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    GLI EREDI DI GIO PONTI E LA MOLTENI SI RIVOLGONO AL TRIBUNALE PER BLOCCARE L’ESPOSIZIONE AL SALONE DEL MOBILE DELLA POLTRONA DISEGNATA DAL GRANDE PROGETTISTA E CHE CASSINA HA SPACCIATO PER PROPRIA - IL GIUDICE FERMA TUTTO, DALLA PRODUZIONE ALLA VENDITA: SE NE RIPARLERA’ IN AULA IL 19 APRILE


     
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    Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

     

    GIO PONTI GIO PONTI

    Galeotta la poltrona: non una qualsiasi, ma una disegnata da Gio Ponti, tra i padri dell'architettura e del design italiani, progettista del Grattacielo Pirelli ma anche di arredi come questo modello di poltrona, non a caso battuto alle aste sino a 18.000 euro di prezzo.

     

    E ancor più galeotta si rivela la tambureggiante campagna pubblicitaria con la quale, a tutta pagina, negli ultimi giorni l' azienda Cassina stava annunciando l' esposizione, in occasione del Salone del Mobile nei propri show-room di via Durini e nella Fondazione Feltrinelli di via Pasubio, del modello di poltrona definita «Cassina Poltrona 811 L' originale».

     

    LA POLTRONA MOLTENI DI GIO PONTI LA POLTRONA MOLTENI DI GIO PONTI

    L' originale? Con gli avvocati Giacomo Bonelli, Marco Spolidoro e Michele Imbornone, insorgono sia gli eredi di Gio Ponti (rivendicando a lui la paternità della poltrona concessa in licenza per la produzione e commercializzazione all' azienda Molteni), sia la medesima Molteni, che proprio per il Salone stava lanciando appunto la riedizione del modello disegnato da Gio Ponti negli anni 50 e denominato «D.156.3».

     

    Da qui la richiesta d' urgenza (per sterilizzare eventuali danni commerciali irreparabili) rivolta dagli eredi di Gio Ponti alla Sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Milano, dove ieri il giudice Claudio Marangoni, con pari urgenza e senza aspettare controdeduzioni di Cassina spa, a titolo cautelare le ha inibito «la prosecuzione di ogni attività di produzione, commercializzazione, distribuzione, promozione, pubblicizzazione del modello "poltrona 811"», e in caso di inadempienza ha fissato una penale di 5.000 euro per ogni poltrona ancora commercializzata e per ogni giorno di ritardo nel rispettare l'ordine.

     

    Poi se ne ridiscuterà (stavolta anche con le prospettazioni di Cassina spa difesa dall' avvocato Niccolò Rositani Suckert) in una udienza fissata per il 19 aprile.

     

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