo Stato mediorientale, anche se ricchissimo, e un' impresa privata. La corsa verso Marte è ripartita, in lizza c'è ancora la Nasa e forse i cinesi, ma i due progetti più ambiziosi non sono più in mano alle superpotenze. Dopo la sfida lanciata da Space X, l'azienda di esplorazione spaziale del guru high-tech Elon Musk, è arrivata la risposta dallo sceicco Mohammed bin Rashid Al-Maktoum, primo ministro degli Emirati Arabi Uniti.
elon musk
Musk ha profetizzato la nascita della prima città abitata in permanenza sul Pianeta Rosso nel 2060. E naturalmente saranno i razzi della Space X a portare i primi «migranti interstellari», terrestri decisi a lasciarsi alla spalle il vecchio mondo per la nuova frontiera, e con un capitale sufficiente a pagarsi il viaggio.
La città degli Emirati, qualche centinaio di abitanti che vivranno in edifici avveniristici e trasparenti fra le sabbie rosse che ricordano quelli attuali di Dubai e Abu Dhabi, sarà pronta nel 2117, fra un secolo esatto. Una data simbolica, e forse più realistica, che servirà da sprone per massicci investimenti nel settore. Con ricadute immediate sull' economia locale.
GLI EMIRATI ARABI ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO
Se la Nasa è a corto di soldi, gli Emirati hanno il problema inverso. Trovare il modo di investire l' enorme surplus. Sono uno Stato nato sulla sabbia e sul petrolio, indipendente dal 1971, quando avevano 60 mila abitanti in tutto. Oggi sono 10 milioni, un milione e mezzo di cittadini e 8,5 milioni di immigrati. Il reddito pro capite è di 70 mila dollari all' anno, il triplo di quello italiano. A Dubai c'è il più alto grattacielo al mondo, oltre 800 metri, e l'hotel più caro.
Il sogno dello Sceicco Mohammed è di replicare su Marte la città del deserto nata dal nulla. Il progetto Mars 2117, ha spiegato l'emiro di Dubai e numero due del Paese, ha come obiettivo «creare una comunità, coinvolgere la cooperazione internazionale, e rivoluzionare l'università e i centri di ricerca». Le facoltà dovranno concentrarsi sulle materie scientifiche e costruire la «passione dei pionieri fra i nostri giovani».
GLI EMIRATI ARABI ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO
Il programma spaziale degli Emirati è agli albori. Due anni fa lo Sceicco Mohammed aveva annunciato il lancio di una sonda verso Marte entro il 2020. Il primo passo. Ora i programmi di ricerca si concentreranno su tre campi, i più problematici. Sviluppare un mezzo di trasporto più rapido rispetto alle tecnologie attuali, in grado in teoria di trasportare un equipaggio in non meno di un anno. Ideare un sistema di trasporto, conservazione e trattamento del cibo. Progettare edifici in grado di resistere in un ambiente estremo, con escursioni termiche di 100 gradi.
GLI EMIRATI ARABI ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO
I primi passi concreti saranno fatti a metà del prossimo decennio, sulla base dei dati raccolti dalla prima missione robotica. La sonda spaziale, battezzata Al-Amal, Speranza, entrerà nell' orbita spaziale nel 2020. Le caratteristiche, ambiziose, sono state delineate dai 150 ingegneri spaziali già al lavoro al Mohammed Bin Rashid Space Center, creato nel 2006, ma la realizzazione sarà affidata a un'azienda straniera, non ancora svelata. Grande come un' auto e pesante 1,5 tonnellate, Al-Amal avrà sensori in grado di scovare la presenza d' acqua e analizzare la composizione dell' atmosfera.
Tutti elementi decisivi per l' individuazione del posto adatto dove costruire la colonia marziana. In dieci anni il Mohammed Bin Rashid Space Center è riuscito a realizzare tre generazioni di satelliti, ma il viaggio da 60 milioni di chilometri che dovrà affrontare Al-Amal è un' altra cosa. Bruciare i tempi, però, è la caratteristica dei nuovi protagonisti della corsa spaziale. La Space X di Musk, fondata nel 2002, è già in grado di portare in orbita satelliti con un razzo che poi riatterra in «retromarcia». Musk ha promesso di portare i primi turisti su Marte nel 2024. E rischia di trovare traffico.
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