1. STUPRO A PALERMO, LA VITTIMA PARLA DELL’AMICA: “MI AVEVA DIFFAMATA, SPERO ABBIA CAPITO L’ERRORE”
Estratto dell’articolo di Eugenia Nicolosi per “la Repubblica – ed. Palermo”
i ragazzi dello stupro di palermo
[…] Nelle ultime stories diffuse sul social Instagram la diciannovenne si rivolge pubblicamente alla minorenne che era con lei in Vucciria la sera dello stupro al Foro Italico: la giovanissima che l'avrebbe lasciata sola dopo averla consegnata ad Angelo Flores e così al branco. “Dopo tutto quello che dici torno sempre a piangere per te anche se tu non versi una lacrima”, fa sapere alla giovanissima amica.
la vittima dello stupro di palermo si difende sui social
Parla anche a chi ha trovato il tempo e il modo di insultarla e accusarla: “Vi prego di non scriverle più niente di offensivo”. Poi un video risalente al maggio del 2022 in cui passeggiano sullo sfondo del centro storico di Palermo […] Online anche un video girato al mare in cui ridono e scherzano insieme ad Angelo Flores. Sì, quel Flores. Era la metà di giugno.
Due settimane prima di quel 7 luglio che oggi segna un prima e un dopo. La diciannovenne, di cui ancora si cerca di tutelare l'identità, spiega a Repubblica che l'amica è stata raggiunta, virtualmente, da commenti aggressivi e violenti “La colpa è un po' sua: mi aveva diffamata. Ma spero che ora abbia capito che ha sbagliato. Si era fatta prendere dai commenti negativi.
angelo flores uno dei ragazzi accusati dello stupro di palermo
Le dicevano che mi aveva lasciata sola e ha iniziato a dirmi cattiverie. A me, che non c'entravo nulla. Ora mi ha chiesto scusa e mi auguro che lo pensi realmente”. Nei giorni in cui la notizia della violenza ha fatto il giro del Paese le due amiche erano insieme o almeno così pare guardando contenuti pubblicati alla metà di agosto 2023.
2. IL SEGRETO DEL BRANCO CUSTODITO NEI TELEFONINI, AL SETACCIO 10MILA SCAMBI
Francesco Patanè per “la Repubblica – ed. Palermo”
il minorenne che ha partecipato allo stupro di palermo
«La chiave di questa indagine sarà l’analisi approfondita di tutti i collegamenti dei telefoni, tablet e computer degli arrestati, più di diecimila interazioni nei giorni immediatamente precedenti e in quelli successivi alla violenza sessuale», sottolinea uno degli investigatori che dal 7 luglio lavora per fare chiarezza sullo stupro di gruppo della diciannovenne palermitana violentata dal branco di sette ragazzi nel cantiere abbandonato del Foro Italico. Collegamenti che partono dai dispositivi degli indagati e riguardano le cerchie di amici di ognuno di loro. […]
stupro di gruppo a palermo
Le app per comunicare e condividere contenuti come Whatsapp, Telegram e in parte Messenger, i profili social su Instagram, TikTok e Facebook, solo per citare i più noti, sono il mare in cui nuotano i carabinieri a caccia di video, foto, chat dello stupro del Foro Italico. I dispositivi sequestrati agli indagati si stanno rivelando una miniera d’oro: le oltre diecimila “interazioni” fra i device di Angelo Flores, Elio Arnao, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Gabriele Di Trapani e Cristian Barone e dell’unico minorenne del gruppo sono sotto la lente d’ingrandimento. […]
caccia al video dello stupro su telegram
In un’intercettazione Flores il giorno dopo lo stupro si mostra preoccupato per il video che da squallido trofeo sessuale si è trasformato in prova di un reato.
«Li sto eliminando tutti», dice al suo interlocutore che lo mette in guardia: «Stai attento. Non è che spunta che l’avete stuprata?». Segue un attimo di silenzio prima della frase che per i carabinieri merita un approfondimento «li sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino».
i post fake degli stupratori di palermo sui social
I periti incaricati dalla procura hanno già realizzato la copia legale prima e l’analisi poi del telefono del ragazzo dell’Arenella, l’unico che conosceva bene la vittima con cui aveva un flirt. In ballo ci sono più di 50 gigabite di materiale fra foto, video, chat, contatti e posizioni gps archiviate.
Accertato che il video dello stupro è uno soltanto, diviso in più spezzoni, della durata di 15 minuti, da qui i carabinieri e la procura sono partiti per attribuire ai sette indagati le responsabilità di ognuno […]
Gli inquirenti sono sicuri che l’unico minore del gruppo, appena riportato al Malaspina, sia il responsabile dei video pubblicati dopo essere stato messo in comunità. Ma oggi arriva la conferma che nella perquisizione della struttura non è stato trovato un dispositivo. Dunque non ci sarebbe la prova della “pistola fumante”.
Ma per la procura per i minorenni gli ultimi dati acquisiti dai telefonini degli altri indagati dimostrano la falsità della confessione davanti al gip, finalizzata solo ad ottenere un’attenuazione del regime di custodia cautelare.
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