Alberto Mattioli per La Stampa
Fortunati i Paesi che non hanno bisogno di eroi, ma anche quelli che hanno «scandali» così. Da una decina di giorni, sui media svizzeri tiene banco una storia che su quelli italiani sarebbe liquidata con una breve a pagina 30. La bomba è esplosa con uno scoop fotografico del «Giornale del Ticino». Nello scatto si vede Doris Leuthard, consigliera federale e presidente della Confederazione, insomma il Capo dello Stato, mentre fa la spesa. Lo scandalo, è dove.
Doris Leuthard
Perché la prima degli svizzeri è andata a fare compere al supermercato «Unes», davanti al municipio di Maccagno con Pino e Veddasca (certi nomi sono possibili solo nella provincia lombarda), provincia di Varese, insomma Italia. Per la precisione, fa notare il giornale, che quanto a esattezza non è svizzero per niente, nove chilometri e 512 metri oltre il posto di confine di Dirinella-Zenna.
Va precisato che la signora Leuthard, che è cittadina del Cantone Argovia, ha una casa di vacanza lì vicino, ma dalla parte «giusta» della frontiera, a Gambarogno, nel Canton Ticino. E ha semplicemente fatto quel che fanno molti suoi connazionali che vivono vicino al confine, per sfruttare il cambio favorevole del franco o i prezzi decisamente più bassi di quelli (carissimi) svizzeri o magari per variare un po' gli acquisti: è andata a fare la spesa all' estero, nel caso in Italia.
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Peccato che da tempo i politici svizzeri stigmatizzino appunto «i turisti degli acquisti», accusati di preferire lo shopping straniero a quello nazionale, di danneggiare i commercianti elvetici e di deprimere i consumi interni. Proprio pochi giorni prima della spesa contestata a Leuthard, il suo collega, ex presidente e ministro dell' Economia Johann Schneider-Amman aveva lanciato una campagna contro i frontalieri della spesa.
Ne è nata una polemica violentissima, perché gli svizzeri sono neutrali soltanto nei rapporti internazionali. L'«Aargauer Zeitung», cioè il giornale del Cantone della signora Leuthard, ha definito il di lei comportamento «scandaloso», e «Le Matin» ha messo la notizia in prima pagina. Da Berna, gli uffici della presidenza hanno dovuto ammettere che sì, in effetti quella nella foto al supermercato italiano era proprio la presidente, anche se resta il mistero su cos' abbia acquistato (ma «Il Giornale del Ticino» parla di un carrello «pieno»).
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Molti politici, ticinesi e non, e in generale più da destra che da sinistra, hanno polemizzato. E qualcuno ha perfino ricordato lo scandalo del consigliere Roland Borer, paparazzato mentre comprava all' estero subito dopo aver tuonato, anche lui, contro chi lo fa, e per questo a suo tempo non rieletto.
Altri hanno però fatto notare che è un segno confortante di normalità che la presidente del Paese se ne vada da sola a fare la spesa come una massaia qualsiasi, senza auto blu, scorte e simili. Ma, accusa sempre «Il Giornale del Ticino», è grave anche questo. Benché, ammetta, «Maccagno non sia certo Raqqa» (la Lombardia ringrazia), che il Capo dello Stato vada in giro sola soletta e senza protezione alcuna è, addirittura «un problema di sicurezza nazionale». E qui torniamo al punto di partenza: beati i Paesi dove i problemi gravi sono questi.