Estratto dell’articolo di Gabriele Bojano per il “Corriere della Sera”
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Quando nel gennaio scorso il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, annunciò che in tempi brevi sarebbe stato bandito un concorso unico regionale per assumere medici di pronto soccorso in tutti gli ospedali campani, ammise che sarebbe stato «l’ultimo tentativo» per risolvere il problema atavico della carenza di organico in un comparto, quello della medicina d’urgenza, dove oggi, dati alla mano, si preferisce uscire piuttosto che entrare.
SPARI NELL OSPEDALE DEI PELLEGRINI DI NAPOLI
Ci aveva visto giusto: il concorso, anzi il «concorsone», è stato bandito ma si è rivelato un colossale flop: su 363 posti, a tempo pieno e indeterminato, di dirigente medico, disciplina medicina d’emergenza-urgenza, solo 62 i candidati risultati idonei, di cui 43 gli specializzandi e appena 19 gli specialisti, una cifra assai lontana dalla copertura prevista. Sconfortante. E, visto che per partecipare non c’erano limiti d’età, nell’elenco compare un dottore di 63 anni mentre il più giovane degli specializzandi non ne ha ancora compiuti 28.
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Ma perché i medici campani, anche quelli disoccupati, disertano i pronto soccorso? Bruno Zuccarelli, segretario regionale Anaoo Assomed, parla di «mancanza di attrattività del servizio sanitario nazionale determinata dai carichi di lavoro stressanti e dalle retribuzioni basse, sui 2.500 euro al mese, a fronte di turni davvero massacranti».
Manuel Ruggiero, medico, presidente dell’associazione «Nessuno tocchi Ippocrate», parte dalla sua esperienza personale per una riflessione più ampia: «È stato sbagliato raggruppare tutte le sedi vacanti in un unico concorsone, i colleghi nell’incertezza di poter scegliere loro dove andare hanno preferito non partecipare. Essere assunti in una zona in cui devi fare 80 chilometri per andare e 80 per tornare può essere un deterrente».
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E porta il caso in controtendenza dell’Asl Napoli 2 che ha bandito il concorso per 20 medici d’urgenza e ne ha visti partecipare ben 50. «Sono stato assunto anch’io, come dirigente del 118», aggiunge Ruggiero […]
Un’eccezione che però conferma la regola: «Inutile nascondersi dietro a un dito, qui c’è un problema reale di sicurezza — riprende — ci sono realtà come la Napoli 1, che ha messo a concorso 60 posti, e la Napoli 3 (45 posti), che sono altamente a rischio. E le aggressioni al personale medico e paramedico con pugni, calci e schiaffi che come associazione denunciamo ogni giorno sono solo la punta dell’iceberg.
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I nostri dati sono lontanissimi da quelli reali, molti infatti vengono minacciati e non denunciano, continuano in silenzio il loro lavoro. Di fronte a una situazione simile, un medico ci pensa su non una, ma mille volte prima di partecipare al concorso».
Né la soluzione è prevedere incentivi economici: «Cosa significa? Che io prendo uno schiaffo però ho una paga un po’ più alta e sono contento? No, tu ospedale mi devi aumentare lo stipendio a prescindere e nel contempo devi aumentarmi anche le tutele in fatto di sicurezza», conclude Ruggiero. […]
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